21 giugno, 2010

Cold June.

Che giorno è esattamente. Solstizio, equinozio o cosa diavolo. E' un giugno con la felpa, il golfino, come, non doveva essere Giugno La Falce in Pugno, è una filastrocca che non so più, o forse è una delle massime di mia nonna, me le ricordo tutte e questa no, ce n'era una per ogni mese. Son giorni che girano e girano, confusi, un pò vacanza e un pò lavoro, non so se giro io o se gira tutto intorno e me e io sto ferma e immobile, una giostra, tipo, e tutto mi sembra cambiare, così velocemente che non ho nemmeno il tempo di stringere la cintura del seggiolino e guardare sorridendo chi sta giù, chi non ha il biglietto, chi non gli piace andare in giostra e chi a girare così forte gli vien da vomitare. 

18 giugno, 2010

Salta giù.


Dài, fai un salto. Non è una roba complicata, devi solo chiudere gli occhi, fare un passo e giù, ti butti e via. Salta, nel vuoto, sentirai che il buco allo stomaco che senti ora sarà ancora più grande, si sentirà di più. Niente trucco e niente inganno, non le funi, non le corde, nessuno che ti tenga, via, non fare quella faccia, sarà un attimo, vedrai. Saltando, potrai vedere le nuvole al contrario, i prati sulla testa, la cascata che va all'indietro, non è mica roba da tutti i giorni. Ma chi l'ha detto che mi piacerà. Chi vi ha detto che sono così coraggiosa. Chi vi assicura che sarà così bello. Dove sta scritto poi, che lo devo proprio fare. Io non sono mica per queste cose qua, io sono una stupida creatura di campagna, persino un pò imbranata, non son tagliata per il rischio, i voli, le cose. Io sono un elemento semplice, il mio libretto di istruzioni ha solo una pagina, sembro solo complicata ma non la sono affatto, sembro sono spavalda, ma sotto sotto sono un coniglio, quelli che scappano appena si muove un filo d'erba, quelli che stanno immobili se sentono un rumore da nulla e si fanno pesanti e invisibili e credono di esserlo e invece li vedi lì, accanto al tronco, credono di essersi mimetizzati e invece no, i vedono tutti e se passa il cacciatore sparerà su quel codino bianco a ciuffo e addio coniglio scemo e i conigli scemi non si fanno uscire nella brughiera col cacciatore nei paraggi, i conigli scemi devono stare ben chiusi nella tana, è lì il loro posto, non ce n'è un altro dove possano andare e si credono così furbi e sfrontati, e hanno quella faccia un pò così e quel naso che muovono e muovono come a dire Io La So Lunghissima, e invece no, i conigli non sanno niente, nulla del mondo, nulla della vita e della brughiera, e far loro del male non c'è soddisfazione, men che meno farli saltare nel vuoto.

17 giugno, 2010

Nessuno oltre me.

Si guarda fuori, le gocce, l'erba e quei fiorini bianchi che mi ha regalato Biancaneve, un vaso per tutte, che bel pensiero. Si guarda fuori, il tutto e il niente, prova tu a concentrarti su una goccia sola, su un filo d'erba, è tutto mischiato, lì fuori, la prospettiva cambia se guardi da eretta o da stesa, in ogni caso non ce la fai. Piove sommesso, piove a chiedere scusa, è giugno eppure piove, dovrebbe essere una fiera di sole e di grano e di papaveri e caldo e pic nic e biciclette e prati, persino il fiume, mi piacerebbe andare a un fiume qualunque, mica a farci il bagno, a camminarci dentro, l'acqua è così gelata che non sai, eppure è bello, i sassi grigi, non la spiaggia, mica come al mare. Nessuno ancora in giro per casa, fra poco porte che si aprono e scalpiccii, adesso no, nessuno a guardare me che guardo fuori, che piove vero e piove falso, piove sugli spruzzi dell'irrigazione del pratino, stolta che sei stata a non spegnere per tempo, quello si attiva alle 8,28 ogni mattina, e il prato è già fradicio di suo, piove da un bel pò, non era necessario. Così come non è necessario questo tuo stare di ora, attraverso i vetri le goccioline sono brillanti, brillanti falsi a manciate sulla finestra della cucina, brillanti da mercato, da uovodipasqua. Sembra e non è, finto e vero, vero e falso, viene dal cielo o dal rubinetto, sarà bene o sarà male, scegli una carta, ti porterà fortuna, pioverà o smetterà, è autentico o è un tarocco, fatti un sorriso nello specchio del bagno, ne hai bisogno davvero, nessuno oltre te, te che non sai che il fiume coi sassi no che non è il mare.

16 giugno, 2010

Sciallàte.

Non si parla d'altro, ultimamente. Di sicuro, buona parte della colpa è sua. E' Lei la fedifraga, Lei che inventa schemi di scialli sempre diversi, Lei che li porta con una disinvolture e un'eleganza da passerella, Lei, che li crea. E noi, che forse non aspettavamo altro, che al Camp ci siamo innamorate un pò tutte dell'Azzu e del Forest della Manu, del Mormor e di tutti quei nomi bellissimi che hanno gli schemi degli scialli che si trovano sul web. E poco importa se qualcuno è davvero complicato, noi ci mettiamo del nostro, applicandovi le nostre personalissime modifiche, per renderlo unico, dice Emma, per nascondere un buco che non doveva essere lì, diciamo noi. Così, c'è presa secca, come dico sempre. Anche qui nel Basso Monferrato, lo scialle mi va, eccome se mi va. Lo fa l'Amica delle Provette, finchè può sui ferri dritti: poi, quando proprio non potrà più, si è già iscritta a una lezione privata di ferri circolari, tenuta dalla Scrivente, lassù, nella casa in collina. Prezzi Modici. Lo fa L'Amica delle Perle,sciallatissima, è proprio il caso di dirlo, in un bordopiscina del Chiantishire, che ci vorrebbe una foto, una che knitta in piscina è troppo da immortalare. Lo fa Afef, nei ritagli di tempo, tra una corsa e un Pilates, Lo fa Biancaneve, con un filato giapponese da perderci la stessa, brilloso e rigoroso, sembra nato per lei. E lo fa la MedesimaStessa, due per volta, come già dissi. Lo scialle incontra, avvolge e sostiene, coccola e accarezza. Sia di seta cangiante che di cotone rustico, sia croccante di lino, che morbidissimo in fibra di latte, lo scialle mi va ad essere uno dei must have dell'estate che viene. Dai colori più classici a quelli più improbabili, pareo di giorno e scialle di notte, differenza non v'è. Non si hanno notizie però dello scialle della Vice. Secondo me, trama qualcosa. Mi aspetto però di girare l'angolo in autostrada e di vedere un viadotto tutto knittato, e di un bel color corallo. La Vice, si sa, non ha mezze misure.

15 giugno, 2010

Impara chi sei.

Non è poi tanto difficile Ci vuole cura e attenzione, e del tempo, anche, non è che si esaurisce tutto in una sola lezione, ne devi fare di corsi, bambina, e studiare e studiare, per impararlo bene. Ti bocceranno pure, qualche volta, se non avrai dei dubbi, e nessuno mai ti rispiegherà la lezione, Dimmi Dove Non Hai Capito. non funziona così, mi duole comunicarlo. Impara e impara, a nascondere, dire e non dire, fare e non fare, non coinvolgersi, mai affrettarsi, mai preoccuparsi, le cose piovono dal cielo così come i fiocchi di neve, piccole astuzie, l'impermeabile per le mezze stagioni, sempre una biro e sempre un quaderno, la cucina scura che non si veda lo sporco, la gonna a pieghe, che orrore, impara, trucco leggero, scarpe basse, mai mezzo tacco, mai, mai rossetti perlati, smalti sbeccati, calze smagliate Mai orli scuciti, mai dire Tra Virgolette, mai fare il gesto con le dita, peggio mi sento. Mai parlare con gli sconosciuti, ma chi l'ha detto, poi, è così bello qualche volta. Impara chi sei, e imparalo bene, non ci vogliono vent'anni e forse nemmeno trenta, e chi dice di saperlo bene, chi è tutto un Io, Io, Io, chi ce l'ha sempre più bello e più lucido e l'ha già fatto mille volte prima di te, qualunque cosa sia, chi sa tutto di tutto, beh, impara a non credergli, impara anche questo, imparalo, è meglio.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...