Non era quel che si dice una bellezza.
Anzi, a guardarla bene faceva anche un pò schifo, con licenza parlando.
Lunga, marroncina, molliccia e lucida, con le sue cornine grigiastre, la lumaca Lia abitava da qualche settimana il Regio Orto lassù, nella Casa in Collina.
Si poteva scorgere fra le foglie rattrappite dei pomodori, oppure a sorpresa, posata a oziare su una foglia di cavolo.
Non era quel che si dice un ospite gradito.
La Lumaca Lia aveva preso possesso di quella parte di orto dove poteva agire non vista, farsi scorpacciate di cavolo o di insalata e poi riposarsi all'ombra, non importa se sulla terra o dietro la staccionata, in santa pace.
Non piaceva a nessuno.
La Princi Liceale, inviata speciale una sera al crepuscolo a controllare lo stato di maturazione delle zucchine, rientrò con un'espressione tra il disgustato e il terrorizzato, al pari avesse visto, che so, uno pterodattilo in mezzo alla lattuga.
Ma la Scrivente sapeva.
Avevo infatti adocchiato da giorni la Lumaca Lia nel regio Orto e non ne avevo fatto parola con nessuno.
L'avevo presa con delicatezza e posata oltre la siepe, sono maschiaccio in queste cose e a prendere lumache e lucertole, seppur con smalto Mysterious Chanel n. 601 non mi fa nè caldo nè freddo.
Ma la Lumaca Lia amava il regio Orto ed era tornata.
Non solo, si era portata una serie di amiche sue, fors'anche un fidanzato rimediato lì per lì, e l'allegra combriccola banchettava allegra nel fogliame.
Ben comprendo che le lumache sono calamità per orti casalinghi, ancorchè appena insediati.
Mi era stato suggerito di ubriacarle con la birra ed eliminarle tutte in un colpo solo, ma non ho avuto cuore di attuare una tale carneficina.
E poi, le foglie del cavolo avevano dei bei ghirigori, tanti buchini delicati che davano al regio orto un'aria retrò, come centrini al chiacchierino, quelli che si mettevano sul televisore sotto alla gondola recante la scritta Saluti da Venezia.
La Lumaca Lia può stare nel Regio Orto quanto vuole, se vuole. Lei e le sue ancelle.
E andare e tornare, andare e tornare, dalla siepe all'Orto, ogni volta che vuole, coi suoi tempi, si capisce.
Che non se ne accorga lo Sposo, però.
Dalle urla di quest'oggi a pranzo, per tutt'altra vicenda, s'intenda bene, ma sempre di urla si tratta, Egli potrebbe decretare lo sterminio delle lumache in meno di un secondo, magari con un potentissimo battericida a base di soda caustica o di qualche altro intruglio malefico, come per la talpa, per dire.
Non è periodo questo di sottoporre all'attenzione dell'Illustrissimo la pratica Lumache nell'Orto.
Nasconderò la Lumaca Lia, cercherò di portarla fuori dal Regio Orto ogni volta che la incontro.
In cambio, lei ricamerà per me eleganti centrini per il mio centrotavola.
Come, foglie di cavolo per centrotavola? Perchè no, alla fine.
Senza gondola, però. Quella mi manca.
2 commenti:
Che sia la talpa Rosita o suo marito Orazio,che sia la lumaca Lia (con annesso fidanzato) o le sue amiche di scia...mi trovi solidale!Impedisci lo sterminio!E che saranno mai due foglioline rosicchiate(in confidenza i merli a giugno mi han fatto fuori un intero albero di amarene,non l'albero le amarene)e finanche rosicchiate con la maestria delle merlettaie svizzere!C'è quasi di che esserne fiere!Ihihih!Baci Alda.
sono contro il loro sterminio, ma considerando che ne ho paura (si lo so è strano ma le fobie sono incompresibili, a tutti: a me e agli altri) non vivo bene la convivenza con loro. anche io le faccio spostare (non riesco ad accettare l'idea di toccarle), e poi loro tornano... un allegro teatrino che va avanti da mesi. eppure... non riesco a valutare l'idea di ucciderle: hanno pure il loro compito, ad esempio fare i centrini con le foglie di cavolo....
Posta un commento