Sono improvvisi, troppo rapidi da gestire.
Troppo veloci per capirli bene.
Arrivano in giorni che sono un pò di festa, di vacanza di sicuro, arrivano all'inizio di quella che dovrebbe essere una bella estate.
Ognuno, si comporta con essi come può, come sa.
Come gli hanno insegnato.
Come a sua volta, insegna.
Sono in questa casa che mi ha visto bambina ribelle, la più piccola dei cugini, quella un pò fuori, sempre.
Quante cose belle in questa casa con le rose, gli alberi da frutto, i gerani ordinati e fioritissimi.
Anche adesso, che lei non c'è più. Da ieri.
Sono venuta in questa casa per abbracciare forte le persone che ha lasciato qui andando via, nemmeno convinte, nemmeno ben consapevoli. Smarrite. L'Ha Fatta Grossa, Stavolta.
Ci sono dolori che non vanno via.
Restano lì, non li senti per un pò e tornano a galla con altri dolori, mancanze che si sommano ad altre mancanze, quante, nella mia famiglia di prima, ed è il giro normale delle cose della vita, certo, ma se succede troppo presto, con le mancanze e coi dolori ci hai a che fare da subito, ne diventi esperta.
E non va tanto bene.
Questa casa ha pezzi della mia vita, sparsi, nelle fotografie, nelle persone che sorridono dalle cornici, dal mobile della sala, dove si pranzava la domenica, ogni tanto, o quando venivano in visita gli zii da Genova, l'insalata russa, la 600 celeste, i miei quaderni di prima elementare da portare in visione, come a dire, E' Scellerata, Ma è Ordinata e Scrive Bene.
La casa dei miei zii era enorme, in quel corridoio lunghissimo abbiamo fatto gare di scivolata, ci siamo avvolti nel tappeto, abbiamo rotto un vaso prezioso, mio cugino ha pensato anche alla vetrata, esibendo poi con orgoglio una ferita sul braccio, ricucita in ospedale. Un evento, per l'epoca.
Non è cambiato tanto.
Oggi c'è un pò più di silenzio, odore di fiori e di non sapere tanto che cosa fare.
Ma da fare non c'è niente.
Ci sono dolori nuovi che ne riportano altri, così vicini che ti sembra di toccarli, e da fare non c'è niente, se non abbracciare senza dire nulla, scuotere la testa e dire Coraggio.
E sorridere un pò, cercare di parlare d'altro, e ricordare, ricordare ancora, e trovarci le persone che non ci sono più, da troppo tempo, in questa casa dove riconosci i disegni della tappezzeria, persone che sono ancora qui, adesso, e che se chiudi gli occhi li senti ridere in cortile, se chiudi gli occhi senti i loro abbracci, troppo pochi, e li vedi sorridere sì, ma solo dalle cornici belle, in sala da pranzo, quella della domenica.
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