
25 novembre, 2007
Bollicine.

22 novembre, 2007
Il camino.
21 novembre, 2007
La marachella.

Chi lo ha mai detto che c'è un tempo in cui non si possano più combinare soffici, impalpabili, innocentissimi guai? Chi ha mai decretato, Ecco, da Ora Basta Stupidaggini? Una ogni tanto, diciamo semestralmente, aiuta di sicuro. Vediamo come. Esterno giorno, un mattino come tanti, in una città qualsiasi che sembra sovrastata da una grossa ostrica, tanto è il colore del cielo, cielo? ma siamo sicuri che dopo quel grigio ci sia ancora? Ci si reca dopo alcune noiose incombenze a una seduta antidepressiva, ma quale psicologo, ma quale psichiatra, si và dall'estetista per mettere in ordine di fuori prima di mettere in ordine di dentro, non so se si afferra il concetto, ma quando il Di Fuori è a posto, anche il Di Dentro diciamo che è sulla buona strada. Operazione estremità. Smalto fiammeggiante, un ciliegia elettrico, massì, trattiamoci bene questa mattina, non eravamo noi che soltanto ieri avevamo i malanni dell'umanità tutti concentrati su di noi, che masticavamo sospiri e niente voglie? Bene, vada per il ciliegia. Resta da decidere come farlo asciugare, questo smalto perfetto, questa opera d'arte, questo capolavoro di precisione che la fanciulla ha operato su di me. Nessun problema. A me un sandalo, un infradito, qualcosa che non strusci sullo smalto, che non appiccichi alle calze, che non rovini tutto, insomma. Le ballerine nella borsa, le calze a pois esse pure, il mio bel cappottino damascato con manica a tre quarti, perle a manciate e Kelly di vernice. E la gonna, ovvio, che il candido sandalo si veda benissimo, che male c'è? Le fanciulle alla finestra, non ci credevano che avrei avuto il coraggio, ma il coraggio de che? faccio forse del male a qualcuno a girare di novembre ventuno come se fosse ferragosto? E poi, non ho mica freddo. Il capolavoro è rimasto intatto e intatto rimarrà per giorni, senza sbavature e opacità così noiose e così brutte da vedere. Resta una certa qual piccolissima soddisfazione, l'aver combinato un' inoffensiva marachella, che nessuno punirà, se non con qualche occhiataccia, ho camminato sentendomi buffa e divertita, sorridendo di sottecchi, magari farò tendenza, chi lo sa, piede estivo di fine novembre. Aiuta, qualche volta, il sentirsi ancora capaci di una scena innocua, una specie di sfida, un uovo fuori dal cesto, sono scalza e allora? qualcuno vuol dire la sua? E c'è che sto bene, quest'oggi, nonostante l'ostrica lì nel cielo, nonostante 2 figlioli malaticci e febbricitanti, nonostante pioviggini brodoso da due ore in qua, e se mi verrà la febbre, e pazienza, farò un penso di quattro pagine: NON SI GIRA SCALZE A NOVEMBRE. Ma poi, chi l'ha deciso?
20 novembre, 2007
La Manu.
La telefonata è arrivata a metà mattina, quando la malinconia si era già un pò dissolta, ma non del tutto. Che grande, meravigliosa capacità hanno le persone che ti conoscono da sempre, di esserci proprio nel momento esatto in cui tu hai più bisogno di loro. Ci conosciamo da quarant'anni, forse da prima, se si pensa che appena nata mi hanno portato a vivere nella casa sotto la sua, e che lei aveva soltanto un anno. Abbiamo giocato con le bambole, ci siamo arrampicate sui cachi, preparato minestre di foglie, gerani e sabbia, giocato a rialzo e a parafulmine nel cortile, girato con la Graziella fino a consumare le ruote. Poi, a scuola con lo scuolabus giallo, che si chiamava pulmino, una specie di ibrido tra italiano e inglese. E poi, le superiori, in treno, a scrivere cose sui diari, a scappare quando arrivava il controllore, alle feste della scuola, ai capodanni. Lei c'era sempre. Anche a scrivermi lettere lunghissime quando ho cambiato città, lettere che ancora conserviamo, talmente belle che forse varrebbe la pena di pubblicare. Ha sposato il suo Amore in arancione vestita, in quel Municipio che era la nostra scuola media. E' una donna di un'intelligenza acuta e vivace, mi piace perchè usa parole desuete, come rorido e madido, per descrivere le sudate del suo figliolo, mi piace perchè si innamora ancora degli uomini degli spot come a 13 anni. Mi piace perchè parla della sua mamma con una tenerezza e una devozione e un amore così grande che fa commuovere, e io che penso che, se lo capisse, sarebbe così fiera e onorata di avere tanta figlia. Mi piace perchè mi fa morire dal ridere, quando racconta di quella casa orrenda che hanno costruito accanto alla sua, frutto, cito testualmente, "di un'indigestione di polenta e merluzzo di Alvaar Aalto". Mi piace perchè esclama Beata Vergine Del Carmelo!, perchè è buffa anche quando parla di tragedie, perchè è sensibile, sensitiva o forse mi vuole solo bene, e ha sentito che stamattina avevo bisogno di lei. E che forse, avrei avuto bisogno di arrampicarmi ancora sui cachi. Come se l'avessi fatto. Grazie, Manu.
Buon che cosa?

19 novembre, 2007
Fuori giri.

Esistono calcoli perfetti e semplicissimi, per determinare con esattezza una simile sensazione. Si è fuori giri quando non si ha voglia di niente, quando le cose ti scivolano addosso come l'acqua sulle oche, quando fai la spesa alla rinfusa senza neanche guardare bene quello che metti nel carrello, sia fertilizzante o acqua di rose, è la stessa medesima. Si è fuori giri quando anche l'aspetto fisico non aiuta granchè, il colorito spento, opaco, color di niente, i capelli elettrici e imbizzarriti, l'occhio da triglia, spento anch'esso, nessuna voglia di apparecchiature, una maglia qualunque, un jeans qualunque, una sciarpa qualunque, tanto ne ho tonnellate. Si è fuori giri quando, nell'ora che si deve impiegare in qualche modo aspettando la PrinciPianista, si cammina ciondoloni, si guardano le vetrine distrattamente e senza alcun interesse ed entusiasmo, soffermandosi un quarto d'ora su una fila di orologi che nemmeno ti piacciono. Fa freddo e non ne hai voglia, scapperesti già ma dove, ti crogioli in questa condizione di seppia congelata, tanto, il colore è uguale e il mood lo stesso. Un totano senza direzione, un pesce rosso, ecco, con la stessa identica attività cerebrale. Se poi, l'omino sul Corso, per far atmosfera natalizia si mette a suonare l'Ave Maria di Schubert col clarinetto, beh, meglio è cambiare aria. Recuperare in fretta e furia la Princi, già che ci siamo pure la Biondina Lisciata che viene, malaticcia ella pure, al capezzale del suo bel Maturando, tossente e dolorante, e guadagnare in velocità la strada di casa. Passerà, lo so, già domani, forse, o dopodomani. Ma mi guarderò bene da passare dal Corso. Conosco un luogo dove se lo potrebbe mettere, quel clarinetto. Eh, signora mia, quando ci vuole ci vuole.
18 novembre, 2007
Black Christmas.
17 novembre, 2007
Knitting pleasure.
Com'è, come non è, le fotografie sono tutte sballate, mosse, polverose, tremolanti e sfocatissime. Non sono brava e poi non ho avuto tanto tempo, sa com'è, e chiacchiera di qui, e knitta di là, e traduci dal francese un bordino svolazzante che è una vera meraviglia e che la mia Amica delle Perle ha subito monopolizzato confezionando in men che non si dica un portacellulare vezzoso e frivolissimo che è un amore. Dicono che ne faccia un business. Dicono. Comunque, è stato bellissimo, come al solito, thè e pasticcini, amiche e passanti, anche di quelle che non vedi da secoli, arrivate in treno fin qua, a raccontare in una mezz'ora quel che è stato delle nostre rispettive vite, a ridere come se ancora fossimo all'ufficio fatture con le scarpe da ginnastica e un tre quattro fidanzati da gestire ( eh, signora, a vent'anni eravam gigli, tigrati ma gigli). Così, il pomeriggio del Knit Cafè vola via. E pensare che ancora qualcuno storce il naso, sogghigna spocchioso ed esclama Checcooooosa? Vi trovate A Far La Maglia? Mia nonna diceva, Raglio d'Asino Non Va in Cielo. E nemmeno al Knit Cafè.
Un grazie specialissimo alla Filatura di Crosa, Special Guest e Royal Partner, e a Josephine, magnifica location di questa giornata. Che si ripeterà il 5 dicembre.
15 novembre, 2007
Giorni appuntiti.

Non il massimo e non il minimo. Giorni e basta. Solo oggi, in realtà, non si sta mica così di solito, sole e nuvole, rumore di foglie che scricchiolano, e il delirio di casa in disordine che renderebbe nevrastenico anche un monaco zen. Non mi sono lasciata afferrare, ieri, dal turbine delle orme sul pavimento, dalla polvere ovunque e dovunque, dalla confusione insomma. Oggi, ci sono finita dentro, mica è casa d'altri, è casa mia, qualcuno deve pur risistemare i libri al loro posto e senza fermarsi a leggerne nemmeno una pagina, che bello questo qui, che noia questo qui, che schifo questo qui. Qualcuno deve pur riassettare la lavanderia, ci voglio fare dei disegnini, che ne so, stencil, magari, ma il mio Sposo Imbufalito storce il naso, Stencil? Boh. Qualcuno deve fare, aiutata da un'ancella che non capisce una beata, che è sempre nel posto dove non deve essere, che fa le cose esattamente al contrario di come vanno fatte, le cose che non avrebbe voglia di fare nemmeno sotto tortura. Mi piace prendermi cura della casa, pulire sul pulito, signora, ma qui sono passati Unni, Barbari e pure gli spazzacamini, che mi aspettavo con la faccia triste, sporchi di fuliggine , il cilindro e la palandrana, ma invece no, signora, come, non lo sa? gli spazzacamini c'hanno pure il telefonino e mica la scopa di saggina e gli scarponi. O meglio, sì gli scarponi ce li hanno eccome visto che ne hanno lasciato visibilissime impronte sulla scala appena lavata. Sinceramente, ho di meglio da fare. Vedrò di non farmi contagiare dall'umore più che pessimo del mio Sposo, e cercare di non sentire quella punta di matita, appena temperata, sottilissima, appena appena, che in giorni così sento proprio lì, al centro del cervello. Qualcuno la chiamerebbe giramento di palle. Andrebbe meglio, mi sa. E si fottano pure tutti i temperini.
14 novembre, 2007
Pittura fresca.

Oggi.

Spiego tutto daccapo. Non occorre saper fare a maglia. Non occorre avere un lavoro iniziato. Non occorre nemmeno essere bravisssssssssime. Quel che occorre è solo la curiosità, ma andiamo un pò a vedere che torbide cose fanno in questi Knit Cafè, La voglia di scoprire un ristorante nuovo, coi divani e i cuscinoni, di vedere facce che non vedi di solito e che poi, magari, incroci distrattamente la mercato, ma io ti conosco, sei venuta al Knit Cafè. Occorre avere voglia di un pomeriggio di relax pressochè totale, di frugare fra i kit di filati che ha messo a disposizione la Filatura di Crosa, di tirarsi fuori per una volta dalla routine casaspesafigli. Daniela, la padrona di casa, ha promesso thè esotici e garbati dolcetti. Qualcuna vorrà imparare a fare le trecce. Altre, fedifraghe, promettono un gossip vivace. Perchè privarsi di tanto bendiddio?
A casa di Josephine
Via Parma 10
Alessandria
dalle ore 16 alle 19.
Ok. Ivi saremo.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

-
La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
-
Nasce nei muri Esplode di foglie tondeggianti e vellutate, belle alla vista e alle carezze. Nasce nei muri. Al sole, senza terra, ...