E' una mattina arancione di foglie e un pò trasparente di brina ghiacciata, di azzurro nascosto da un velo di nuvole timidissime. Non fa nemmeno freddo, pensa un pò. Ho deciso che sarà una bella giornata, che non frignerò come una scolaretta, che non mi farò prendere dagli eventi, che mi sentirò bene, educata e rispettosa, compunta e a posto, dacchè ho in testa questa canzone, la canterò fino alla nausea, come faccio spesso, una frase o due per mille volte. Almeno, fino a quando avrò chiaro che diavolo vuol dire Muovimi Il Sole. Però, è una bella frase e allora va bene.
08 ottobre, 2008
07 ottobre, 2008
Ciao.
E' un'ombra invisibile. Un peso impercettibile, presente. In un angolo, qualche volta, che sembra sparito, che sembra scolorito, che sembra solo ma non è. Che strani giochi fa, che sono anni che ti sforzi di ricordare e di mettere insieme, è passato così tanto tempo e le cose che che ti restano sono così poche, che hanno perso la luce lungo la strada, e ricordi sì, ma vorresti ricordare di più. Te ne è mancato il tempo. Di collezionare cose da ricordare, ecco, le metto lì, le riaprirò quando sarà il momento. Passano, i giorni e gli anni, e non è mica vero che passa, è sempre lì, a volte non lo ascolti, a volte, nemmeno te ne accorgi che c'è, e invece è lì, eccome. E ti rende così strana, più strana che triste, in realtà, a immaginare come sarebbe adesso se, e cosa farebbe adesso se, e coi nipoti e con me, e con mia madre e con mio marito, magari ci parlerebbe di calcio, di politica, di cose. Ma parlare coi se non è mica divertente, e sono così tanti anni che dico se e se e se, e non so nemmeno se oggi andrò al camposanto, forse domani, forse chissà, e se e se, se ascolto questa grande sconfinata malinconia, se ho poche cose di lui da ricordare e raccontare e sempre le stesse, se passeranno ancora mille anni e io ancora qui, intrattabile e strana, a pensare e immaginare e a dire ma quant'è che non sei qui papà.06 ottobre, 2008
Passerà.
Pedala. Veloce. Che di cose da fare ce ne sono tante, che i festeggiamenti sono finiti, e hai buttato nell'organico gli avanzi della torta e i bacididama non più freschissimi, avresti potuto tenerli da tuffare nel caffè ma tu no, plateale, li hai buttati nel secchio, come a dire, ok, finito tutto, compleanni, lauree, onomastici e chissàchealtro. Torna sulla terra, torna al quotidiano, torna ai giri, alla spesa e alle cose, e alle grane e anche all'ansia, perchè no, che è così tanto che non ti viene a trovare, vorrai mica lasciarla sulla porta, chiuderla fuori, sei ben maleducata, non si fa mica così. Così come. Così che stamattina ti sei svegliata che avevi sul petto quel peso e quello sguardo a tratti perso a tratti spiritato, e che sei stata così brava a controllare per un pò, fino a quando tutti sono usciti dalla porta, la merenda in mano, il sonno ancora stampato sulla faccia, e tu hai chiuso la porta e ti ci sei appoggiata e hai respirato profondo, e adesso da dove comincio, e hai guardato i resti della domenica, le coperte per guardare la tv, il lavoro a maglia, la bottiglia del latte, le felpe in giro, le scarpe in giro, e ti sei detta, no, di nuovo, eccola che arriva, pesante e sottile, subdola e ingombrante, invisibile e schiacciante. Trovate un vaccino per questa cosa qui, trovate una pastiglia, una fialetta, delle goccine, che ti calmino da questa cosa, che ti facciano sentire che tutto è a posto e tutto è ok, e tutto va bene e che basta così. Vaccino non ce n'è, nè so da che parte cominciare ad inventare uno, così scrivo e scrivo e scrivo e in qualche modo, non so come e non so quando, passerà.03 ottobre, 2008
Non sembra.

No, non sembra. Non sembra lo stesso di quando diceva tolefono. Di quando gli insegnavo a nuotare, di quando mi guardava curioso con quegli occhi profondi, sospettosi, anche, ma con un guizzo che mai dimentico, un misto di bene e di allegria, non so, mai ostili, mai. Non sembra lo stesso di Fai la Faccia di Spiacenza, di quando abbracciava con una tenerezza infinita i suoi fratelli neonati, quella sorella adorata che, lo so, ha un posto speciale di zucchero nel suo cuore. Non sembra lo stesso, di quando siamo andati a comprare un frigo più grande, di quando abbiamo allestito un'altra stanza, un'altra libreria, un'altra lampada per studiare, non per un piccolino ma per un fanciullo di tredici anni non ancora, spaesato, lacerato, un pò triste. Non sembra lo stesso di quando pallido mi ha detto Non Sto Bene, Là, e io mi sono sentita peggio, sapendo che bene non stava veramente e l'ho obbligato ad andare al pronto soccorso per poi scoprire che si era spaccato la milza cadendo su una sedia nell'intervallo a scuola. O di quella volta che camminava su per la salita zoppicando, Sono Caduto In Moto, Non Lo Dire a Papà. E di quell'altra e quell'altra ancora, Possiamo Sporcarci Adesso? il giorno del matrimonio di suo padre e mio, e di quella Sai, Mi Sono Innamorato. Oggi, questo figlio fa qualcosa che rende suo padre ciarliero e orgoglioso e nervosissimo e impaziente. E rende felice i suoi fratelli e me, me che lo amo di un amore speciale, che so il suo cuore come se se lo avessi fatto io come tutti gli altri e che sono così fiera di lui, così orgogliosa anche io che non c'entro niente, e che oggi lo perdono di quell'unica volta in cui mi disse Il Parmigiano Me lo Mette Mio Papà. Al mio dott.ing (azz, un altro!) un sorriso per dirgli che è il meglio dei figli che c'è. Anche un pò mio.
02 ottobre, 2008
Soffia.
Soffia, esprimi un desiderio, quello che vuoi, e baci e baci, uno di qui e l'altro di là, e auguri e buon compleanno, buonissimo davvero, con le persone che vuoi, con le cose che sai, con le risate che ti porti dietro, con le lacrime, ma quante, che hai in una scatola e che forse senza quelle non saresti diventata quello che sei, già ma che cosa sei, vanesia donna, e che ti credi, in fondo. Presuntuosa nel dire, sono felice, sto bene, è un momento della mia vita che fermerai qua, schiaccia pausa, oggi, adesso, magari dopodomani è già diverso, che ne sai, ma oggi no, oggi è festa e allegria e zuccherini e confettini, per oggi, immunità assoluta, puoi fare quel che vuoi, fino alla mezzanotte, puoi giocare se ti và, ridere fino alle lacrime, quelle che hai paura che ti coli il viola sulla faccia, puoi cantare, ballare e saltellare. Buonissimo compleanno, ora soffia, da brava, attenta a non colare la cera ed esprimi un desiderio, quello che vuoi, coraggio, soffia.01 ottobre, 2008
Ben venga ottobre.
30 settembre, 2008
29 settembre, 2008
Morale della favola.
27 settembre, 2008
24 settembre, 2008
The allestiment.
Baci.
Si fanno o si dànno? Con schiocco o senza, leggeri, a raffica, a stampo, come i ragazzini, distratti come gli amanti stanchi. Un bacio, buongiorno, frizzante d'energia, e un bacio, buonanotte, dolcissimo, lasciato sul cuscino perchè ti faccia compagnia. Baci di mamma. A dirvi che belli che siete, anche se pungete ogni tanto, anche se vi scansate qualche volta, Ma Mamma! Baci. Per dirvi son qui, e non è niente, passerà, e ti ho perdonato, e fai attenzione e torna presto e non fare stupidaggini. Baci. Buttati dalla finestra, lanciati davanti scuola, che ti giri mille volte che sei già grande, e lo so, accidenti se lo so, non sarà troppo? Baci trattenuti, che le delusioni e le arrabbiature dei ragazzi mica si curano coi baci, ma che voglia certe volte, di dire, vedrai che si aggiusta tutto, vedrai, che non voleva dire quello che ha detto, vedrai che poi lo trovi, vedrai che poi fate pace, vedrai che non è così, vedrai che andrà bene, vedrai che sarà facile, vedrai che non fa male. Vedrai. Vedrai che la vita che hai in mano sarà come tu l'hai disegnata, che non è vero che il mondo è così brutto come dicono, devi amare tanto e un pò soffrire e molto ridere e molto piangere, ma alla fine, figlio mio, la tua vita sarà stellata e luminosa, hai un libriccino in fondo al cuore con la lista di quel che si fa e quello che no, l'abbiamo scritta per te. I sentimenti, quelli veri, quelli forti, quelli che ti sfamano, che ti scaldano, che ti riparano dalla pioggia, che ti proteggono e difendono, sono le cose che più contano, lo sai? E se ti sembrerà non farcela proprio, se avrai paura o ti sentirai ingannato, se ti sbuccerai le ginocchia, il cuore e l'anima, vieni qui, che ti dò un bacio. Lo vedi? E' già passato.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
-
Sarà il periodo. O la mia proverbiale e assoluta frivolezza cosmica. Ma a me, scartare i pacchi, galvanizza. Elettrizza. Mi piace, insomma....
-
Da poco, abito accanto a una palestra. Alla palestra di una scuola. Ho spesso la finestra aperta, non mi arrendo ai temporali alle piog...