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05 maggio, 2008

Percossa e attonita.

E' una tradizione, oramai. Da quando hanno l'età della ragione, i miei figli il 5 maggio vengono svegliati in poesia. Così, alle ore sette e zero cinque, ho fatto irruzione nella loro linda (!) cameretta, declamando Ei fu, siccome immobile datto il mortal sospiro eccetera. No che non erano contenti. Il Liceale, poi, che ultimamente è piuttosto imbronciato e polemico e non proprio gradevolissimo nonostante l'adorazione della famiglia tutta, ha bofonchiato qualcosa di indistinto e si è rimesso con la testa sotto al cuscino. Il Maturando, vista la sua preparazione classica (ri-!) non ha proferito parola nè suono alcuno. Eppure respirava. Esperimento letterario non riuscito. Fatt'è che oggi, maggio cinque, mi sento poetica e napoleonica e già che ci siamo pure manzoniana. Il ponte lungo, questo crudelissimo assaggio di estate e di costumi e di creme abbronzanti al sapore di cocco, e di vento, e di fruscio di jennaker, che lo so bene signora cara che non ha la minima idea di che cosa sia, ma non sono proprio io la persona più adatta a cotale spiegazione, chiederci al Capitano Stubing che è tanto meglio, io so soltanto che lo volevo lilla, ma il signore che li vende ha guardato il Capitano con tanto d'occhi, che coooooosa? una vela lilla non si è mai vista, e allora me lo devo tenere di un bel turchese, che và con tutto, col blù del cielo e col blù del mare. E che ora che ci penso, non ho neppure un costumino che vi si intoni e allora, mi sa davvero che dovrò rimediare, per non farmi trovare impreparata, per non stonare a poppa e a prua, sù e giù per la spiagge più raminghe, dall'Alpi alla piramidi, dal Manzanarre al Reno. E via, stamattina và così.

05 maggio, 2010

Tema in classe.

Orsù, bambini, ora prendete il vostro bel quaderno a righe, e scrivete in mezzo e con la penna rossa Tema In Classe. Una Giornata di Pioggia. Svolgimento. Sono sempre stata brava a fare i temi, che scoperta. In una cosa, almeno, dovevo per forza essere brava. Il mio tema di stamattina, invece, fa schifo. Schifo come quello che vedo di fuori, schifo come mi sento io adesso, schifo e basta. Bonjour, arciduchessa, mi sa che ha la corona storta, questa mattina. Un tantino, arciduca, un tantino. Mi sento come, aspetta che ci penso, ah sì, mi sento come se mi  avessero menato, se stanotte mi avessero preso a calci e pugni e sberloni, come se mi fossi fatta un giro nel frullatore, o se mi fosse passato sopra un autobus, o meglio, un tram, di quelli doppi, che le rotaie, si sa, fan ben più male delle gomme. Farnetico, lo ben so. Nemmeno il fatto che oggi sia il cinque maggio, mi aiuta un pochino, e resto così, percossa e attonita, nemmeno tanto collegata, senza i miei numeri della rubrica, obnubilata e ottusa, come dico sempre, sospesa tra l'obbligo di fare cose e la voglia di non farne nemmeno mezza, accomunata, credo, al 90 per cento della popolazione. Fatt'è che è il 5 maggio, fatt'è che son qui a sorvegliare la PrinciTachipirina, che non ci facciamo mancare niente, nemmeno un febbrone così, a sorpresa. Più tardi andrà meglio, lo so già, forse una doccia freddina mi darà una mano, curerà i lividi immaginari, farà passare questo male così nitido che sembra vero, questo essere passata nel gancio piatto del Kitchen Aid. Questo il mio tema di stamattina, non ho mai fatto i temi di attualità, oggi avrei preferito il tema storico e avrei parlato di Napoleone, ma forse, chi lo sa, lui nemmeno ce l'aveva il Kitchen Aid. 

Componimento confuso, sei andata fuori tema, punteggiatura corretta ma svolgimento insufficiente. Voto 4.

09 settembre, 2010

Non importa dove.

Dimentico. Cincischio. Perdo tempo. Mi balocco. Guardo fuori. Penso. Non ho ancora inserito la modalità On, nel mio complicato cervello, non già perchè è mattina, ma son giorni e giorni. Semplicemente, sto spenta. Non spenta nel senso brutto. Spenta nel senso di non accesa. Faccio cose automatiche, di riflesso, mi lascio trascinare, spostare come un vaso, non sono io a camminare, sono le gambe che lo fanno per me. C'ho l'ansia, leggera, leggerissima, per le cose che dovrei fare e le dimentico, con precisione. Non ho nemmeno ordinato i libri per la scuola dei ragazzi, è compito mio da tempo immemore, sì, mi è venuto in mente,ma poi mi è passato, così come è venuto, dimenticato, scusate tanto. Tutto ciò dovrebbe buttarmi in uno stato di prostrazione, per dire, madre degenere, donna sciagurata, vergogna!, e cose del genere. Niente di tutto ciò. Rimango così, percossa e attonita, la prima frase che mi verrebbe in mente è chissenefrega, la seconda è Ci Passo Domani, la terza è che non ci sono frasi da dire, e allora va bene. A studiarlo per bene il mio cervello, ha tre modalità. On e Off, Come tutti i cervelli del mondo e una terza, a sorpresa. La modalità Fly. Nel senso che son volati via i pensieri e resta il niente, zero voglia di zero, tutto mi scivola addosso come l'acqua sulle oche, nel senso che ogni cosa che mi venga in mente non ci resta per più di tre secondi, nel senso che in giornate come queste l'unica cosa da fare sarebbe volare via. E nemmeno m'importa di sapere dove.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...