25 marzo, 2011

Come si fa.

A far finta di niente, ad avere sempre pronte una risposta e una lezione, ad essere sicuri delle cose, a farsele scivolare addosso, beccarsi un ceffone in piena faccia, di quelli che lasciano il segno e dire Non è Niente, Non Fa Niente. Come si fa, a non far cadere la fetta biscottata dalla parte della marmellata, a non far entrare il freddo e la polvere e le foglie secche che sono ancora sul terrazzo, c'è stato il vento e non ne ho nessuna voglia di tirarle via, si dice tirarle via in italiano corretto? Come si fa, a tenere sempre tutto in ordine perfetto, ad aver voglia di stirare, a non avere fretta, a farsi capire, a spiegare esattamente le cose come stanno, come si fa a non vomitare quando ti si parla per frasi fatte e stereotipi, e modi di dire che non dicono una beata, tante teste tante idee, al cuor non si comanda, i negri hanno la musica nel sangue, si stava meglio quando si stava peggio, le stagioni quelle no. Come si fa a far fiorire i tulipani, a far volare un aquilone, a fare la crema catalana che sia una vera crema catalana e non un budino bruciacchiato. Come si fa ad avere sempre una risposta, a dire sempre io, io, io, anche quando si parla del tempo e delle viole, come si fa ad essere un pò egoisti ogni tanto, a dire No, Questo No, o Sì, Questo Sì, senza aver paura di ferire qualcuno, senza pensare prima agli altri e poi a te, e giammai il contrario, non l'ho studiato, non l'abbiamo fatto, non ci siamo arrivati, era finito il capitolo. Come si fa a far le barchette di carta, quelle che facevi navigare nella bacinella azzurra di Moplén, me lo ricordo bene perchè quel nome mi piaceva tanto, Moplen, ci avevo chiamato anche un gatto, così, un gatto che ha fatto poi una brutta fine sotto a un camion, sullo stradone e tutti a raccontarmi che era scappato e invece no, io l'avevo visto che era sulla strada, povero Moplén, e ho fatto finta di crederci che era scappato, ma io sapevo. Come si fa a non essere felici per questa giornata, anche solo e soltanto per questo sole bianchiccio ma che tra poco esploderà in tutta la sua straordinaria, lucente bellezza. Un sole da regalare, ecco, oggi incarto del sole e lo regalo a chi ne vuole, a chi non sa come si fa un bel niente, come si fa non lo si impara, si inventa lì per lì, o forse si trasforma e si filtra, che a guardare attraverso un vetro colorato tutto sembra già diverso. Anche il sole cambia il mondo e prospettiva, col sole è tutto bello e lucido, e saprai di sicuro come si fa, perchè il sole fa sembrare oro il piombo fuso, cristallo vero un vetro rotto, velieri magici le barchette di carta, e oceano immenso la bacinella di Moplén.

24 marzo, 2011

Una gita.

La calma, la tranquillità, il non orario, la lentezza. Oggi mi ci voleva. Ho bisogno di calmarmi, di fermare la giostra che sembrava rotta, a un certo punto, la calcinculo che dà strattoni e poi prende a girare sempre più forte, sempre più velocemente, così tanto da star male. Non è stata una gran giornata ieri, nella stessa ugual misura in cui quest'oggi sarà tutt'un altro suonare, un'altra musica, un'altra melodia. Oggi, giovedì, si marca visita, ci si segna assenti, si porta il foglio, si alza la mano e ci si giustifica, No, Mi Dispiace, Non Sono Preparata, si prende ferie, permesso retribuito, o anche non, si fa assemblea sindacale, insomma, ci si toglie di torno, si prende e si va. Gli uomini di casa, dacchè solo uomini son fino a stasera inoltrata, faranno a mano di me per una giornata. C'ho un bel progetto con la mia Amica delle Provette, di salire al Colle, o meglio lassù nelle Alpi Biellesi, a Grignasco, per la precisione, e da lì muoverem in carovana con altre Scelleratissime che colà troveremo, forse il Biscottificio, forse una filatura, forse a zonzo senza meta. Quaggiù se la caveranno, sono abbastanza grandi per, e io mi beerò per la giornata tutta di gomitoli e cose, di chiacchiere e cose semplici, con un'occhiata a tutti i progetti di Cuore di Maglia che abbiamo in essere e che sono così tanti. La meraviglia di una giornata vinta inizia così, una doccia e via, la giostra riprende lenta, beata e perfetta, dalla calcinculo ai cavalli, dal cocktail shakerato al caffelatte tiepido. Mi ci voleva, eccome se.

23 marzo, 2011

La iena.


Oggi sono io. La iena, incazzata come raramente mi capita, due o tre volte l'anno, non di più. Le ragioni, a farle valere, si fa una fatica, ma una fatica che non immagini, se poi vai avanti a mail e non ti puoi parlare e chiarire e spiegare e sentire il tono di quelle parole, ma come, sono di sicuro dalla parte della ragione, ho ragione, ho ragionissima, e devo pure sentirmi le morali e le lezioni di buona educazione? Giornatina niente male, lassù nella Casa in Collina, che tutti mi girano al largo, non si sa mai, non vorrei che se la prendesse pure con me, sai com'è. Incazzata, sì, e delusa, anche e amareggiata, che tutto insieme fa una mistura esplosiva che fa spavento, mi arrabbio, sì, da morire sì, e devo trovare un modo per calmarmi, proverò a stirare, una di quelle malefiche tende di lino, che le prendi da un verso e scivolano dall'altro, e stiri e stiri ed è sempre stropicciata, magari no, quella no, se no mi àltero, meglio i fazzoletti, che sono tanti e quadrati e bianchi e tutti uguali, che non devo star lì tanto a ravanarci, che i fazzoletti sono la prima cosa che impari a stirare e se non sai stirare nemmeno un fazzoletto allora ma che donna sarai mai, incazzata, incazzatissima, ma quante parolacce, accidenti ma non c'è mica il sinonimo per questa parola, no  che non c'è, mi farò un caffelatte d'orzo se no, dormo dopodomani, andrò a fare un giro in collina, che ne so, mi devo calmare, davvero, se no urlo con qualcuno di questa casa che, creatura, non c'entra un bel niente, e allora e perciò, vada per lo stiro, o lavare i vetri, qualunque cosa mi faccia sbollire l'ira che ho, due o tre volte l'anno, non di più, e meno male, di più non lo sopporterei.

22 marzo, 2011

L'anello di Cielo.


Sono bastati due giorni e già ce ne siamo innamorati. Di lei ci piace proprio tutto. Il fatto che già ci siano i fiorellini gialli e tutte quelle viole che appaiono all'improvviso sul sentiero, eppure ieri nemmeno c'erano, chi le ha portate fin qua, chi le ha spinte da sotto le foglie secche, chi le ha fatte così viola? E poi, l'armadio che cambia faccia, al diavolo i maglioni-oni, le calze beh, quelle le abbiamo mandate al diavolo da un pezzo, al super diavolo piumini e piumoni e sciarpe e berretti col ponpon e guanti e ombrelli e cose. A noi, la primavera ci fa quest'effetto qua. Si tolgono le tende, per esempio, e si guarda con compiacenza l'effetto che fa la casa un pò spoglia, e quegli orrendi, sporchissimi vetri, ma chi te lo fa fare a pulire i vetri d'inverno, i vetri si lavano solo in primavera, con le pulizie di Pasqua, lo sanno tutti. La sera non è ancora cominciata lassù, nella Casa in Collina, e pochi sono i suoi abitanti, non proprio ai minimi storici ma quasi, e tutto questo non è che sia poi così allegro, ma poi, vuoi mettere la meraviglia di quando siamo di nuovo tutti, è ancora più bello, che si parla tutti insieme, che uno dice una cosa e tutti gli altri gli esatti contrari, perchè nelle discussioni qui non c'è mica un solo contrario, ma almeno 6. Bella stuoia, si dice. La cena sarà frugale e anche piuttosto sul tardi, qui si cincischia a più non posso, è tutto in ordine e tutto a postissimo, il Regio Ragù ha borbottato con grazia, educato e rispettoso, fino a un quarto d'ora fa e ora riposa beato nel fuoco più piccolo. Nulla ci vieta di fare un un discreto giro di shop on line senza comprare ma solo a guardare, che guardare e non comprare è una cosa da imparare, vediamo un pò cosa ci piace, cosa non si può perdere assolutamente, quale frivolezza estrema non può mancare nel nostro armadio di primavera, quale sandalino, quale ballerina, quale vestitino a pois, quale smalto da comprare con  cognizione di causa, giammai a muzzo. A noi la primavera ci piace un sacco, il cielo di fuori è così blu zaffiro che mi farei un anello, ecco cosa mi manca, un anello di cielo, dovrò dirlo al mio Amico degli Gioielli, magari gli faccio un disegno, un anello di cielo, più blu del blu, chissà se ne fanno, di anelli così.

21 marzo, 2011

Che fretta c'era...

Stamattina sono sul nostalgico, che fretta c'era, maledetta primavera, bonjour, ci sono i fiori, il sole e il venticello, mi dò un tono perchè la settimana è iniziata all'alba, la mia sveglia ha fatto gong alle 5 in punto, dacchè la Princi partiva in gita scolastica, va bene che poi ho ridormito ma col gatto sulla pancia non è che poi uno dorma così bene e non avevo cuore di spostarlo, burlone di un Phil, gatto transgender, lui è tutto coccole e agguati ai pettirossi e banchetti a base di topolini sul terrazzo. Gatto è, è una legge della natura, la catena alimentare, insomma, cose così. Farnetico e mi accingo a infilarmi in quella che sarà la mia giornata di oggi, niente male a un primo velocissimo esame, dentro e fuori da uffici vari e cose  cose, frullata, esagitata, shakerata, centrifugata come in lavatrice, e già che ricordo pure un paio di lavatrici e un paio d'ore di stiraggio male non farebbero, ma fuori è sole delicato, è aria fresca e sottile, è erba nuova, è azzurro cielo che nemmeno mi ricordavo com'era, e allora, male non sarà farsi centrifugare in una giornata così bella, e poi chi l'ha detto che dev'essere strong, schiaccio il tasto Centrifuga Breve, Ciclo Cashmere, se centrifuga dev'essere che lo sia con grande stile, delicato il giusto, senza troppi sbatti, appena appena.

Bonjour a questa primavera, a chi l'aspettava da un pò, fuori, dentro e tutt'intorno, a chi ha trovato le viole nel prato, a chi va in giro senza calze, a chi sta già meglio, a chi è felice e non si chiede come mai.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...