13 febbraio, 2012

Malaticcia.

Ho visto la luna stamattina, attraverso i rami degli alberi, oltre la finestra. Che strano, mi sono detta, non ti avevo mai vista lì, luna dorata di un gelato inverno. Non sono stati giorni belli, questi qui e forse, la luna fra gli alberi voleva essere un piccolo regalo per me, a ricompensa di un fine settimana non proprio lucente. Ho avuto l'influenza, forse un pò ce l'ho ancora, a giudicare dalla mia povera testa vuota, più vuota del solito, che mi sembra a tratti leggerissima e a tratti così pesante che mi ritrovo lunga e tirata sul pavimento. Non è una bella sensazione. Ma agli astanti devo dire che sto bene, che sto benissimo, che non ho proprio niente, qui non mi si sopporta se appena sto un pò male, forse perchè insopportabile la sono per davvero, noiosa come la pioggia, lo so da me, lo vedo. Io non sono abituata a stare male, perciò se ci sto mi sembra strano, ma qualche volta forse mi piacerebbe avere intorno a me uno stuolo di persone che di me si occupano, che facciano insomma come faccio io con loro, la spremuta alle ore giuste, le fette biscottate, le tachipirine e le enterogermine ben dosate, allineate sul vassoio viola dell'Ikea, il cuscino sistemato, anche solo uno sguardo ogni tanto, Hai Bisogno di Qualcosa. Qui non funziona così. Qui se stai bene, bene. Se stai male, ebbè, figliola, non è che dobbiamo stare a perder tempo con te, che in fondo non è nemmeno che stai tanto male, sù. Consideravo questa mattina che ho troppo ben abituato gli abitanti di questa casa, e che forse davvero meriterebbero una madre lagnosa, ma non solo 2 giorni ogni 3 o 4 anni, lagnosa proprio sempre, che si corica nel letto se si brucia col forno, che chiama il medico per un raffreddore o che per un mal di pancia si trasferisce da mammà. Io, stoica, resisto e combatto, e preparo pure il ragù, salvo poi stramazzare nauseata sul divano. Gli abitanti della Casa in Collina non abbiano a temere, si è decisa a tavolino la mia perfetta guarigione, fine della storia. Ma che nessuno si ammali nei prossimi giorni. La vendetta, si sa, è un piatto da servire sul vassoio viola dell'Ikea. Dove allineerò con grazia mai vista una serie di mini vasetti di cactus che sono un amore. Diabolica donna.
tumblr.la douleur exquise.

4 commenti:

Alessandra ha detto...

...è così in molte case forse non in tutte, ma siamo tante le mamme con la "M"... è un piacere leggerti!

Gallinavecchia ha detto...

E' di sicuro così anche in casa mia ed anche in contemporanea!
(ho scritto il post, poi ho letto il tuo, e non la smettevo più di ridere!)
Spero tu stia meglio perché io sono uno schifo
un bacio virale
S

marzipan_28 ha detto...

Tornata oggi al lavoro dopo una settimana orizzontale, prigioniera di Zenda e del virus. Ora faccio lo slalom tra i mucchi di neve, ma si torna a vivere. Tieni duro, passerà.

giovanna ha detto...

E'proprio vero, noi mamme, mogli, non possiamo, non dobbiamo ammalarci. E' inconcepibile, anche se lottiamo spesso con malesseri, ma guai a far sapere, resistiamo stoiche, salvo qualche raro default, e lì.... lì sei una piaga, ogni cosa è un peso per gli altri. In questi rari momenti mi torna in mente come era bello essere figlia e coccolata da mia madre. Secoli fa! Ora l'imperativo è stare bene, o far finta d'esserlo, poi penso, forse ho sbagliato io a farmi sempre presente, sempre efficiente, forse è colpa mia....

Odore di dicembre.

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