11 aprile, 2007

Fuori dal mondo.


Come si riesca a trovare affascinante una mattinata nebbiosetta e frescolina, è presto detto. Basta avere davanti un'immagine così, un pò verdissima e un pò celeste, il cielo un pò violetto e un pò turchese. Sono giorni un pò fuori dal mondo, senza quotidiani, nemmeno quelli on line, pochissime notizie, qualche lavoro di giardinaggio, molte passeggiate sulla spiaggia, l'acqua ghiacciata e un vento discreto. A giorni così, si può pure perdonare che il collegamento internet funzioni a singhiozzo, che domani finalmente metteranno l'ADSL, che ho fatto una quantità di fotografie che non riesco a scaricare perchè la periferica non ne vuole sapere. Rimedierò. Per il momento, mi accontento di questo niente perfetto, i progetti che ho in mente, le cose che farò. E' quasi tutto pronto per quest'estate. Ancora qualche giorno e poi, si torna a casa. Ora, lasciatemi qui. Per il delirio, c'è tempo.

07 aprile, 2007

Sally, la tartarughina.


L'abbiamo trovata ai piedi delle rocce. Era lì, immobile e tranquilla, grande come un mandarino. Probabilmente si era già accorta di noi, in fondo non poteva essere altrimenti. Un' orda non proprio silenziosa di sette persone che arriva all'alba in un villaggio semi deserto e semi addormentato non è proprio che passi inosservata, ecco. Ma siamo arrivati fin qui. Sally forse ci aspettava. Ha un musetto non proprio bellissimo, somiglia vagamente a Rosy Bindi, ma l'ho chiamata Sally come la canzone di Vasco. Perchè cammina per la sterpaglia senza avere fretta, ha il guscio ancora lucido e chiaro ed è così carina. La famiglia al super completo, come sempre a Natale e Pasqua. Lì, c'è il mare. Non ho fatto valigie. Ho cacciato alla rinfusa qualche maglia in una sacca, avevo voglia di improvvisazione, non so, e non è che le mie partenze abbiano molto da improvvisare in realtà. Anzi, sono costellate da bigliettini e promemoria, fare questo, non scordare quello e cose così. Starò qui, a guardare il mare, a ubriacarmi di questa famiglia chiassosa e invincibile, mi vestirò come capita e se, maglie a strati, jeans e occhiali Chanel. Leggerò se ne avrò voglia, a starò lì, a guardare in sù, la musica nelle orecchie e nessun pensiero a graffiarmi il cuore, nessuna ansia che mi squassi, niente di niente. Farò come Sally. Andrò lenta per la mia strada, fra i rovi e gli sterpi e quando avrò paura tirerò la testa dentro al guscio, finchè mi passa. "..forse era giusto così. Forse, ma forse, ma sì".


05 aprile, 2007

Oh quante belle figlie...


Ormai, è fatta. La Princi ha cominciato a prendere lezioni di pianoforte, giusto così, per non far mancare niente, nè a lei, nè a noi. L'impegno è superlativo, precisina com'è, ma chissà da chi avrà preso, si esercita per ore sui pezzi che porterà al saggio di fine aprile. Non esageriamo, ancora non siamo su Chopin o Mozart, considerando che ha iniziato davvero da poco. Siamo su...autore anonimo, diciamo. La Princi, infatti, ha sul suo bel piano nuovo di zecca, regalo anticipato della Prima Comunione (e sì, signora cara, in questa casa si fa così, ogni regalo deve avere la sua bella ricorrenza, se no mi vuol dire dove andiamo a finire?)lo spartito di Madama Dorè. Così, tutti ci ritroviamo a canticchiarla, preparando la caffettiera o le valigie, accidenti, che domani si parte, al gran completo. Son giorni calmi e sereni, che la calma pasquale si posi quieta anche sulle cose mie, e sul ciliegio del giardino che, se guardi bene, ha già tutti i fiori pronti a sbocciare. Che Cosa Ne Vuoi Fare, Madama Dorè. E vai a spiegare al liceale che non è La Voglio Strangolare. Ma, creatura, alla cinquecentesima replica, abbiamo tutti il diritto di storpiarla un pochino, no?

02 aprile, 2007

L'idea malsana 2. Il ritorno.

Ce n'era già stata una, di idea malsana. Ma qui, signora mia, proprio non ci si fa mancare niente. La Princi riceverà la Prima Comunione a fine maggio? Ma via. c'è tutto il tempo per ricamarle una sessantina di scatoline porta...porta...già, porta che cosa?ad uso bomboniera, a perenne ricordo di questa festosa giornata. Lo so che è delirante. Ma mi piace. E poi, lo faccio per me, insomma, mi serve. A non ascoltare più quel diabolico gomitolo che per tutto il fine settimana ha rotolato su e giù, dalla gola allo stomaco, quel batticuore insolente e irragionevole, quell'ansia strisciante e beffarda, quelle lacrime cretine che mi sono scese ieri a pranzo per una banalissima discussione col mio sposo, e tutti a guardare nel piatto, ma come, la mamma piange per una scemenza del genere? e quando la mamma piange sono tutti increduli e straniti, come se io non potessi, e no, la mamma non piange mai, non ce l'ha lei il sacchettino delle lacrime. E invece ce l'ho, ce l'ho eccome, e quanto vorrei usarlo solo quando non mi vedete, quando vostro padre non c'è, che anche lui ieri mi guardava colpevole, come a dirmi, ma che succede, per così poco, ma da quando? Scema che sono, ogni tanto. Così, mi sono rimbambita a ritagliare rettangolini 35 quadretti per 65, e sforzarmi di tagliare dritto, se no poi, chi la sente Caterina che mi fa le scatoline di cartone. Ne ho tagliate 52, e dopo circa un'ora e mezza mi sono fermata ad ascoltare. Il gomitolo non c'era quasi più. Qualche volta, c'è da dirlo, le idee malsane aiutano.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...