25 ottobre, 2010

Modalità bleah.

E' piovuto di tutto, questo mondo e quell'altro e rami e foglie, ed è tutto appiccicoso e umidiccio, freddo   nemmeno tanto ma tutto un tergicristallo e pozzanghere e  goccioline. Uno si sforza a dire, bene, buon lunedì a me, ma qualche volta è così stramaledettamente difficile, non è un bel vedere iniziare così, is cerca di darsi un contegno, trovare una ragione, e oggi avrei anche voluto mettermi i tacchi e ho preso la decisione solenne di non tagliarmi più i capelli fino a quando potrò ancora avere il carrè che mi piace tanto, e nel week end mi sono documentata e ho una lista lunga così di must have per il prossimo inverno, al quale, dannazione, non sono ancora lontanamente preparata. Psicologicamente, intendo. Così, mi vien la nausea a guardare di fuori, e a mettere in fila ciò che devo e ciò che invece avrei voglia di fare, e non so mica quale sia la  lista più lunga, So solo che non saranno due stupide gocce a guastarmi l'umore, che vorrà dire che farò un pò di quel che devo un pò di più di quel che ne ho voglia, qualche volta le soluzioni sono proprio lì, sul tavolo e tu non hai da lambiccarti tanto il cervello per trovarle, è una vecchia teoria ma funziona sempre. Funziona anche oggi, e la applicherò con diligenza, apparecchiandomi per bene, mica perchè piove si deve andare in giro vestite a casaccio, scarmigliate e non troppo in ordine, Forse non è la soluzione universale, ma un velo di rossetto aiuterà, o uno smalto scurissimo, un bel colore autunnale, intramontabilissimo. Soltanto, rivedrei la calzatura, il salto della pozzanghera col tacco viene male. Calze? Non ancora, signora cara, non ancora.

22 ottobre, 2010

Il divano che vola.

Nessuno aveva voglia di aspettare l'ora di cena, qualcuno aveva già fame, ci siamo tutti, stasera, tutti, tranne il Piccolo Ingegnere del Regno Unito. L'ora di cena non è un'ora precisa, è quando càpita, quando se ne ha voglia, qualcuno ha fame? avevo apparecchiato benebene, la tovaglia bella e i tovaglioli veri, ma la voglia di stare a chiacchierare sul divano era di più, a ridere di scemenze, ad organizzare un simil viaggio per Natale, dài, ognuno dice dove vorrebbe andare, in quelle volte che viene fuori di tutto, un paesino in Irlanda, il deserto, New York, le FarOer e stare a casa, anche, perche no. Che bello il mio divano, il mio Sposo e i miei figli, i cani accoccolati vicinissimi, il gatto acciambellato nel cestino, i vassoi con la cena improvvisata, inventata lì per lì, la pasta avanzata, uno yogurt al volo, mezza mela, la vuoi?  Ci sono coperte a mucchi,  miste nel genere, fatte da me, oppure con i disegni, gli orsi, i quadretti, ognuno ha la sua coperta preferita, forse ancora non servirebbe, mica c'è la neve di fuori, ma fa tanto calore e casa, e inizio di week end stare qui a parlare con una coperta vicino. Come sono belle le persone sedute su questo divano, stasera. Riccioli freschi di doccia, occhioni verdi e braccialetti, gambe lunghissime nella tuta da calcio, la maglia della scuola. la camicia stropicciata. Gesti che conosco, che so a memoria, voci che mi porto dentro e potrei riconoscere fra miliardi, risate che mi avvolgono, battutacce, richieste impossibili, discorsi serissimi e domande  da mille milioni. Adesso, in questo preciso istante, mi piacerebbe che un effetto speciali, di quelli che si vedono al cinema, trasformasse questo divano in un tappeto volante, una navicella spaziale, che bucasse i piani di questa casa, passasse attraverso i muri, il tetto, e sù sù, fino al cielo e anche dopo il cielo, in alto, in altissimo, con noi tutti seduti così, a chiacchierare e a ridere, non succedeva da un pò, che mi incanto ogni volta e ogni volta mi scopro così innamorata di queste persone, così assolutamente indissolubile da loro, così insieme, così attaccata, che potrei volare con loro e guardare la città dell'alto e stringermi a loro, la mia storia, il mio destino, la cosa che mi sia venuta meglio nella vita, nel resto del mondo succeda quel che vuole, io volo con loro, seduta sul divano che contiene tutti i cuori che formano il mio, tutte le anime che sono parte della mia, gli occhi che illuminano i miei, qui,  tra le briciole, i cuscini e le coperte che non servono, ma che è bello avere qui.

20 ottobre, 2010

So relaxing.

Trattato sul perchè può essere tanto rilassante e rasserenante e così assolutamente rinfrancante fare una sciarpa. Dimostrazione. Ci si danna su schemi difficili, qualche volta, troppo Brenniani o Fassiani, noi che semplicissime siam e forse anche un pò gnucche, si può dire, non è mica una parolaccia, se una è gnucca vuol dire che un'asina con le orecchie lunghe, una da mettere dietro la lavagna, insomma, una cosa del genere. Ecco, la scrivente in certe cose è gnucca. Gnucca per i conti, ad applicare il Teorema di Pitagora, a fare le espressioni, di qualunque genere, gnucca nel dare e nell'avere, insomma, un pò ignorantella, và, che non è nemmeno un'offesa. Però mi ci metto a far le cose difficili e ci perdo gli occhi e il sentimento. Talvolta, mi vengono pure bene. Poi, però, arriva il bel pomeriggio assolato, che la casa è uno specchio specchio delle mie brame, lucidissima e in ordinissimo, e allora mi vien voglia di dire, ok, ho fatto, adesso faccio quel che mi pare ammè. E dacchè ho sui ferri un progettino, continuo quello. Si chiama Indolence e l'ho battezzato or ora. E' una sciarpa. Ma non una sciarpa da seguire, da contare, da scervellarsi, da dire, Ussignur, Ho Sbagliato di Nuovo. No. E' una sciarpa quieta, indolente, appunto, tranquillissima, perchè è da maschio, e ai maschi mica ci puoi fare i buchi, i fiori, i ghirigori e i falpalà. E' una sciarpa preziosa, perchè fatta con un filato prezioso, meraviglioso al tatto, è lana-seta-cashmere, signora, mica olive ascolane, vuole che le snòccioli per bene non le olive ma le percentuali? E' una sciarpa su commissione, ormai la mia clientela si è allargata, non mi limito alla Princi e alle amiche sue, e poi dovrò smetterla di chiamarla Princi prima o poi, almeno prima del suo debutto in società, col vestitone bianco e il cadetto al braccio. La mia clientela si è estesa agli amici del Liceale, nella fattispecie colui che ha condiviso il nostro tetto per due mesi buoni quest'estate, Ma Quale Tetto, ha obiettato una volta, in questa casa il tetto non c'è, o quasi.  E' pur vero, sagace fanciullo, è pur vero. Egli, il Compagno di Merende, desidera una sciarpa blù. E perciò verrà accontentato. La utilizzerà per le scorribande in scooter col mio figliolo finalmente risanato,  per i pomeriggi allo stadio, e per le mattine gelide che il prossimo inverno ci riserverà.  Fare questa sciarpa è una meraviglia vera, non devi contare, non devi leggere, nemmeno devi guardare, quasi, vai avanti e indietro, avanti e indietro, in una specie di nirvanica incoscienza, si può dire che vada avanti da sola, insieme ai pensieri, avanti e indietro, avanti e indietro, e fa di questo verso sera un verso sera beato e tranquillo, Che C'è Per Cena? ancora non lo so, lasciatemi ancora cinque minuti in questa beatitudine di diritto e rovescio, mai affrettarsi, mai preoccuparsi, provarci una volta, fare una sciarpa è il meglio che c'è.

La Vendita Speciale.

Succede, eccome se succede.
Abbiamo fatto un bel gruppo, un nutrito stuolo di donne fatte, attente, preparatissime,  mai dòme, assetate di sapere, che disquisiscono con grazia di circular needles, di K2tog, di lace, di pattern e di robe così.
Sono certa che l'incremento delle vendite nel settore sia in buonissima parte opera nostra.
Ci innervosiamo alla frase Siete lì A Fare la Calza.
Che la calza magari la facciamo anche ma con un gioco di ferri sottili e una Grignasco Bambi Merino, non so se mi spiego.
Ci inalberiamo all'affermazione Ah Sì, Lo Faceva Anche Mia Nonna. Tutto vero, per carità, ma forse, tua nonna andava a cercare la lana estone tinta naturalmente? O aveva forse ferri in legno di rosa o metacrilato o peggio, in ebano purissimo?
E inventava pattern da perderci la testa, che poi il 1 dicembe, ma che bella sorpresa,  un bel libro il cui acronimo fa TRUS, e sfido chiunque ad indovinarlo?
Così, in questa immensità, s'annegava il pensiero mio, in una bella mattinata ottobrina, che ieri era anche il mio onomastico e quasi nessuno si è ricordato, la Manu, ovvio, e gli abitanti di questa casa, epperforza, era scritto gigante sulla lavagna della cucina, bello sforzo.
Ma, tornando alle lane, dopodomani festa grande sarà.
Si organizzano pullman, voli low cost, macchinate di femmine assatanate, per l'amor del cielo, solo ed unicamente per affondare le mani in mucchi e mucchi di gomitoli colorati, leggere con attenzioni metri, yarde, composizioni, con quali ferri, misura americana o in millimetri, sfumature di colori e abbinamenti.
L'evento si tiene a Grignasco.
Per forza di cose.
E inizia domani, giovedì 21 e terminerà sabato 23.
Tempo ce n'è per organizzarsi e colà recarsi. Marina vi attende con ansia e trepidazione, insieme a tonnellate di gomitoli e matasse, il giusto per passare una bella mattina, un bel pomeriggio, o magari tutto il giorno.
Di seguito gli orari.
Leggere attentamente le avvertenze e le modalità d'uso.
Crea dipendenza. 



Vendita Speciale Grignasco
Giovedì 21
Venerdì 22
sabato 23 ottobre  
dalle ore 9,00 alle 13,00 
 dalle 14,00 alle 18,00.
Via Dante Alighieri 2
Grignasco NO

18 ottobre, 2010

La raccolta dei Corbezzoli.

Oh, sì, può capitare. Di trovarsi qui ogni tanto, anche vestiti di tutto punto e non proprio discinti. Laggiù, un mare grigiazzurro, ci si specchiano nuvoloni che scapperanno poi, verso sera, velocissime, verso chissà dove. Questa casa, questo posto, questo paese silenzioso, così diverso dall'estate, è un luogo dove trovarsi in pace, sentirsi bene come poche volte, far niente, leggere, camminare sulla spiaggia umidissima, non proprio deserta, surf e kite e qualche barca laggiù. Ed è bello ritrovare il bar della colazione, quello in paese, dove ti salutano come si fa coi fratelli, dove ti stringono la mano nelle loro, Sentito Che Freddo? Freddo? Ma se ho la felpa e c'è un sole che spacca ed è tutto fiorito, vogliamo fare un giro sù da noi, e riparlarne? Amo questo posto dove non c'è nulla, dove puoi stare ore a decidere cosa fare e non decidere mai nulla e non annoiarti mai, basta sentire il profumo che c'è, che non è come quello di luglio, basta vedere la gente che c'è, che non si danna, che non ha fretta, che non corre, gli amici cari che ti vogliono a pranzo, a cena, a colazione, e poi di nuovo a pranzo e poi a cena, come, andate a dormire a casa, potreste fermarvi qui. Abbiamo raccolto i corbezzoli, ne faremo una marmellata, non li abbiamo mai raccolti,  sarà un esperimento E' bello trovare il limone strapienopienissimo di frutti ancora verdi e profumati di buono, il basilico rigoglioso, per forza, non c'ero io, la miseria selvaggia, fiorita, enorme, così viola che mi ci incanto, e il prato smosso dai cinghiali, la pace, la bellezza, il niente magnifico, l'odore del mare, il cielo che solo qui, il sole, la calma.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...