Partirei. Così, senza biglietto, senza check-in, forse solo un bagaglio piccolo, una piccolissima borsa, quella con i cupcakes disegnati che mi ha cucito Miranda, uguale a quella di Cristiana. Ci metterei dentro una maglietta e una felpa, nello spazio farà freddo, lo spazzolino, un libro, già ma quale, il mio profumo, una mela. Partirei, un'astronave mi aspetta giù, in fondo alla discesa, vicino alle benne della plastica e del vetro. E' parcheggiata lì, ha una spia luminosa che gira, proprio in cima, illumina a tratti la strada, a tratti i campi da tennis, a tratti quell'aiuola che mi si stringe il cuore ogni volta e che trovo assurda e inutile e così insignificante, per il suo significato così terribile e per quel dolore ancora così presente, negli occhi di mio figlio grande, quando se ne parla, passa veloce come un'ombra in quegli occhi di sottobosco e io che sono sua madre lo so e lo sento che è così . L'astronave mi aspetta, non ho tempo di scrivere ancora, certo non starò via molto, ma avrei proprio voglia di guardare tutte le cose dall'alto, volare via, alzarmi piano e vedere la terra che si allontana, diventare tutto un puntino laggiù. Andrei lontano, lontano dall'IMU e dallo spread, dalla cucina in disordine, con la processione delle formiche che va a finire dove non so , ma chi telefona alle formiche per dire che proprio lì c'è il barattolo dello zucchero. Andrei lontano, chissà come si vede da lontano la Casa in Collina, con i fiorellini ai davanzali e quella distesa di rose profumatissime, ne ho già colte un sacco e disseminate un pò dovunque, perfino in bagno, sui libri, sulla scrivania dell'Illustrissimo, nelle camere dei ragazzi. Andrei lontano, guarderei dall'oblò, lo so bene che le astronavi non ce li hanno i finestrini, si guarda giù facendosi scudo con le mani, dagli oblò non si guarda fuori come dalle finestre, è tutt'altra cosa. Si vedrebbe anche il mucchio delle scarpe smesse, della Princi e mie, in questi giorni è di moda rifare gli armadi, che è una pratica che mi intristisce, comincio di gran lena e poi mi intristisco via via, e mi viene male a pensare che dopo, tutto quello che tiri fuori va rimesso dentro o perlomeno, gli và data un'altra destinazione, ma io mi separo a fatica dalle scarpe, e farei come faceva Caterina, che ho conosciuto bambina e ritrovo donna fatta, che fotografava le sue scarpine, prima di buttarle via o regalarle. La mia astronave parte fra pochissimo, dicono che pioverà, vedrò i lampi e i tuoni sul mio giardino e anche sul mare, che non è mica così lontano da qui. E' un'astronave speciale, faremo un giro su una stella, quella più vicina, voglio vedere se c'è davvero la polvere luminosa, ho con me un barattolo, ne porto via un pochino e torno presto, giusto in tempo per cena, ho voglia di volare e guardare tutto da un'altra prospettiva, da un'altra situazione da un altro mondo che invento lì per lì, dicono che pioverà ma da che mondo è mondo, alle astronavi, che piova o no non gliene importa nulla.
3 commenti:
C'è un posto sulla tua astronave? Questo ultimi giorni mi servirebbe propio un bel viaggio..
Però mi sa che, per la stanchezza, dormirei tutto il viaggio.
Kiss
Mi associo a Cinzia e verrei a tenervi compagnia, avrei proprio bisogno di staccarmi da tutto e da tutti, di andare lontano, molto lontano ... proprio su nel cielo in alro con un'astronave, forse lì le cose brutte non ti raggiungono.
Un abbraccio col cuore.
Renata - Trento
URKA !!! così lontano desideri andare ???
...lo sai che anche da me ci sono le formiche ?
Sìììì, nel mio atélier, dove lo zucchero...non c'é !!!
Sereno ( non metereologicamente ) WE
Marina
Posta un commento