15 marzo, 2011

Dei cinque spruzzi.



L'approfondimento si impone, cara la mia Marzipan, ben perciò eccoti accontentata. Se mi si chiedono frivolezze, di certo non me lo faccio dire due volte. Niente di meglio c'è di una buona dose di cretinate, frivolitudini spicciole, cose di poco conto, per chiuder fuori per un pò le cose brutte della vita. Approfondisco perciò con grande, grandissimo piacere il dossier che chiameremo in codice Dei Cinque Spruzzi, e vi rimando qui per l'antefatto.
Orbene.
Il mio profumo storico, di sempre, nei secoli dei secoli è questo qua. Lo so che tanto nessuno avrebbe sofferto d'insonnia a non saperlo, ma intanto ho accontentato Marzipan, e fin qui va bene.
Lo uso da più di dieci anni, lo adoro come si adorano i profumi che ti fanno stare bene, sentire a posto, perfetta. Ha note di vaniglia e di fiori, sa di acqua fresca, di ambra e di gardenia. E', in assoluto, quello che amo di più, quello a me più vicino, che mi somiglia di più, più mio. Difficile da reperire, non impossibile.

Il mio secondo amore è questo qua, è l'amore dell'estate, o meglio da maggio a ottobre, sa di pompelmo, ovvio,  e vaniglia, mirtillo e bergamotto. E sa di estate, della mia. Di questo, cinque spruzzi forse nemmeno bastano, è un aroma che si ama da subito o si detesta. 


E infine, il terzo amore, il più recente, incontrato per caso circa due anni fa, durante una vacanza. Gelsomino, cocco e fiori di tiarè, estivissimo ma mi piace anche d'inverno, col freddo, sa di vento e anche di spiaggia, di pulito, non so come dire.
Ecco qua, Marzi, ora sai.
Però, adesso tocca a te, a voi.
Raccontate alle Fragole di che profumo siete. Ma che bel gioco sarà. Frivolissimo, e che te lo dico affare. Grazie, Marzi.

Un regalo.


...perchè fuori è buio
ha piovuto tutto il giorno
ci sono immagini dalla tv che fanno paura
e i giorni anche
e il mondo a volte 
e allora si canta piano
a labbra strette
e chissà come
mi sarà mai venuta in mente

Inutile star lì.

Non mi parte la mattina, se non scrivo almeno un pò, inutile star lì. Inutile star lì è un'espressione tipicamente lombarda, che vuol dire e non vuol dire, che significa, lascia stare ma anche stai perdendo tempo, ma anche cerca di ragionare, ma anche vedi di prendere coscienza delle cose. Ma inutile star lì, è di certo la più bella, la mia preferita, preferitissima. Vediamo cosa posso dire in una mattina del genere, appena prima di tuffarmi in una serie di conti, sissignori, oggi faccio dei conti, ho una bella matita con la gomma in cima, la mia bella calcolatrice viola che non uso mai e un bel foglio a quadretti. E' un lavoro che devo fare per Cuore di Maglia, per un progetto che prende forma ogni giorno di più e che sarà una specie di sorpresa. Ma io, a questi conti qui, ci penso da ieri. In realtà sono soltanto somme, il +, come si chiama alle elementari, ma io che bestia sono con i numeri, c'ho già l'ansia, inutile star lì. Ma farò il mio compito per bene, se sbaglierò cancellerò, ho la gommina apposta e sono bell'e organizzata. A parte ciò, si attendono con ansia i giorni dolci della primavera, tamburellando con impazienza, sbirciando l'armadio, ho letto da qualche parte che l'arrivo della bella stagione coincide con la constatazione dell'inadeguatezza del proprio guardaroba, ma noi non ci si fa prendere da tali frivolezze. Ancora non è il momento di affrontare una simile questione, e se ci si prova si abbia almeno la compiacenza di guardar fuori, prima di fare come quella tale che sabato sera è uscita a cena col sandalino color tortora e senza calze mentre pioveva a secchiate, e appena fuori si è detta Ma Piove! Torno a Cambiarmi Le Scarpe e invece no perchè erano già in ritardo e non si fanno aspettare gli amici. Oggi è il martedì più piovoso del mondo, si può scegliere se fare smorfie di disgusto, farsi un caffè o cazzeggiare, oggi si può dire, nei negozi on line e fare una lunghissima wish list delle cose che ci piacciono o ci piaceranno, ivi compreso uno smalto turchese, un anello massiccio, un pantalone a pois. La vita prende la piega che le vuoi dare, un pò come quando stiri le camicie, e ti è concesso il mirabile lusso di scegliere cosa pensi di fare e da che parte vuoi stare, e se lo dice Ligabue ci credo, e poi alla fine è tutta questione di filosofie personali, piccolissimi accorgimenti, banali sotterfugi per far dire di un giorno così Ma Che Bella Giornata, orecchini con le rose, cinque spruzzi di profumo, dopo i conti un volo in città per una chiacchiera discreta, e stavolta niente sandali, che piove e piove, beh ma con le calze, magari, scellerata sono, inutile star lì.

14 marzo, 2011

Dopo gli alberi il cielo.

 Buongiorno, sì. Che è cominciato non benissimo e poi d'un tratto è virato verso il bello, vuoi vedere che ho imparato davvero, anni e anni di esercizio mi hanno fatto arrivare fino qui, a sentirmi una sogliola appena apro gli occhi e faccio il sound check, Come Sto Oggi? e poi pian piano cambiare, prospettiva, angolazione, inquadratura. Uno schifo, vien da dire se guardi fuori e io fuori ci guardo subito, non ho bisogno di aprire le finestre, i miei occhi sono le finestre per vedere il mondo, non ho filtri o drappi o tende o persiane, quel che vedo da subito sono gli alberi e dopo gli alberi il cielo e in quei secondi tra il gong e scendere dal letto mi chiedo come sto, e in un secondo cerco di ricordare cosa ho sognato e cosa devo fare e dai rumori che sento indovinare chi è già sveglio, lo scrosciare della doccia, qualcuno che parla piano di sotto e il silenzio di sopra, dormono ancora di sopra, ma quanti sono, e allora faccio un calcolo veloce ma è troppa fatica la mattina appena apri gli occhi non è che hai proprio voglia di far di conto. No che non è stata una gran domenica, ho ricamato, compulsiva e ossessiva, se ne è accorto anche il mio Sposo Illustrissimo, Ma Cos'Hai, cos'avevo non so, ero in disordine, non ero in asse, non ero in bolla, è così che si dice quando sei storta, dura poco però e meno male, i giorni storti mi rendono insopportabile, odiosa, noiosa. Farò di questo lunedì un antidoto per il veleno, una specie di vaccino, ho tali e tante cose da fare che non avrò nemmeno il tempo di formulare un pensiero, di quelli molli, intendo, di quelli fangosi che ti impantànano come nelle sabbie mobili, di tutti i Se Poi e di tutti i Ma Allora, che ne ho fin qui di pensieri che mi intralciano, stringhe slacciate mentre corri, scalini nella discesa, macchie di prato nella neve, che scendi tranquilla e gli sci ti si piantano e se va bene traballi e se va male cadi e neve gelata dovunque, negli occhiali, nel collo, che fastidio la neve che ti entra addosso, ci sono sensazioni che sai a memoria e e ci pensi ti sembra di sentirle. Farò di questo lunedì un bel lunedì lucente, i pensieri di quando ho aperto gli occhi li ho già quasi dimenticati, sotterrati sotto un cumulo di neve gelata, nel fango del pratino, domattina farò lo stesso e se mi verranno li scaccerò, mi concentrerò per bene su quel che vedo, troverò il modo, e ce la farò, anni e anni di esercizio, passando dal comodino al davanzale, dal davanzale ai vetri, dietro ai vetri gli alberi e dopo gli alberi, il cielo.

13 marzo, 2011

La Domenica del Ricamo.

In realtà mi era presa già da ieri pomeriggio, volendo sdebitarmi con l'Amica delle Perle per avermi fatto da Soccorso Stradale venerdì all'ora di pranzo. Ben perciò, ho pensato di farle con le mie manine sante una cosa che però non posso dire perchè ancora non gliel'ho consegnata, e allora se legge qui ma mi vuoi dire che razza di sorpresa è? Mi è presa che mi è tornata voglia di ricamare, perchè a me ricamare piace tantissimo e ricamo da vent'anni, più o meno, ed ero andata da una vera guru del ricamo ad imparare a fare un rovescio perfetto e lo faccio sul serio, non ci faccio i nodi e non uso il telaio perchè lei mi aveva detto, Orrore, Guai a Te! Così stamattina ho ripreso il mio cestino e ci ho trovato tutta una serie di lavori lasciati a metà, le prove per le bomboniere del Liceale e quelle della Princi, i cuscini sbagliati, i fili ingarbugliati, gli aghi d'oro comprati da Liberty, la forbicina che credevo persa. Fuori che piova pure se ne ha così voglia, quassù, nella Casa in Collina, qualcuno dorme, qualcuno legge, qualcuno ciondola guardando di fuori e mormorando Bel Tempo di Menta. Mi accoccolo nel mio angolo di divano che preferisco, devo scegliere da dove cominciare, quale lavoro portare a termine, se il cuscino coi gatti o qualche strofinaccio, c'è perfino un Babbo Natale ricamato sul lino, oggi gira così, invece di knittare ricamo a nastro, so fare molte cose, sono proprio una donna multitasking, qualcuno chiede, A Che Ora Si Pranza? già, a questo, tutta presa da fili, schemi e matassine, non ci avevo proprio pensato.
E nel cestino ho trovato anche la fotografia dei sacchettini per la Comunione del Giurisprudente. Bellini, tanto bellini ( mi stimo da sola, ogni tanto va bene).

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...