30 marzo, 2009

Piangi.

Piangi. Sono qui, di fronte a te, è un'immagine strana, tu seduto alla tua sedia che abbracci me, in piedi e statica, di marmo e di gesso, tu con la faccia affondata nel mio maglione, dentro alla mia pancia, abbandonato, che singhiozzi e piangi e mi stringi e piangi. Lacrime che si mescolano, le tue e le mie. Che cosa sono le tue lacrime figlio, che cosa sono per me se non punte di spillo conficcate nelle mani, schegge di vetro a trapassarmi il cuore, da parte a parte, lame affilate. Che lacrime sono, disperate e impossibili da asciugare, da cancellare, a dirti, dai, passa, non è niente. Non si può. E’ un grande dolore, per te, sterminato, figlio, e lo è per me, ma il mio fa fatica a contenere il tuo, dolore su dolore, lacrime su lacrime. Che dolore è il tuo, il vostro, di questo gruppo che è nato insieme, nelle case sulla collina, tutte in fila, i giardini ordinati, i ciliegi fioriti, i cespugli gialli, i lampioni. Insieme, a parlare fino a tardi sulle panchine, a far gridare i vicini, le moto, il pallone sul piazzale, gli schiamazzi dei vostri anni intatti e meravigliosi. Tu ora piangi, figlio, e io madre sono di gesso e d’argilla, e ti stringo a me a raccoglierti, potessi farti volare in alto e riprenderti come da piccolo, potessi cullarti cantando piano e toglierti via dagli occhi questa disperazione, scavare come nella sabbia, ripulirti il viso e l’anima da questo strazio e da questo struggimento che mi confonde. E’ un dolore più grande, il tuo, alla tua età ancora non si è abituati a farci i conti, è un dolore più impossibile, più grande del mondo, un dolore rabbioso e ingiusto al quale niente e nessuno può dare sollievo. Ma io ci sono, sono qui figlio, stretta a te, tu stretto a me, lacrime su lacrime, dolore su dolore.

29 marzo, 2009

Senza titolo.

Questo blog rimane zitto e incredulo. Le parole che scriverei qui fanno male ad uscire. E i pensieri che fai fanno male anche se restano lì, se non li trasformi in parole.
Resta poco.
Due ragazzi morti stanotte, gli amici più cari di mio figlio grande, che ha passato la serata con loro e che all'andata era proprio su quell'auto.
La stessa che è finita fuori strada e li ha portati via.
E pensi e pensi, e non ti viene in mente niente e vedi tuo figlio disperato e non sai, non sai mai. Non sai.
Perchè si muore a vent'anni, nessuno lo sa.

28 marzo, 2009

Lo scazzo.

E per una volta, massì. lasciatemelo dire, senza occultarlo con chioccioline e roba del genere, forse, sc@zzo sarebbe stato più elegante, ma non rendeva così bene l'idea. Come a dire, sì, mi girano, eccome, senza un vero motivo, e centomila motivi insieme, i figli, il gatto, questa pioggia novembrina, quelli che attraversano sulle strisce uno per volta, m'è preso secco, mi girano e basta. Lo scazzo è in sè uno stato d'animo che non riesci a definire in altro modo, se non con la parola medesima. Esso ti assale non proprio all'improvviso, magari ti ha dato qualche avvisaglia tempo prima, che so, un paio d'ore, che hai urlato per un niente, ringhiato nel telefono, mandato affan qualcuno, così, che forse non era nemmeno il caso, e poi sei scesa in lavanderia e ti sei detta, fanculo tutti quanti. Che gran signora, che grande dama di compagnia, che gran principessa reale, che altezza serenissima. Ma quale serenissima, sono una iena, giratemi al largo o darò il peggio di me, se ancora non l'ho dato. E poi, non è che è un malessere identificabile, che so, hai mal di testa, ok, sciolgo una pastiglia in un mezzo bicchiere d'acqua, aspetto mezz'oretta e passerà. Col cavolo. Lo scazzo, quello vero, assoluto, inconfondibile, non se ne va nemmeno se piangi cinese, è lì, beffardo, e ti trasforma in una donna assurda, gradevole come la sabbia nel letto. e dai colpa all'influenza che ancora non ti è passata, accidenti a lei, e a questo tempo di m., e a questo week end che non si farà un bel niente, ma il bel niente da schifo, non il bel niente che ti fa stare bene e in pace col mondo. Così, in questo sabato sera che m'impicccherreeeeeeeeeiiiiii, che toh, gurda, c'è una partita alla tv, che piove e piove e all'inferno pure il tempo e il mondo intero, e magari leggo qualcosa, o mi faccio un bagno che mi rilassa, ma troverei qualcosa che non va anche lì, e allora, ok, lasciatemi stare, che scazzata sono e scazzata rimango. Fine.

27 marzo, 2009

Però, che bello.

Di fotografarla intera non ci è venuto in mente. Eravamo troppo emozionate da questa sorpresa. Nessuno aveva pensato al compleanno di Cuore di Maglia, solo Lei, Biancaneve. La torta fatta a cuore, pannaefragola, ci ha mandate tutte in visibilio, e in confusione e fatto venire i lucciconi, anche. E' stato un bel pomeriggio. Ora, ci si appresta ad entrare in questo brodoso week end, pioverà da oggi e per mille e mille giorni, a quanto dicono. Noi ci si curerà un pò della casa, di noi stessi medesimi intrinsechi, dato che la tosse ancora non è passata, si darà bello sfoggio di quanto imparato ieri, è l'entrelac, bellezza, e che te lo dico a fare. Si avrà la famigliola radunata, un compleanno brasiliano da festeggiare questa sera, un altro domenica, e semplici, semplicissime cose, uno sguardo fiero al pratino, alle piante odorose nuove di zecca che il mio Sposo ha piantato apposta per me nei vasi grandi, alle roselline, alle viole del pensiero che è fine stagione ma che hanno dei colori così belli che mettono allegria, così eleganti dietro la staccionata di cui vado così fiera. E qualche leccornia da cucinare, un libro da rileggere, è così bello leggere i libri due volte, è come incontrare un amico che non vedevi da tempo, mette sicurezza, conosci, sai già. Sarà un week end di niente, non è inverno e non è primavera, si dovrà stendere in casa, peccato, i vetri erano puliti, e sul divano servirà una copertina e che bello sarebbe stato una passeggiata a raccogliere viole e rami di pesco. Ma se i disagi questi sono, che piova pure se ne ha tanta voglia, e che ce ne importa a noi.

26 marzo, 2009

Il CdA di CdM.

Non è la festa di nessuno, nessuna celebrazione ufficiale, solo un'idea, una cosa che volevamo fare da un pò, così, tanto per fare. Un Consiglio di Amministrazione in pienissima regola, si viene da ogni dove dell'ormai scomparso triangolo industriale MI-TO-GE, ecco, da Genova non verrà nessuno, ma insomma, non andiamo tanto per il sottile, arriveranno persino dagli USA, e scusate se è poco. Potrei dire che è una merenda, un briefing, un meeting, un brainstorming, un after hour, un optalidon, che ne so. Ciò detto, noi qui oggi ci si trova, a Villa Villacolle, con un giardino ordinatissimo e perfetto, che ci sarà una zerda ( do you know zerda ?) e allora staremo in casa. a guardarlo dai vetri tirati a lucido per l'occasione. Cosa faremo? Beh, tante cose. In primissimus il punto della situazia di Cuore di Maglia, cosa abbiamo fatto e per chi e come e dove e quando e sopra e sotto. Poi, Paola DaMilano ci illuminerà sul ferro circolare, che si dice essere roba da niente ma che toglie il sonno a parecchie di noi. In più, Cristiana riesumerà sua cugina Elizabeth e la accomoderà bell'e imbalsamata sul divano di casa mia. E poi Biancaneve, Afef, Amiche di Provette e Perle, la Free Lance, la Maga del Décou, e guest star from Philly, Clarissa! Noi si fa così. Con abilissime mosse, salti mortali con triplo avvitamento, incastri e puzzle, ci siamo regalate un pomeriggio di stare insieme, il mio Sposo incaricato del recupero figlioli, gli altri Sposi più o meno lo stesso, la cena più o meno già pronta, tutti ai posti di combattimento. Noi galline, a Villa Villacolle, oggi si fa così.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...