11 maggio, 2011

Rose su rose.



Il cucù stamattina non la smette di chiacchierare, e nulla ci sarebbe di male in fondo, fa il suo mestiere, cosa vuoi mai che faccia un uccello chiamato cuculo, se non fare cucù? Sì, ma a tutto c'è un limite e una decenza, è dalle cinque che la mena, si può dire? sì, non è mica una parolaccia, uno che la mena vuol dire uno che scoccia, che continua a fare la stessa cosa e dà fastidio, riesco a spiegarmi. Personalmente non ho proprio nulla contro il cucù e nemmeno contro le civette e i gufi, ma stamattina avevo sonno e tutto 'sto canto ossessivo, cucù-cucù-cucù mi ha lievemene alterato.Lievemente solo. Bonjour, si disse quando anche il primo figliolo scese le scale. Bonjour, disse alla Princi che camminava ad occhi semichiusi. Bonjour, disse all'Illustre Sposo già sul pezzo da un bel pò, forse il pennuto malefico che ha svegliato me, ha svegliato anche lui, chissà. Fatto sta ed è che è una bella mattina di maggio, che si vede bene che è maggio per una serie di bei motivi che ognuno può trovare nel suo quotidiano. I sandali, i fiocchi dei pioppi nel viale in città, le biciclette, la fine della scuola tra un mesetto o poco più. Al mare non si ha ancora tempo di pensare, o forse sì, qualche volta di sfuggita, ma ancora troppe sono le cose da sistemare, figliolanza e lauree, esami,  impegni del Regio Sposo, progetti della scrivente che non è che siano proprio cose da nulla, insomma, alla fine tutto andrà a posto magicamente come ogni volta, come se qualcuno all'improvviso spargesse una polverina misteriosa e luccicante, voilà, tutto quadra. Nel frattempo, proprio perchè di maggio si tratta, io mi porto avanti con le rose. Le mie rose danno il meglio di loro stesse medesime se colte al massimo della fioritura, e sistemate con grazia nei vasi della Nutella conservati durante tutto l'inverno. Se riciclar si deve, che lo si faccia con buon gusto e la forma del vaso della Nutella, un pò schiacciato e oblungo, è proprio quel che ci vuole. In una mattina dove si è deciso di fare unicamente cose gradevoli,  almeno finchè si può, un'occhiata all'aiuola armata di forbice per cogliere  qualche rosa freschissima, è gran cosa. Chi giura di avermi visto guardare in sù con aria sibillina, a scorgere tra il fogliame il becco del cucù, si metta l'anima in pace. Ho una pessima mira, il cucù è salvo. Almeno per oggi.

09 maggio, 2011

E' stato il vento.

Ma certo, non può essere stato che lui. A spezzare i rami degli alberi, a portare in giro le foglie nuove, a scuotere e scuotere il ciliegio e a sparpagliarne tutti i fiori. A svegliarmi alle 3, il vento di notte è affascinante e misterioso, non sai mai cosa ti porterà, se una giornata lucidissima o strati di nuvole indaco e grigio chiaro, appena appena, il viale stamattina era un quadro da copiare, le foglie degli alberi davano la loro parte di sotto, quella più chiara, come succede di solito quando sta per venire un temporale,e il cielo è violetto, sì e le foglie a tratti sembrano bianche ma non pioverà di sicuro. Confusa, stamattina, ma sul pezzo, come si dice. Si è sempre un pò titubanti il lunedì mattina, si aspetta sempre un segnale prima di scatenare l'inferno che si ha da scatenare, le millemila cose che si hanno da fare e da organizzare e forse un velo d'ansia ci prende pure a pensare che fra due settimane saremo qui e si fa il check di tutto quel che resta da fare che non è molto, ma insomma. Il vento s'è calmato un pochino, gioca a nascondino e nessuno lo trova mai, salvo poi all'improvviso saltar fuori in una raffica precisa, che ti sorprende e ti meraviglia, ma come, non era passato? Il vento sulla terra è così diverso dal vento sul mare, ma entrambi hanno lo stesso fascino e la stessa magia, da dove viene,e dove andrà, chi avrà sfiorato prima di sfiorare me, che lenzuola avrà asciugato prima delle mie, quali petali e di quali alberi avrà raccolto per farsene una collana colorata. Confusa sì, sul pezzo sì, ma sempre un pò sulle nuvole, le stesse che ha portato il vento e che il vento porterà via, le stesse che mi fanno guardare in sù e dire Che Bel Colore, io, donna vanesia che si sveglia col vento, che immagina i suoi viaggi e che mi trova ogni volta così affascinata e così contenta che ci sia e che sibili sotto le finestre e che muova persino l'erba piccola del pratino e rovesci le cose stese ad asciugare. Impertinente lui, vanesia io, non può essere che colpa sua, certo che sì.

08 maggio, 2011

Domenica, verso sera.

Una volta mi faceva tristezza, la domenica sera. Anzi, non proprio sera, verso quest'ora, le sette, le sette e mezza, non si può dire che è sera, sera è dopo le nove, mi sembra. Credo però sia solo questione di clima e di stagione, mi fa tristezza se piove o se c'è la nebbia, anche se la nebbia mi piace, ma non so, la domenica verso sera non è che mi piaccia proprio sempre, ecco, sono giunta a questa conclusione, dipende da una serie di fattori, non ancora individuati, forse, facciamo così. E' domenica verso sera, lassù, nella Casa in Collina. I figlioli sono sparsi un pò dovunque, solo la Princi suona e suona, ecco un altro degli aspetti, se sei sciallo ed è verso sera e la Princi suona, significa che è domenica perchè ogni  lunedì ha lezione di pianoforte e allora ripassa.  E' domenica verso sera se nessuno scende a curiosare fra le pentole o nel frigo. Di solito, in questa casa, la domenica sera nessuno ha fame. Eccerto, i maschi di sabato  rientrano a giorno fatto, la colazione è all'ora di pranzo e tutto si sposta con un fuso orario tutto speciale. Il beato niente di questa domenica verso sera sono i 3 BiciCestini che ho fatto in questo fine settimana, che me ne chiedono una marea e credo che al negozio dove li compro nudi e crudi,  mi abbiano scambiato per una spacciatrice di cestini da bicicletta, e in un certo senso la sono anche, ma i miei cestini hanno tutti un vestitino, un nome e un'etichetta. Dopo il BurroCestino, Ecco il CieloCestino e il PratoCestino. Pura meraviglia. In più, l'Aiuola delle Rose ha finalmente dato il suo primo fiore e una rosa fra le mie preferite è finalmente sbocciata. Le domeniche verso sera di inizio maggio hanno un fascino tutto speciale, forse un'insalata di pomodori per cena, o una pizza qua vicino, già che è la festa della Mamma e nessun festeggiamento speciale, solo baci pungenti e coccole profumate di hennè, un pò limone e un pò aceto, le ho insegnato bene, l'hennè si fa così, ci vuol mestiere. La domenica verso sera, in queste sere belle di maggio, mi fa pensare sì che domani frizzi e lazzi e acrobazie, ma adesso c'è una bella calma e un bel profumo, il caprifoglio ancora non si è svegliato, lo farà presto e unirà il suo aroma a quello delle rose che sono arrivate prima e per l'invidia fiorirà il doppio e profumerà di più. Le cose care, le persone che sono la mia vita stessa, il mio sentimento e tutta la mia storia, le ho qui vicino, una rosa nuova  e mia figlia che suona, a domani c'è tempo, che questo verso sera duri ancora per un pò.

05 maggio, 2011

Indecisa.

Se chiamarlo BurroCestino.
O PerlaCestino.
O CatenaCestino.
O CampanellinoCestino.
Già perchè questo è un cestino da bici, in kitchen cotton color burro, con perle, catena e campanellino.
Creato già da un pò, non aspettava altro che di essere accasato al suo cestino ed essere tempestato di pietre preziose. L'occasione si è presentata oggi nel dopopranzo, che lassù nella Casa in Collina si urlava ma si urlava, e io, bella scialla, infilavo perle e non fiatavo, anzi, ADR, come dai carabinieri, come quella volta che sono venuti i ladri e il maresciallo era tutto uno scrivere ADR, ADR che in teoria significa A Domanda Risponde, ma che in pratica vuol dire, respira appena, non fiatare e parla solo se sei interrogata, che quando il tuo Illustrissimo e Integerrimo e Isoscele e Uno e Trino Sposo sbraita e lancia strali  contro uno dei figlioli, ancorchè maschi e grandi, ben meglio è che tu stia zitta, che non dica nemmeno bah e che continui ad  infilare perle nei cestini e fai finta di nulla. Anzi, ho un'idea ancora migliore. Procurati non vista la tua sacca con la maglia e i ferri e recati di soppiatto al knit cafè. Nessuno si accorgerà della tua sparizione. E quando succederà tu, beata, sarai già lontana. Furbissima donna, ti stimo.

04 maggio, 2011

Piastrelle, ecco cosa.

Mai piastrelle furono più desiderate di queste. Recuperate con grazia dalla deliziosa Elisa che me le ha fatte scegliere da un cassetto di legno, in un negozio dove sono stata, vediamo, quindici anni fa, a scegliere un lavandino di terracotta con le papere. Che ancora ci penso, a quella cucina viola, quindici anni fa una cucina viola era da ricovero immediata nel Reparto Infettivi, non so se mi spiego. Piastrelle, stamattina. Caricate sulla mia automobile trasformata per l'occasione in furgonato/telonato e scaricate dalla Medesima Scrivente Stessa,    che son pesanti i pacchi di piastrelle, oh, se son pesanti. Mai piastrelle furono trattate con più cura, disposte con precisa amorevolissima delicatezza nel luogo dove nessuno le può urtare. Di due colori che adoro, Lavanda e Mare, oggi nessun dono mai avrebbe potuto farmi più felice di così. In questo progetto, ogni giorno imparo qualcosa: che cosa è il massetto, che la guaina non è necessariamente quella che si mette dopo un parto, che prima si mette l'intonaco e poi il lavandino, giammai il contrario. E infine, che il preziosissssssssimo Chanel Riva resiste anche allo scarico di piastrelle. Però, non l'avrei mai detto.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...