24 settembre, 2006

Il cadeau.


Com'è noto alle folle, se c'è una cosa che io non ho è il cosiddetto pollice verde, che nei secoli si domandano che sì, passi il verde, ma perchè pollice proprio non si sa. Ho comprato centinaia di piante di ogni foggia, forma ed esigenza ma nessuna, nessuna, nessuna che abbia resistito per più di sei mesi. Sono una green killer, ancora a Torino si parla della Strage delle Ortensie in Corso Re Umberto, quando, in un eccesso di zelo, ho somministrato ai miei vasi rigogliosi di ortensie dai colori pastello, una bottiglia intera di fertilizzante. Il risultato è facile da immaginare. Oggi, però, non ho resistito. Novantanove centesimi, signora mia, al discount situato proprio nei pressi del campo di calcio dei miei figlioli. Novantanove centesimi e ho potuto acquistare in tutta scioltezza una piantina di basilico. E una di erba cipollina. E una di salvia. Un bel regalo. Le ho sistemate accanto al fornello, ovviamente, c'è un posto migliore per tre vasetti di piante aromatiche? Cercherò di averne la massima cura. Il motivo di questo regalo è che oggi, dichiaro ufficialmente aperti i festeggiamenti per il mio compleanno. E da adesso, e fino a lunedì prossimo, un regalino al giorno.... e di valore crescente, questo è sicuro.

22 settembre, 2006

Eccola qua.


Ci siamo. E' arrivata. Leggera come zucchero a velo, silenziosa e affascinante. La nebbia di stamattina a guardar fuori dalla finestra, quella che fa i fari delle macchine come sorprese, all'improvviso, puntini che sbucano, è un attimo, da un lenzuolo soffice e grigiolino, lavato male, sembra. E fa il sole tondo come una moneta, proprio lì dietro alle case. La nebbia di stamattina ha cullato i sogni, non quelli della notte, ma quelli veri, che si raccontano appena svegli, per non perderne nemmeno un pezzetto, i progetti e le speranze che il mattino presto rende più liquidi e più disposti a parlarne. I sogni non si contano, se ne possono avere mille o uno soltanto, vale tutto. I sogni sono morbidi, sono scudi di gommapiuma contro gli spigoli, sono camomille calde, fette di crostata. Sono musica nel rumore, brillanti tra i sassi, fiordalisi nel grano. Non averli è un delitto, uno spreco. Conserva i tuoi sogni, cùllali e tienili al caldo, in un posto segreto dove nessuno li possa trovare e stracciare, o calpestare. E non importa se qualcuno non si avvererà, sarà stato bello averlo, ascoltarlo e farlo crescere, sarà stato bello camminare con lui, ti avrà aiutato in mattine come questa a non dire Che Schifo Di Nebbia, ma a pensare Guarda lì, Il Sole Stamattina Sembra Proprio una Moneta.

20 settembre, 2006

La vaccinazione.


Avrei preferito perdere il portafoglio. Ci sono degli eventi nella vita di una persona, nella fattispecie in quella di una madre, dei quali faresti volentieri a meno. E non sto parlando delle udienze coi professori, certo che no. Da anni, ormai, sono ricevuta dai docenti dei miei figlioli maschi con sguardi disperati e/o teste scosse in segno di resa, mi ci sono abituata e passo oltre. Intendo dire quegli eventi che sai che fanno di te un bugiardo cosmico. La vaccinazione fa male, mamma? Ma certo che no, Principessa. Col cavolo, invece. Certo, è una punturina da niente, ma il braccio e la mente e il cuore di una bimbetta di anni 9, certo non sono quelli di un adulto. E meno male, anche. Così, oggi, combattuta tra l'essere compita e lucida e il voler scappare scavalcando la finestra dell'ambulatorio come avrei voluto, beh, ho dovuto decidere per la prima versione. Perdonami, figlia. Se ti ho mentito spudoratamente, ma vedi, ci sono cose obbligatorie nella vita di un bambino, che non sono soltanto vedere Roma e imparare a cantare e a saltare la corda. Perdonami se non ti ho fatto scappare, se ho fatto finta di non vedere i tuoi occhi terrorizzati mentre la dottoressa preparava il vaccino. L'avrei fatto io al posto tuo, se avessi potuto. Le mamme, amore mio, sono strani personaggi. E' vero che ridono sempre e parcheggiano storte e mettono ogni mattina una poesiola nella merenda, ma anche loro hanno paura, lo sai, e a volte soffrono in silenzio, e anche loro a volte, fanno come devono e non come vogliono. Ma devi sapere una cosa. La mamma non si abitua. Non alle lacrime, non alle tue. E ogni volta, il suo cuore piange con te. Anche se non si vede.

19 settembre, 2006

La smemorata.


Sono nata negli anni 60, certo, non è un mistero per nessuno. Anzi, il 2 ottobre è il mio compleanno, così, tanto per portarmi avanti nella vicenda. Ricordo che all'epoca era di assoluta tendenza rimpinzare i propri figli di vitamine e affini. Chi non ricorda il Be-Total dopo l'influenza o il temutissimo Haliborange, che altro non era che il famigerato olio di fegato di merluzzo in uno dei suoi megli riusciti travestimenti? E poi, per tacitare le coscienze delle mamme più apprensive, che non avevano tanta poesia per seguire i propri pargoli negli studi quotidiani, Lui: l'Acutil Fosforo. Erano insignificanti pastigline bianche, minuscole, dal gusto scellerato se lasciate stazionare prima di inghiottirle. Ma lo prendevano tutti, e allora andava bene. Mia madre ce lo faceva trovare, a mio fratello e a me, accanto alla tazza del caffelatte, prima di andare a scuola. Come sottrarsi? Bene, questa lunghissima introduzione è solo per chiedere una tripla fornitura super plus per me, adesso. Come dire, sarà l'età, l'inizio della fine, anche mia bisnonna aveva cominciato così, no, non è vero, ma insomma. Ebbene, io dimentico. Era già successo con quel numerino, tempo fa. Beh, non sono un caso grave, non facciamola tanto tragica. Però, certo, fa riflettere. Sopravviverò. Ma devo fare qualcosa. Comincio con una bella cura di fosforo. Dopodichè, avrei bisogno di una settimana di vacanza in un luogo di terme per potenziarne i benefici. Facciamo Capri? E va bene. Successivamente mi servirebbe, per l'imminente partenza, un set di valigie coordinate, mica posso recarmi a Capri con il trolley preso coi punti della Esso, no? Vuitton mi sembrerebbe consono. Direi che ci siamo. Ed è perfettamente inutile che vi prodighiate tanto a spiegarmi che Capri non è affatto un luogo termale e che un set di valigie Vuitton costa quanto un monolocale. Lorsignori vedano, la cura non l'ho ancora cominciata!

18 settembre, 2006

Stasera.


Molti queste cose le detestano. Non ci vanno, semplicemente. Personalmente, non è che ne vada pazza, certo che no, come potrei. Ho già dato, come si dice. Ma volevo essere lì. A dire una preghiera, non importa se è un bisbiglio o è ad alta voce, e ho dimenticato anche a casa il mio rosario di vetro. Non serviva, lo so. Sono qui, per lei. Che non si gira, che ogni tanto guarda a terra, e che ha le lacrime lì, sul bordo degli occhi, ma che un pò si sforza e quasi, sorride, stanca e smarrita.Conosco fin troppo bene come sta, perché ho provato tanto tempo fa, e so che tutta la gente che le va incontro e l’abbraccia e la bacia e le dice coraggio, le dà un leggero senso di nausea, e si chiede, lo so, ma quand’è che se ne vanno via tutti. Io non so bene cosa fare. Ma mi avvicino, senza parlare e la guardo. Leggo nei suoi occhi le cose che so già, che porto cucite nel cuore da ventisei anni, tra poco. Non serve a nulla, ma nel mio abbraccio c’erano le cose che volevo dirle, che ci sarò se lo vorrà e quando, se piangerà o se vorrà parlare d’altro, o se vorrà solo stare in silenzio ma non da sola. Per quel che serve, io ci sarò.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...