06 ottobre, 2009

Maleficio.


Si preannunciava una sera così tranquilla, di quelle come da molto tempo non, non so come dire, di cene così amene come stasera, tutti rilassati e ridanciani e anche allegri, và, che in questa casa si è allegri senza un motivo vero, che è l'allegria più bella se ci pensi bene. Già immaginavo quel bel divano un pò sfilacciato, in realtà, ma ha un'aria csì vissuta e pestata, e stropicciata e un pò trasandata che lo fa più bello di quello che è, a rifoderarlo ci sarà tempo. Immaginavo me e qualche abitante la casa in collina, forse la Princi se avesse finito in tempo di ripassare geografia, e forse il Giurisprudente, perchè no, sono giorni di grazia, sorride molto, non si imbizzarrisce come fa di solito, non massacra neppure tanto il Liceale, bah!, è così strano. Pensavo e immaginavo di iniziare qualcosa con la lana nuova di zecca arrivata da Stoccolma. Un bel niente. Ho guardato sul tavolo, ho perso una cosa, cioè, non che proprio l'ho persa, stamattina era lì e mi sono detta, ok, devo ritirarli, inutile che li lasci lì, e stasera, al loro posto, cioè al posto di due cose ce n'era una soltanto e l'altra, puff! sparita, polverizzata. Preziosa, certo, un pò. E mi piaceva anche tanto, accidenti. E adersso ne ho una sola, non che non la si possa portare anche così, certo che no, ma dove diavolo è finita l'altra, ho cercato sotto il tavolo, spostato tutto, non c'è mica Mago Merlino in questa casa e nemmeno il mago Silvan, Mistero Magia, Apparizioni e Sparizioni. Niente, perso, sparito, dissolto nel nulla. E adesso mi dico che ben mi sta, che non posso continuare ad essere così disordinata e dire, sì, le cose sono lì, le ritiro tra un momento, ma una punizione così mi sembra davvero troppo, insomma, vorrei ritrovare quel dannato coso che mi piaceva tanto, e allora e perciò, continuerò a cercare e cercare e rovinarmi questa bella sera che bella non è, stramaledettissimo orecchino ma dove diavolo sei accidenti a te.

05 ottobre, 2009

Thanks to.


Come si dice? Stanca ma felice? O forse, felice e basta. La maratona di Manualmente, anche quest'anno, ha tirato giù la serranda, si sono fatti scatoloni e scatolini, raccolto ferri, uncinetti, aghi, vezzose forbicine, presiosissimi ferri circolari di cristallo di Boemia, arrivati direttamente dagli States sotto forma di regalo di compleann per la scrivente. Si son radunati gomitoli e avanzi e ripiegato copertine e imbottito cappellini con la carta velina, pronti per l'operazione smistamento dei prossimi giorni: come al solito, il luogo deputato per tale delicatissima riunione è il nuziale talamo di Knitaly. Che dire, anche quest'anno è stato bello, forse più bello dello scorso anno, non so, perchè forse sapevamo tante cose in più e tante ne abbiamo ancora imparate. Divertente, anche, stimolante, emozionante. Cuore di Maglia piace, e tanto anche. E questo non può che renderci un pò più felici ogni volta. Perciò, ringrazio tutti quelli che sono passati da noi, a farci un saluto, a vedere un pò che faccia che avevamo, a toccare le cose che avevano visto solo in fotografia. Perciò, grazie. Alle fanciulle dei Gomitoli Rossi, perchè so che non le perderemo per strada. A Manuela che mi ha detto Sei proprio Tu, insieme a Simona, perchè sono certa che la conoscevo di già. A Tiziana che ha imparato i dishcloths, a Cristina, con gli occhi lucidi, Conoscete Una Certa Che Scrive? A Francesca, che ha lasciato un pò di figli a casa e un pò se li è portati, a Nadia, amica persa e spero ritrovata, a Lella lontana ma vicinissima, a Erre e Gemma, che mi hanno portato la torta e la loro allegria, a Cristina che ha imparato il "KillerLoop", alla delegazione di Albenga, nata lì e subito, ai curiosi, ai meravigliati, alle nonne con le nipoti, a chi c'era e anche a chi non c'era, grazie. E poi, di noi, grazie alle mie Amiche Galline che da qui sono venute fin a là a darci prezioso supporto, a Maya, Ewa, SilviaElisaTypesetter da Milano, Emma Stylist con deliziose bambine al seguito, Francesca e i treni di Matteo, insomma, a tutte proprio tutte. E alla fine, a lei, preziosa compagna d'avventure, Precisa Ingegnera, grazie mica lo dico,. Tanto sa già tutto.

02 ottobre, 2009

E grazie.

Quanti baci, quanti pacchettini, quanti abbracci, quanti tantiauguriateeee, quanti sms, quanti messaggi su Facebook, quante mail, quante telefonate. Rispondo a tutti, lo giuro, appena finito Manualmente.
Io vi aspetto lì, Stand F5, fino a domenica compresa...la festa, continua. E io, vi adoro.

01 ottobre, 2009

Che bello.

Come mi piace quando c'è la luna e ancora non è buio. E' una lampadina dimenticata accesa, non serve ad illuminare, solo, si fa guardare, vanitosa com'è. E che bella l'autostrada stasera, non c'era nessuno o quasi. E' stato così un bel pomeriggio, oggi a Manualmente, tante amiche ritrovate, tante nuove e curiose, che ci hanno dato del loro, insegnandoci a fare dei fermacapelli meravigliosi, con perline ed uncinetto, il loro personalissimo contributo a Cuore di Maglia. Che bello stasera, la Princi che suona con la finestra aperta, va bene, è ottobre, ma è un ottobre così bello che di castagne di polenta non ne parliamo ancora, tempo ci sarà, è ancora un pò estate, se la guardi bene, si è ancora leggerini, senza calze, coi golfini che portiamo appresso per pudore ma che non infiliamo mai. Che bello stasera, che bella sera, che bel buio che è arrivato in un momento, e che belle le rose sul tavolo, fioritissime, con qualche petalo caduto ma ancora così profumato che è quasi un peccato buttarlo via. Domani compio gli anni. Con un sera così, la festa è praticamente già iniziata.

30 settembre, 2009

Non si impara.


Non è che ci si può mettere lì e studiarli tutti, dal primo all'ultimo. O meglio, sì, si potrebbe anche fare, volendo e avendone il tempo e la voglia. Ma non si imparerebbe. Mai. E non c'entra che sia la cosa che più ti piace fare al mondo, perchè queste cose qua le hai volute così tanto, li disegnavi già a scuola, in fila, la bambina coi codini e il vestitino a pois e le manine larghe, impalata, statica, perchè no, non sono brava a disegnare. E i bambini coi calzoncini e la palla. Ho voluto questi figli con tutta l'anima, non si son nemmeno fatti aspettare, in realtà, deciso, voilà, eccoli in viaggio verso di me, verso di noi. Ma ancora non ho imparato. Ad avere la risposta giusta, a consolare, a dispensare consigli, a dire le cose che vorrebbero sentirsi dire per essere sollevati, leggeri. Non ho imparato. Per loro farei le cose più grandi, così grandi che non so nemmeno cosa, mi butterei nel fuoco, come si dice quando faresti di tutto, ma proprio di tutto. E quando li vedi così, impacciati, a disagio, che non sanno nemmeno da che parte cominciare a raccontare, che ti dicono Non So Quale è La Mia Strada, e tu che non vorresti essere lì ad ascoltare perchè non hai risposte da dare, nè parole adatte, nè ti vengono i verbi, lì per lì, e nemmeno sai che cosa dire, e ci provi, certo, e la prendi alla lontana, ma che cosa inventare, se non che li ami, li ami così tanto che non si può dire a voce, ma solo stringere e stringere, e fargli sentire il tuo cuore, vicino al loro, perchè son cuori che si conoscono bene, e per un pò hanno battuto insieme e allora, che dire e che fare, tu sei confuso e io con te, io che ti stringo e basta e sento il tuo respiro, io, tua mamma, che a fare la mamma ancora non ho imparato.

29 settembre, 2009

Il lusso.

Tornare a casa ha di certo i suoi bei vantaggi, se hai complice una stagione meravigliosa, come sa essere bello l'autunno quando non piove. Ci si è svegliati prestissimo, la finestra regalava un'immagine romantica, le colline avvolte da qualcosa di sofficissimo che sembra nebbia ma non è. Non ancora, almeno. Ci si tuffa con quiete accesa in un'altra giornata, le cose da fare sono almeno una quindicina, i pensieri sono morbidi e plasmabili, come di pongo, si può scegliere che forma dare loro, tutto è ancora lì, come in attesa. Ci si sente un pò privilegiati, a poter scegliere cosa fare per prima, se iniziare a riordinare, o godersi il prezioso tempo che va dall'uscita di casa dei ragazzi all'inizio vero della propria giornata. E in quei pochi minuti, una decina, non di più, si può decidere che piega avrà questo ventinove di settembre. Ci si risiede al tavolo della colazione, si leggono le notizie sorseggiando il thè che era rimasto ancora in fondo alla tazza, si guarda fuori senza un vero pensiero. Fra poco si inizia sul serio, ma questo impagabile silenzio, spezzato soltanto dal ronzio del frigo e dalle fusa del gatto, è un gioiello della corona, un momento di beatitudine pressochè perfetta, il vero lusso di questo autunno luminoso.

26 settembre, 2009

La leggenda dell'ippocastano.

Sono di una bellezza unica. A cominciare dall'albero, che ha l'aria così saggia, imponente, altissima, che a primavera si veste di fiorellini bianchi non troppo profumati, ma che sono un capolavoro di precisione architettonica, mai visti grappoli così perfetti. E' in autunno, però, che l'ippocastano dà il meglio di sè. Se cammini nel sentiero del bosco, lo senti?, ti accompagna questo suono di foglie calpestate, a metà fra un gracidìo e una risatina sommessa, e non ti fa sentire troppo sola, nè di sicuro ti perderai. E poi, quei frutti meravigliosi, che certo che non si mangiano, che scoperta, ma che servono a un'infinità di cose, mica solo per le vetrine d'autunno. Lucide e perfette, di quel marrone rasserenante che ti fa pensare a coperte e tazze di tisana fumante, alla nebbia, anche, e al fuoco del camino, il primo della stagione. Ma ora, ti svelo un segreto. Prendi uno di questi gioielli rotondi, uno che è appena caduto dall'albero con quel rumore sordo e che magari ha rotolato fino a te. Lo hai trovato lì, in mezzo ai resti di ricci schiacciati o ancora chiusi, scrigni inespugnabili a custodire un misterioso tesoro, e foglie e rametti. Ora, raccoglilo e portalo con te sempre. Ti salverà dal raffreddore, per cominciare. E dai ragni, dai funghi velenosi, dalla tosse e dalla malinconia. Ti racconterà storie fantastiche, ti svelerà i misteri del Bosco Incantato, degli elfi che vivono dentro ai tronchi degli alberi, le storie d'amore degli scoiattoli e mille e mille altre storie, che scoprirai da te. Conservalo, nella tasca del cappotto, in fondo alla borsa fra le monetine e le caramelle spiaccicate, dentro allo zaino, vicino al righello, le matite senza punta e le briciole di tante merende, sulla scrivania, accanto al piccolo cactus e alla foto delle vacanze. Il frutto dell'ippocastano è una miniera di mistero e di magia, un rito irrinunciabile di ogni autunno, un alleato prezioso, che tu ci creda o no. E guai a chiamarlo castagna amara.

25 settembre, 2009

Stessa spiaggia, stesso mare.

Con le castagne, il ritorno del grigio, della lana e dei minestroni fumanti, arriva anche lui, Manualmente. Che anche quest'anno, come si dice, ci verrà belli presenti, nei secoli fedeli, perchè è un modo straordinario per far conoscere tutti i nostri progetti. Noi avremo colà il nostro bello stand di Cuore di Maglia. Dico noi perchè anche quest'anno, fra la delegazione di Milano, Torino e Alessandria saremo, come l'anno scorso, al mare sul pattino, la metà di mille. Venite quindi senza indugio, cercateci tra gli stand di ricami e feltri e ceramiche e fiori di stoffa e perline, quante perline lo scorso anno, e palle di Natale e molto altro. Noi avremo cuori dappertutto, ci saremo, Knitaly ed io in alta uniforme, per passare qualche tempo insieme. Perciò, per quest'anno, non cambiare eccetera.
Manualmente
dal 1 al 4 ottobre 2009
Torino Lingotto
Colà, vi si aspetta, e che ve lo dico a fare.

24 settembre, 2009

Meraviglia.

Il mio regalo dura ancora qualche giorno. Alla fine, dopo anni, credo che sia la prima, unica vacanza da sola, e dove sola intendo sola sola, non sola con. A volte mi sono trovata sola col mio Sposo, con la Princi, e prima ancora sola con i maschi piccolissimi: qui, sono io e basta. E mi beo di queste passeggiate nel bosco, sù sù, fino a vedere il mare dall'alto, e il porticciolo e le case. E di tutte le coccole che ho, la colazione in camera, che è un lusso vero e il guardare l'orologio alle 6 e dire, massì, dormo ancora un pochino, tanto nessuna sveglia mi sveglierà, tra poco. E' un regalo speciale, questo qui. Staccata dalla mia vita di sempre, che è così piena di Sposo e figlioli e casa e cose, e, diciamolo, nei mesi scorsi scossoni e notti insonni ce ne sono stati un bel pò, e allora sì che se ne sono accorti, mi sa che stavolta è la volta buona, mandiamola a riposarsi un pò, prima che scleri del tutto. Così, ecco che ho accolto questo regalo anticipato come ambrosia, e mi godo ogni istante, e ancora qualche giorno qui. A casa è tutto perfetto, si dice, si sentono anche loro un pò in vacanza dai miei urli, cucinano insieme, sparecchiano a turno, e da qui mi fanno una tenerezza infinita. Mi ricarico di coccole e massaggi e corbellerie e yoga e niente fare, faccio la maglia sulla panchina che guarda il mare, leggo, chiacchiero e sto in silenzio e penso e penso, ma i pensieri che ho sono d'oro e d'argento, soffici come nuvole, bellissimi e semplici, colorati di rosa e d'arancio come il tramonto che si vede dal bosco, se arrivi fin là.

21 settembre, 2009

Un regalo.

In anticipo di un pò sulla data del mio compleanno. Lo volevo da un pò. E adesso eccolo qui. In valigia, 3 libri, un lavoro a maglia e pochissimo altro. Perchè nient'altro mi servirà. Peccato il tempo schifido, ma sarò troppo impegnata a farmi pasticciare per avere il tempo di guardare fuori dalla finestra. Tornerò bell'e riposata, liscissima, come nuova. La Direzione ringrazia il Regio Isoscele Sommo Altissimo Profeta per cotanta benevolenza. E che adesso, con tutto l'amore e l'ossequio e la deferenza, giri lui come una trottola. Illustrissima e Regia, s'intende.

Non è più tempo.


Senti? Piove. E' da stanotte, da ieri sera, che mi sono addormentata di schianto, è stata una settimana lunga e faticosa, chissà come la stanchezza viene fuori sempre alla fine, quando ti fermi un pò, la domenica. Senti? Piove. E poi è stato un fine settimana un pò insolito, io e lei da sole, ho sempre così voglia di fare la figlia ogni tanto e la faccio così poco, così mai, che quasi mi dimentico di esserlo ancora, una figlia. Ho riscoperto gesti antichi ai quali non sono più abituata, il suo modo di girare quel suo ragù meraviglioso, che a me non verrà mai come il suo, eppure è uguale. Il suo sedersi sulla punta della sedia, il suo modo di legarsi il grembiule. Io non sono come lei, e questa lontananza di anni e chilometri non fa che accrescere la diversità, l'arrabbiarmi così tanto per certe cose che non comprendo, il suo schierarsi sempre e comunque da una parte sola, il suo non voler sapere quasi niente della vita che ho. Certo, mi manca, e anche se ho imparato negli anni a farne a meno, qualche volta mi verrebbe così voglia di sedermi con lei, e affidarle il mio destino, raccontarle le mille cose che mi girano nella testa, se ho paura o sono felice, o angosciata o entusiasta. Non è più tempo. Delle confidenze in bagno, della complicità che c'era, di quando al telefono la scambiavano per me. E rimane solo il tempo che passa, la consapevolezza di aver perso dei giorni preziosi, le porte sbattute in faccia, sulla mia, l'amarmi, certo, ma nascondendolo così bene che quasi non me ne accorgo. Ha perso tanto di me, della mia vita, dei miei figli e della mia storia, che pure ha inventato lei, e io non so se è colpa mia o colpa sua, e vorrei rimediare e cambiare tutto e ricominciare da capo, e ancora raccontarle e confidarmi, ma sarebbe un altro peso sui pesi che ha già, certo che non mi dimentico quanto ha sofferto, ma lo abbiamo fatto insieme e sembra non ricordarlo più, che il suo dolore era anche il mio, e allora che non si preoccupi per me, che per me mi preoccupo da sola, che alla fine una strada la trovo come sempre, e che a lei racconterò solo le cose che la fanno ridere, e quel che vuol sentire, perchè sono una donna fatta, ormai e ho imparato a non piagnucolare e che di consolarmi e difendermi e starmi vicina, forse non è più tempo.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...