26 maggio, 2017

Ciao, Gelsomino

Gelsomino.
Maiuscolo.
Nome proprio di persona maschile.
Gelsomino.

Così ti chiami.
Non so nemmeno se tu lo sia davvero, un gelsomino, Gelsomino. 
Ma non fa niente.
Non fa mai niente.
A forza di non fa niente, si va avanti così.
Ogni mille NonFaNiente si vince un tostapane. Ne ho 11. Undici.

Gelsomino stamattina mi ha sorriso.
Così rigoglioso e profumato, così bello, nel suo essere tutto ingarbugliato alla grata, così testardo a voler salire lungo il muro, così elegante a voler abbracciare la casina dei Pettirossi, sfitta, quest'anno, perchè hanno preferito il Pino Grande del Prato Di Là.

Gelsomino mi ha sorriso. 
A colazione, una colazione sontuosa stamattina, ci si è concessi una carezza in più, per far naufragare le malinconie sottili di un giorno senza sole, in una tazza bella scelta con cura, di latte di soia che alla fine è buonissimo, ci si abitua a tutto, alle distanze, alle mancanze, ai ritorni e alle partenze, al latte di soia e alle malinconie. E a tutto il resto.

Ma l'abitudine mi fa orrore.
E Gelsomino lo sa.
Per questo, quest'anno ha volto essere diverso, ha voluto essere prepotente con la sua dolcezza, caparbio nella sua carineria, ed è fiorito più che poteva, ancora e ancora, sempre più sù, fin quasi ad arrivare alle finestre della Camera sulle Colline, la più bella della casa, da dove lo spettacolo del Monferrato è qualcosa che non si spiega, che ne sapete voi che avete il mare e i fiumi e i laghi, se non conoscete l'incanto della nebbia vista da qui, le albe immobili di certi lugli, i temporali che illuminano a giorno la Collina, e la neve, spruzzata a caso, e certi autunni rossi e arancio.

Gelsomino mi ha parlato.
Detto che sì, sono iniziati i giorni delle colazioni in terrazza, scalza e scarmigliata, da qui non passa nessuno o quasi e, qualora fosse, difficilmente ti vedono, la Siepe non è stata tagliata, sembra una casa abbandonata da fuori, non fosse per il Pratino tagliato di fresco e per i vasi tutti in fila e le ortensie ancora acerbe.

Detto che da un pò mi vede sorridente anche la mattina presto, qualche volta ancora spersa coi pensieri che mi ronzano intorno come calabroni incazzati, e che io scaccio con un NonFaNiente, come, un altro? sì, in NonFaNiente non sono mai abbastanza.

Brindo a te, Gelsomino, a noi due, che facciamo colazione insieme ogni mattina fino a settembre, fra non molto sarò in qualche mare, ma tu, custodisci i miei pensieri e i miei segreti, così come fanno da sempre il Pratino e le Rose.

Brindo a noi, Gelsomino, fiorisci e fiorisci anche quando fra non molto  sarò in qualche mare, ti racconto tutto al mio ritorno.
E brinderemo di nuovo, tu ed io, ancora con una tazza bella scelta per bene, mai abituati mai, sempre a prendere sempre il bello delle cose e tutto il resto NonFaNiente.
Che mi serve un altro tostapane.

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