è che nemmeno dell'estate ci si può fidare.
Forse nemmeno dell'autunno.
Che prova e prova, fa tentativi bislacchi di arrivare fin qui, ci prova a spruzzare un pò di nebbiolina sottile, a mettere i brillantini alle ragnatele dell'AceroPiccolo, a inzuppare l'erba del pratino, che è altissima e non ho nessuna voglia di metterci mano. O tosaerba.
Non mi fido di settembre.
Promette promette non mantiene mai.
Ma in fondo, forse le promesse che contano di più sono quelle che non ascolti, quelle che non hanno dietro il TeLoPrometto, anche se è una frase così bella da dire e da ascoltare.
Non mi fido nemmeno di me.
Sono in bambola, direbbe mia nonna, sciabordita, direbbe un'amica di mia nonna, cretina a stecca, direi io.
Sono senza bussola.
Senza cartina.
Senza navigatore.
Vago, sbaglio, ri-vago e ri-sbaglio. Invento, pianifico cose che dopo dieci minuti sono già da cancellare, faccio torte con i NonFaNiente e marmellate di NonImporta.
La cosa grave però, è un'altra.
In questo marasma, in questa tempesta perfetta dove niente è al suo posto e nessuno dove realmente deve essere, forse ho trovato il mio.
Forse mi sono data una regola su tutte, quella di non averne, di regole, di dare uno spintone forte a tutte le convinzioni che mi sono data in questi anni, e li ho fatti rotolare giù da qualche rupe, da qualche scogliera a picco sul mare, li ho gettati in un canale e fatto in modo che arrivassero fino a dove non lo so.
Ho preso a calci i Devo e ho spolverato i Voglio, ho ricamato Qui ed Ora su uno strofinaccio da cucina, ho fatto un cestino di Sto Bene e l'ho messo al centro del tavolo, e ogni tanto ne mangio uno, e sputo il nòcciolo lontano, perchè in questo sono oro olimpico.
Non so dove mi porterà tutto questo e nemmeno voglio pensarci, adesso.
Voglio fare le cose in fila, una per una, come vengono, come mi arrivano, perchè mai, mai nella vita saranno esattamente come le voglio io, questo è sicuro.
e non voglio pensare.
Voglio fidarmi di questa me un pò cretina, un pò confusa, un pò stordita.
Per essere un pò felice, ogni tanto.
E il fatto che non abbia una cartina, non è così determinante.
Lo sanno anche i sassi che non le so leggere, e vado in confusione e leggo solo bene le metropolitane e i pattern di maglia, e che per il resto, bah.
Qualche volta mi perdo anche col navigatore.
La bussola, carina, sì, con quell'aghetto che gira, ne avete una lilla chiaro?
Sono così, eventuale, possibilista, sospesa, senza strada, con mille progetti, scatoloni con dentro case, case con scatoloni, carte d'imbarco, viaggi interstellari, fasi lunari e mappe del cielo, ecco, anche le stelle le so riconoscere.
Ma nemmeno di loro mi sono mai fidata.
Avevo ragione.
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