10 luglio, 2006

09 luglio, 2006

Era l'anno dei Mondiali...


...quelli dell'82, però. L'anno del mio esame di maturità. Non un grande momento, per me. In una città che ancora non amavo e che vedevo troppo grande ed ostile, con compagni che non mi amavano e che non mi avrebbero amato mai. Per loro, ero soltanto una sciocca provinciale, con tutte le E larghe, tranne quella di verde. Non ne ricordo nessuno o quasi e sono certa che nessuno di loro si ricorda di me. Avevo troppa confusione, troppa solitudine e troppo dolore da mangiare. A diciannove anni, non è un granchè. Ma ricordo, lucida quella sera di luglio. Venticinquemila lire per il biglietto dei Rolling Stones. Ho gli orali il giorno dopo, ma posso mancare? Ho i capelli legati con un nastrino tricolore che ho preso dal fioraio, ho sempre avuto la mania dei nastrini. Ci vado con la mia compagna di banco e due amici del mare. Saremo lì dalle 3 del pomeriggio, farà un caldo infernale e ci bagneranno con gli elicotteri. Mi porto gli appunti di economia, e provo anche a ripassare. Non servirà. Avrò 5 di economia e 9 di italiano. Forse, ho sbagliato qualcosa nella scegliere un istituto tecnico, lo dicevo io, ma non l'ho scelto, purtroppo. Forse, una secondogenita senza papà ha mai fatto un liceo? Alle 9 arriva Mick Jagger, ha la maglia degli azzurri e lo stadio insorge. E'stata una sera speciale, di confusione e di bandiere, di quelle sere che non scordi, e che ancora racconti, dopo anni, ventiquattro, appena ieri. Quell'anno, abbiamo vinto i Mondiali. Dopodomani i Rolling Stones saranno a Milano. Non dico nulla. Non ho mai imparato l'economia, cito Dante a memoria e ho sempre la mania dei nastrini. Mia figlia sta infilando da stamattina braccialettini tricolori per tutti. Per una sera che sarà speciale. Forse, un pò di più.

08 luglio, 2006

Infida ma splendida.


Una vera invasione. Silenziosa e trasparente, urticante, suppergiù. Misteriosa ed elegante, eterea e un pò bastarda, la medusa ha letteralmente invaso i nostri mari. Compreso il mio. Certo, a vederla, tutto sembra fuorchè una piantagrane, una rovina pomeriggi, un flagello vero. E' bellissima, tonda, con mille riflessi violacei, con quel suo incedere docile e morbido che ti verrebbe voglia di farle una carezzina. Ma la carezzina te la farà lei, accidenti, lasciandoti una scia di affetto che brucia per una buona mezz'ora, nonostante la sabbia calda e l'ammoniaca. Beffardo animale. In realtà, il suo comportamento non è poi così diverso da quello di certi umani. E loro, gli umani che incantano e poi pizzicano, non si possono nemmeno tenere nel secchiello o far sciogliere lentamente sulla sabbia. Però, qualche volta, sarebbe bello.

07 luglio, 2006

Mai più senza.


Credo che a tutti, dalla casalinga plurimamma ai single impenitenti, sarà almeno una volta nella vita, capitato di stilare una lista della spesa. Personalmente, la trovo rassicurante. Mi annoto infatti con precisione cosmica ogni cosa: latte, uova, ammorbidente. Magari su un bel cartoncino semirigido che non si sgualcisca, e con un bella penna ad inchiostro glitterato.. Magari, viola. Vediamo allora di stilare, in una mattinata di vento profumato, quel che serve per un'estate, per una piccola vacanza, anche solo per una cena su un terrazzo di città. Tralasciando un costumino grazioso, una ciabattina gioiello, un caftano, si aggiunga, senza tema di smentita, il Fluide de Beautè Paillette. Carita, ovvio. Ne avevamo già parlato, ma questo, care le mie signorine, è con i brilli. Lusso e scelleratezza. Abbronzante, doposole, nutriente, sui capelli, profumatissimo, per illuminarsi d'immenso dopo una giornata di sale e di vento. Che sa d'agrumi, già si sa. ma la vera magia è rappresentata dal fatto che i brilli, impalpabili e delicatissimi, non scivolano via con un crawl impeccabile o con un semplice sguazzo che sia. RImangono miracolosamente avvinghiate alla pelle già biscottata, donando riflessi lunari, stile Zeudi Araya, tanto per capirci. E gridolini di giubilo in chi vi annusa. Luminose e deliziose, sarete pronte per la cena all'agriturismo fra le rocce, rifuggendo, snobbissime, il clangore caciarone della vicinissima Costa Smeralda, il look tutto bianco, il sandalo a stiletto, la gonnina inguinale molto dopo il diciottesimo anno, il tettame gommoso, il gioiello vistoso. Luminose e deliziose, praticamente, perfette. Basterà una canottierina, jeans discreto, zeppa da viale e niente smalto. Il brillio incontrerà. Sconsigliato in caso di storie torbide e/o amorazzi estivi da nascondere. Il brillo, s'aggrappa. Dont' forget.

05 luglio, 2006

Dell'elmo di Scipio.



Non sono una tifosa. O meglio, non nel senso letterale del termine. Subisco mio malgrado dozzine di partite, partitelle, amichevoli, campionati, tornei, partite ammogliati/scapoli (già, ma i separati, conviventi, plurimaritati, dove giocheranno mai?) e cose del genere. Non ho dimestichezza con 4.4.2, fuorigioco, punizioni e calci d’angolo. Quest’ultimo, no, invece, sì che lo so, è quando tirano da quella bella bandierina di un bel giallo acceso. Devo aver già avuto modo di spiegare che allo stadio o alla tv, guardo il folklore, i tatuaggi, gli striscioni, le smorfie, le proteste, e, lasciatemelo dire,il sedere dei calciatori. Faccio parte di quel plotone di femmine che ieri sera ha urlato, sbraitato, con grazia, per carità, detto qualche parolaccia, abbracciato saltando mio marito dopo il gol di Del Piero. E’ stata una bella partita, una bella serata. Amici, bambini, in una deliziosa confusione familiare, sembrava uno squarcio di vita anni 60, quando ci si ritrovava a casa di qualcuno a vedere la televisione. Il Caressa Incipit, mantra e poesia, recitava che, essere italiani, ieri sera contava di più. Che peccato però. Che non insegnino più a scuola l’Educazione Civica, il senso del Paese, l’appartenenza. Ricordo che la mia maestra delle elementari spolverava ogni lunedì mattina la foto di Giovanni Leone appesa lì, accanto a quella di Paolo VI. E che ci aveva insegnato l’Inno di Mameli scrivendolo alla lavagna. E i segnali stradali, e a non buttare la carta per strada. Già, ma allora alla maestra (una soltanto) si dava del lei, avevamo il grembiule nero e il fiocco rosa, lo scudetto con la classe a numeri romani sul braccio, i calzettoni e la cartella. Ora, io non so bene quanto anni abbia Marcello Lippi. Qualcuno più di me, mi sa. Lui, l’Educazione Civica l’ha studiata di sicuro. E’ sempre stato campione di diplomazia, autocontrollo ed educazione, riuscendo persino ad essere spesso molto antipatico. Ma quel vaffan in mondovisione, dopo la traversa o il palo di non so chi, ce l’ha, in qualche modo restituito. Umano. Rimandato in Educazione Civica ma promossissimo, a pieni voti, nel cuore di ogni italiano che stamattina si sveglierà con la voce rauca dal tanto urlare. L’Italia, chiamò.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...