La casa aveva mille finestre. Larghe, luminose, trasparenti. Si poteva guardare fuori, in ogni momento, senza dover spostare le tende, che non c'erano, da nessuna parte, in nessuna finestra. Si guardava il mondo da dentro,e da dentro si teneva il conto delle stagioni, le prime viole dell'aiuola, il ciliegio e le sue gemme, le nuvole, che dici, pioverà?, il vento che spazzava le foglie nel prato, la neve che ricopriva i rami di quello spessore regale, che bella è la neve sui rami, li veste a festa, regala diamanti luccicanti, li avvolge di un tulle soffice e li fa da sposa, candidi, intatti, morbidissimi. E poi il sole, quello caldo di un silenzio assordante, che solo le cicale, l'aria ferma di agosto, la nebbia delle notti buie di novembre, le rose di maggio. Fuori dalla finestra, tutto il mondo girava e girava, le cose della vita si scrutavano dal caldo del divano, una coperta, magari, dal calore ovattato del letto, in inverno, o dal frescolino del lenzuolo soltanto. La finestra si affacciava sulla vita degli altri, custodendo quella dei suoi abitanti, li divideva, in un certo senso, dal dentro al fuori e dal fuori al dentro. A immaginare di guardarci attraverso i vetri, le mani ai lati degli occhi per vederci meglio, la Casa Senza Tende é uno scrigno fatato. Dentro, le luci, le cose, il fuoco, la storia di chi ci abita, disordine, forse, briciole, tazze, un gatto che dorme. Tutte le cose che amo sono al di quà di questa finestra, per vedere sempre il cielo, se l'azzurro o le nuvole, per non perdersi mai, per sapere sempre se piove o che cosa, senza tende, così i sogni che volano non trovano ostacoli.
2 commenti:
Quando lanci il segnale per scatenare l'inferno,ovvero la corsa al regalo?Siamo tutte ferme ma pronte!
http://sestopotere.blogspot.com/2007/12/appuntamenti-sul-filodi-lana.html
per favore, prendere visione...
;)
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