06 giugno, 2007

Di qua e di là.



Diciamo che non ci si riesce a concentrare. Un pò di qua e un pò di là. Proprio quando le scuole stanno per finire, quando le vetrine sono strabordanti di costumi, cestini, abbronzanti e teli mare, proprio non cel asi fa a concentrarsi sulle vacanze. Sarà stata la grandine di ieri. Io adoro la gràndine, i temporali, gli acquazzoni profumati, quelli coi goccioloni e dico sempre, tranquilli, è una nuvola di passaggio, ma spero che non la sia, perchè mi piacciono quei chicchi sorprendenti che arrivano chissà da dove, poi, e ieri che sembrava che piovesse riso, e io con la finestra aperta, che ho ritirato le cose in fretta ma nemmeno tanto per bagnarmi un pochino, per essere anche io parte di questo spettacolo così bello, da ricovero, dice il mio sposo, non è mica tanto normale una che si bagna alla pioggia mista a gràndine per vedere di nascosto l'effetto che fa. Bello, però. Ho contagiato anche la Princi e ieri ridevamo come sceme, a sentirci un pò di gràndine addosso, non siamo neppure riuscite a chiudere il cancello del giardino dove era in pieno svolgimento la nostra prima Raccolta del Ribes. Abbiamo dovuto interromperla. Riprenderà stasera, tempo permettendo. Basterà che spiova per cinque minuti. Per la nostra Raccolta, in tutto 32 grappolini, non ci vuole mica di più.

04 giugno, 2007

Il Campanile.


Di campanili così, non ne ho visti altri. Mai. E' a forma di siluro, non so come dire, arrotondato in cima, un pò arabeggiante. E' il posto dove sono nata. Dove sono stata, per circa 18 anni, i primi della vita, i più importanti, forse, certamente i più belli. Ho alternato strani sentimenti nei suoi confronti. Mi sembrava che fosse troppo piccolo e provinciale e pettegolissimo, un pò limitato, se confrontato alla vicinissima Pavia, e al dietro l'angolo Milano. Mi piaceva però, quel suo essere così famigliare, ci si conosce più o meno tutti ed è il bello e il brutto delle vicende, ti senti a casa ma tutti sanno tutto di te, non va mica bene. Ma chi l'ha detto. Il mercoledì è giorno di mercato. La domenica c'è Messa alle 9,30 per i ragazzi e alle 11,30 la Messa Grande. Dopo, si comprano le paste e si và a pranzo. Ieri sono stata in Chiesa, alla Cresima della figlia di una di quelle amiche che, se hai la fortuna di avere e conservare, sono con te dalle scuole medie. Intatte. E non importa se si hanno tonnellate di figli e mariti e varie vicende, a chiacchierare è come se i 30 anni che sono passati non siano passati per niente, e siete sempre lì, col chewingum e le Superga appollaiate sul sedile del motorino a dire scemenze. Intatte, anche loro. Ma la Chiesa mi ha fatto un certo effetto. Ho passato qui molti pomeriggi, ho cantato nel coro per anni, fatto le prove della veglia di Natale, il Presepe. Ho scritto il mio nome dietro il muro dell'organo, mi sono nascosta una volta nel confessionale. Ho fatto Prima Comunione e Cresima. E anche il funerale di mio padre, ero seduta nel banco di destra. Amo questa Chiesa, dove avrei voluto anche sposarmi. E non mi sono sposata in nessun 'altra che non fosse questa. Perchè di questi campanili, anche se non comuni e un pò arabeggianti, ben pochi ce n'è.

01 giugno, 2007

Silenzio.


Soffia nasi. E firma diari. E cucina, ricama, fa la maglia. Legge. Fa le torte, organizza il compleanno, sgrida, si indigna per la stanza in disordine, per il brutto voto, per la nota di classe. Gioca, insegna filastrocche che sa soltanto lei, canzoni con parole inventate, ti fa vincere a rubamazzo, consola, per la bambola rotta, per il palloncino che ti è volato via. Media, qualche volta, per alleggerire un castigo. E ti ama, ti ama come nessuno. Cerca di fare il meglio che può. Nessuno le ha insegnato come si fa, non c'è mica un manuale. Ad un certo punto della sua vita si è trovata a dirsi, sì, voglio un bambino, ho trovato un papà giusto, lo farò con lui. Magari anche due, forse tre. E ogni volta, si reinventa. E così, la pancia, la nausea, la paura di una cosa che non sai, che tutti raccontano, tremenda e bellissima. Unica. E poi, da brava, respiri signora, e guardi che bel bambino che ha qua. Da quel momento, sei una mamma. O forse lo sei da sempre e non lo sapevi, ma da quel preciso istante sei qualcosa di più. E imparerai. Pannolini e pappe e gocce per il naso e aerosol e recite e grembiulini e fiocchi e macchinine e bambole e seggioloni e passeggini e biciclette a rotelle e il Mylicon per il mal di pancia e la tachipirina per la febbre. Imparerai. Chi non si è mai sentita una scema, quando la paffuta manina rovesciava il piatto del passato di verdura, chi non si è sentita una Cretina Maiuscola, non in grado, non capace, se non dorme, se non mangia, è colpa mia, e di chi se no. E' raro che commenti le vicende dei giornali. Ma oggi, due gocce mi sono uscite dagli occhi e hanno fatto tac! sul Corriere della Sera, che ho comprato, stranamente, c'era un libriccino sulla Liguria. Ma non commenterò. Solo un pensiero, per un sorriso biondo che la sua mamma ha spento con un coltello, in cucina, solo perchè non si sentiva capace di tirarla sù, di farla diventare grande. E' un mestiere che si impara. Qualcuno, non ci riesce. E che il Cielo possa comprendere come una mamma possa arrivare a tanto. E faccia in modo che quel sorriso biondo arrivi dritta in Paradiso, leggera e dolcissima, come fanno i palloncini che volano via.

Sicuri che è giugno?


Non ci volevo credere. Stamattina quello che vedevo dalla finestra, ancora stesa, ancora non collegata, ancora in un non luogo, beh, non mi è piaciuto per niente. Ma come, devo girare il foglio del calendario, giugno la falce in pugno, giugno in bicicletta, in mezzo al grano, giugno in magliettina e sandalini, giugno, il mare, i capppellini per il sole, la paletta e il secchiello, che magari si gioca con la terra in giardino, giugno, il mare, perchè no? le colonie estive, Estate Ragazzi, la piscina, l'odore di tiglio davanti alla scuola, le feste di fine d'anno, le recite, il cestino per la spiaggia da comprare per tempo e scegliere con cura, l'olio di cocco, un costumino nuovo, di quelli interi che di intero non hanno proprio niente, ma come, non lo sa che è il vero must della stagione? E invece, un bel niente liscio. Ci vuole l'ombrello ma mi rifiuto, l' ho eletto già da molto tempo Oggetto Più Insignificante e Ingombrante del Globo Tutto. E un maglioncino, magari, di cotone, altro che maglie scollate e sandalo argenteo. E poi, l'orrendo sniff sniff del tergicristallo sui vetri, i goccioloni che fanno le bolle nelle pozzanghere, ma che razza di giugno sarà mai? E' quel che mi chiedo. Nel frattempo, sfogli pure il calendario e provi, magari, a disegnare soli e cuoricini in ogni casellina. Magari funziona.

30 maggio, 2007

Potevo resistere?

Considerando che è ancora troppo presto per gli addobbi di Natale e che è cominciato ahimè quello che in gergo viene chiamato Scialo Estivo, che arriva un pò presto, in verità, ma a noi, a vedere tutti quei costumi e quelle ceste di paglia e quei solari ci fa venir voglia di vacanza e, secondo ahimè, di spendere e spandere, ecco che non si può resistere ad un oggettino del genere. Si tratta di uno stendino mignon, i miei Architetti Preferiti potrebbero anche saltare sulla sedia, ma non importa. Loro sanno che io nasco barocca e hanno avuto un bel daffare a indottrinarmi con Gandia Blasco e Viteo. Li ho accontentati, certo, ma non rinnego le mie origini, barocche, si diceva. Così, non riesco a resistere all'acquisto di questo aggeggio, ove forse non ci appenderò mai niente, ma che è così assurdamente improbabile che alla fine, finisce per piacere da morire. A me è successo. E pazienza se il mio sposo lo ha guardato con orrore, pazienza se i miei figli mi hanno chiesto Ma E' Uno Scherzo?, pazienza e basta. Visto e piaciuto. Disponibile anche nella versione ciliegie. Ma io, secondo voi, io, nello scellerato delirio di questa fine di maggio, potevo esimermi dal comprar Fragole?

29 maggio, 2007

Dai, che si knitta.

Ma no che non mi è passato di mente, ma proprio per niente. Solo, ho avuto due o tre altre cose da fare, sa com'è. Comunque, questo appuntamento con il terzo Knit Cafè non si deve perdere per nulla al mondo. Sistemate i figlioli, i mariti, gli amanti ove necessita, nonni, cani, canarini e cincillà, agguantate con destrezza il vostro cestino da lavoro e via di corsa verso McDonald's, ad Alessandria. Dalle 16 in poi, un nutrito gruppo di knitters, di curiose, timide, invasate, esperte, alle prime armi, libere docenti e sospettose, si darà appuntamento lì. Ne abbiamo fatti altri, qui e qui. Vorrete mica perdere la possibilità di imparare a fare uno shorts che vi renderà uniche ed inimitabili la prossima estate? Unico accorgimento: la coscia, che mi và tornita al punto giusto. Ne parleremo. Ma come quando ? Ma domani, di grazia, do-ma-ni!!!

Orsù, dunque.


Ripresi. Che eventi straordinari si vivono qualche volta, com'è difficile trovare le parole, anche quando ti piace tanto cercarle e scriverle e fermarle, per te, prima di tutto e poi per chi le vuole, una volta al giorno anche di più volendo, non è così che funziona? La Prima Comunione della Piccola Princi di Zucchero e Vaniglia è andata bene. Era bella. Era emozionata. Era radiosa. Ha avuto affetto e festeggiamenti dalle persone che ci sono vicino, nel cuore, e anche da quelli che non c'erano, che hanno voluto in tutti i modi possibili essere lì. Li abbiamo trovati. Ed ora, tacabanda, signori. Passata l'aura di santità e raccoglimento, via, si riparte. Concentrandosi su questa fine d'anno, questa volta più pesante del solito, con un esame di terza media, che vabbè, non sarà niente per me, ma che rende il Mediano nervoso, intrattabile, insofferente e inappetente. Ma bello come il sole. E il Liceale, più innamorato che mai, che litiga col testo di filosofia e assume sempre più quel suo fare imbronciato che manda in visibilio le fanciulle e me medesima al manicomio. Per non parlare del Giovane Holden, sotto esami feroci, ma forse, anche lui con un segreto romantico da nascondere. C'è da divertirsi, non c'è che dire. In tutto questo, si và. Tanto per cominciare, oggi si ricama all'Officina. Mi sa bene che si parte col Natale, non è mica presto, sa? E domani, un Knit Cafè, che è mercoledì, e si sa, il mercoledì si knitta, dove e come si saprà presto. Così, tra avanzi di festa, foto di classe, temporali e qualche urlo isolato del mio sposo, che urla sempre meno, in realtà, ma quando urla, urla per bene, sarà meglio che si cominci a correre. E veloce, anche.

26 maggio, 2007

Tutto pronto.

O quasi. Pioviggina, accidenti, e forse sarà così anche domani. Lei è uno zucchero. E' un pò tesa, e allora suona, oggi avrà la sua prima Confessione. I suoi fratelli giocano, rubano i confetti dal vassoio, si misurano la sua coroncina, le chiedono oggi chi nominerà in confessionale. Fanno gli scemi, insomma, come tutte le volte che sono emozionati, anche loro, e che non vogliono darlo a vedere, non è roba da maschi, ma adorano questa PrinciMeringa che è di una dolcezza disarmante e di una forza che sorprende, quando macina vasche in piscina, quando distribuisce baci della buonanotte e bigliettini sotto i piatti e abbracci e coccole e calci, qualche volta, ma insomma, ogni tanto ci vuole. Tutto pronto, quindi. Oggi una festa con gli amici, verso sera. E domani, un pranzo semplice con pochissimi parenti. So già che in chiesa farò fatica a stare composta. Guarderò lei, candida di zucchero filato, suo padre e i suoi fratelli, che occupano un banco intero, li guarderò uno per uno, con le camicie stirate di fresco, le scarpe con scritto una dichiarazione d'amore, i capelli che non hanno voluto tagliarsi, li guarderò, seri e attenti, un pò commossi e un pò spaesati, li guarderò e mi chiederò Chi mai ha disegnato questo per me, Chi ha progettato per me una simile perfezione, Chi ha mai incartato per me un regalo così imponente e prezioso. Avrò un fazzoletto infilato da qualche parte, mi asciugherò gli occhi furtiva, che nessuno se ne accorga. Mi riempirò il cuore con le loro facce serene. E Lo ringrazierò.

25 maggio, 2007

Ecco.


Felicità
ti ho perso ieri
e oggi ti ritrovo già
Tristezza và
una canzone
il tuo posto prenderà.
Strano, ma è Vasco.

24 maggio, 2007

Così.

Forse è proprio vero. Nessuno all'inizio ci aveva creduto veramente. Era venuto un pò così, di sbieco, giusto per fare qualcosa di nuovo, di diverso, un esperimento al quale ci si poteva affidare come no, proviamo, si vedrà. A dirla tutta, avevamo tutte un segreto: la voglia di far riuscire questa cosa ad ogni costo, ma per non rimanerne troppo deluse siamo andate caute, abbiamo risparmiato sull'entusiasmo. Ma questo, solo per i primi cinque minuti. Poi, non so come, ci siamo accorte che avevamo tutte voglia di trovarci, il martedì e il giovedì, e non solo per impegnare un paio d'ore o per fare un corso a caso, poteva essere giardinaggio o origami. Questo no. Era di più. Abbiamo creato tante cose. Strofinacci, cuscinetti, sacche per la danza, borse per neonati. Ma queste sono le cose che si vedono in vetrina. Abbiamo creato molto di più. Io lo sapevo da un pò. E stamattina, quando le ho premiate, con quell'ago d'oro che era solo una scusa, mi hanno sorpreso. Hanno comprato per me un mazzo di fiori di rara bellezza, apposta per me, coi miei colori. Hanno ricamato per me un cuscino viola, non sapendo che per me era la prima volta, nessuno mi ha mai ricamato niente, e mi hanno scritto una lettera che so quasi a memoria, oramai. E mi hanno commosso. A dire il vero i lucciconi ce li avevamo un pò tutte stamattina, che oche, ho pensato, siamo qui a tirar sù col naso, ma non doveva essere una festa? L' Officina del Basilico è tutto questo. E molto di più. E la Cerimonia di Consegna dell'Ago d'Oro era davvero solo una scusa. Per dire a tutte le mia ancelle, Serena, Francesca, Sandra e Bruna, che sono onorata di averle incontrate e che inventare cose insieme a loro è un grande privilegio. Loro hanno insegnato a me molto di più di quanto io non abbia insegnato a loro, e che è molto di più di un rovescio perfetto e di come tenere l'ago. E che sia d'oro, ma che ve lo dico a fare!

Lo schiaccianoci.


Non proprio, o quasi direi. Ci sono momenti in cui le parole non rendono bene l'idea e allora si prova a descrivere stati d'animo e sensazioni con esempi che magari non calzano a pennello, ma che almeno rendono l'idea. Questo esempio mi è venuto piuttosto bene. Non sono un'artista a spaccare le noci, faccio saltare pezzi di guscio di qua e di là, e le schiaccio sempre troppo o troppo poco, e mai mai mai che il gheriglio ne esca intonso, devo sempre perdermi nei pezzettini di guscio, per non parlare quando le noci le dovevo spaccare ai miei figli, e qualche volta mi capita ancora di sbucciare qualcosa per qualcuno, lo trovo un atto di grande affetto e complicità, lo vedi quanto bene ti voglio e quanto amo stare con te? ti sbuccio l'arancia, ti rompo la noce, faccio una striscia lunghissima con la buccia della mela, sono bravissima, lo vedi? E poi mi fermo e penso: non tutto è come sembra, qualche volta gli schiaffi non si vedono, e fanno più male di quelli veri, chi l'ha detto che gli schiaffi sono solo quelli che fanno stciaff! sulla guancia e lasciano le cinque dita, chi l'ha detto che quelli invisbili e silenziosi, quelli che senti solo tu, non facciano più male? Così, ti sforzi di parlare d'altro e di concentrarti su quello che stai facendo che è speciale e bellissimo, ma non c'è niente da fare, il tuo cuore si schiaccia sotto il peso di parole che sibilano, e ti danno della cinica e tu resti lì a bocca aperta e non sai che cosa dire e cosa fare. Resti lì, imbambolata, con la tua sciocca vita tutt'intorno, e il tuo cuore schiacciato, più sciocco di te, che ancora non si abitua.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...