Notte fonda lassù, nella casa in collina. Una notte frescolina e profumata, le notti d'estate hanno un profumo speciale, non saprei dire di cosa. I figlioli maschi rientrati e la tranquillità del saperli a casa che ti fa riaddormentare beata non appena senti la chiave che gira nella toppa. Dopo qualche minuto, però, succede qualcosa. Risatine nervose, imprecazioni, sù e giù per le scale, un'agitazione diffusa. Decido perciò di andare a vedere. In corridoio i miei due figli maschi, mutandati e bellissimi, lievemente agitati. C'è Un Pipistrello Nella Stanza di Enrico, ridacchia il maggiore dei due, e socchiude la porta per farmelo vedere. Creatura. Un pupistrellino delle dimensioni forse di un croissant, forse anche meno, volava e volava in tondo nella stanza del Maturato, sbattendo vieppiù il capino ora in una parete, ora nell'altra, ora nello specchio, con un frrrr frrrrrr di ali forse un pò inquietante ma di certo non pericoloso. Belli non sono, i pipistrelli, lo sanno anche i sassi e l'immaginario collettivo certo non li fa risultare simpatici con storie di castelli maledetti, vampiri, ragnatele e affini, nemmeno Batman c'è riuscito, fa un pò te, come dicono i miei figli. Gli stessi figli che alle 4 del mattino decidevano la strategia per far accomodare fuori con grazia il povero Demetrio, questo il nome datogli lì per lì, esattamente da dove era entrato e cioè dalla finestra aperta un momento per chiudere la persiana. Demetrio aveva deciso di fare un giretto in quella stanza stranamente in ordine, con la parete verde acida e la poltrona zebrata, così, giusto per vedere com'era, non faceva proprio nulla di male. Certo, il mio figliolo non se la sentiva di reintrare nella stanza sciallo, un pipistrello è sempre un pipistrello, si tratta alla stregua di un serpente a sonagli, non c'è che dire. Sì, ma che fare? Io, genitrice, avrei dovuto prendere in mano la situazione, dacchè il mio Sposo, che il Cielo lo sorvegli, nemmeno fosse entrato il capitano Achab e tutta la Balena Bianca si sarebbe accorto di qualcosa. Non posso dire di esser fifona ma ho anche io le mie fisse, potrei morire tra le grinfie di qualche piccione spelacchiato di Piazza del Duomo, i ragni non mi fanno alcun effetto, ma ricordo bene di quella volta che mi è preso il panico per un calabrone che mi pedinava, giuro, seguiva propro me e alla fine mi ha pure morsicato, il bastardo. Così ho abdicato. Si trattava di decidere chi doveva entrare armato di scopa nella stanza per far uscire Demetrio. Vacci tu, no vacci tu, la stanza è la tua eccetera. Alla fine, mosso a compassione e infastidito da tanto brusio in corridoio, il piccolo Demetrio ha preso da solo la strada di casa sua e solo dopo un accurato controllo, sempre armato fino ai denti di scope e cuscini, il Maturato ha potuto riappropriarsi del suo letto e il Figliolo Grande tornare a dormire. E la scrivente? La scrivente aveva già il suo piano: . domani, pulizia a fondissimo di tutte le stanze. Perchè certo niente castelli maledetti e nessun vampiro, ma a ragnatele, mi aiuti a dire, stiam messi bene.