26 marzo, 2012

Cento sfumature di viola.

Sono dappertutto. Esplose, in questi ultimi giorni. Nel prato, nei filari vicino a casa, un cespuglietto è perfino nato fra i mattoni del muretto. Nascono così, un pò a sopresa, staranno pochi giorni, appena prima dell'erba nuova, sono lì, preziose fra le foglie secche, semplici, bellissime. Certo che non sono tutte uguali, le viole, e soprattutto, non sono dello stesso viola.  Amo le viole, forse perchè amo tanto e da sempre il colore viola. Che scoperta. Ne ho fatto un mazzolino l'anno scorso per il compleanno di un figliolo, le raccolgo spesso, le lego con un filo, hanno un gambo così delicato e poi sono belle se tutte insieme, non come le rose, che a separarle nell'acqua stanno meglio. Certo, durano poco, e nemmeno si possono seccare, se non fra le pagine dei libri, per poi ritrovarle quando quel libro lo rileggi, o se ti cade rimettendolo a posto, mi è successo giorni fa, avevo preso l'Innocente, e dentro ci ho trovato tre violette, ancora un pò viola, lì chissà da quanto. Non saprei trovare un significato filosofico a questa magia delle violette, che fanno bello qualsiasi prato, che sanno di pulito e di nuovo. In effetti, non c'è. Quel che c'è è che sono loro le vere protagoniste di questi bei giorni, dei primi giorni dell'ora legale che dà un'aria già di vacanza, che ti fa venir voglia di stare sul terrazzo a prendere il caffè, di constatare che forse, ahimè, il gelsomino non ce l'ha fatta e non ha passato il rigido inverno e bisognerà vedere nei giorni prossimi se si riprende oppure no. Nel frattempo, ci sono loro, le viole del pratino, a dirti del sole e di quel profumo bello che si sente la sera, a ricordarti che è ora di sistemare la bici e forse di rifare un cestino, ovvio, viola, dacchè il tuo si è scolorito e sfilacciato. Si inizia così, un giorno semplice pieno di cose, la Ginnasiale accompagnata all'alba verso la sua lunghissima gita scolastica, cose da fare ma con calma studiata, l'ora nuova è bella ma ha bisogno di essere metabolizzata con cura. Magari, anche con un bel mazzolino di viole appena colte, col gambo un pò lungo se no non stanno in nessun vasetto, da tenere sul tavolo e annusare ogni tanto quando passi di lì, da regalare, o da tenere in mezzo a un libro e ritrovare dopo un pò. La felicità, a volte, è piccola cosa.

20 marzo, 2012

La Leggenda del Sole che Si Muove.


D'inverno, le poche volte che c'è, me lo trovo davanti. A colazione. Seduta al mio solito posto, quello che ha il lavandino dietro e che guarda fuori, il terrazzo, poi il giardino e poi ancora, la collina. E là in fondo, il sole. Mi siedo sempre qui, anche le rarissime volte che sono sola, anche quando siamo in mille, le cene di Santa Lucia, i pranzi della domenica dove ognuno porta qualcosa. Dal mio posto al tavolo della cucina vedo lo scorrere del mondo, quello che si vede dalla mia finestra, mica quello vero e intero, il mondo mio, quello che ho qui. E vedo le stagioni, l'erba nuova, la neve, i pettirossi, il ciliegio, quest'anno ha fatto troppo freddo e forse ha sofferto un pochino, la sua nuvola pastello è un pò in ritardo, ma arriverà. Oltre la collina c'è il sole. Posso sapere anche che ora è, minuto più, minuto meno, mentre sciolgo il caffè solubile nel latte, o ci soffio sopra perchè è troppo caldo, o semplicemente, mescolo e guardo fuori, come rapita, non so, non saprei dire che cosa penso veramente, ci sono luoghi di questa casa che sono ipnotici, per me. Passando i giorni, il sole si sposta. E lo so che non è lui ma sono io, che il sole è sempre lì ed è la Terra che gira, quante volte l'ho spiegato ai miei bambini, sono quelle cose che non sono chiare nemmeno a te, ma che le dai per assunte, così, la Terra Gira, fine. Il sole dalla mia finestra, invece, è lui a girare, è lui a muoversi, ogni mattina sempre un pò più in là e io mi devo spostare e spostare la sedia, ogni mattina un pò di più, per essere sicura di vederlo per prima appena spunta il suo sorriso arancione dietro l'albero grande in cima alla collina. Ognuno ha il suo sole privato, quello che vede ogni mattina salire in alto e ogni sera andare giù e non si spiega un tale miracolo, una tale straordinaria, lussuosa meraviglia, un tale ineguagliabile spettacolo. Il mio Sole della finestra  è uguale al mio sole del Cielo, che è lo stesso che sale e lo stesso che va giù, lo stesso che scalda e brucia e asciuga i panni stesi sul terrazzo, e fa sbocciare in pochissimo le gemme delle ortensie. E mi piace pensare che quel che vedo spostarsi un pò più in là, sia uno spettacolo privato solo per me e per il mio giardino, il Sole che Si Muove, ogni mattina, stessa rete, stesso canale, personaggi ed interpreti, il Sole e io.

19 marzo, 2012

Frescamattina.

Ha dato una spruzzata d'acqua stamattina verso le 7. La cucina già in pieno fermento, la caffettiera quella grande, le capsule Nespresso finiscono sempre nel week end e forse è meglio fare la caffettiera viola stamattina, tutti i figlioli fan colazione la mattina del lunedì, tutti o quasi, dacchè l'Ingegnere Jr. forse s'è dimenticato che ha una casa e che la sua casa è questa qua, ma ha sempre troppe cose da fare e poi la Fidanzata quella maiuscola e tutta una serie di inghippi, meno male che ogni tanto so che sta bene perchè twitta, e allora ok. La mia cucina al lunedì mattina è una specie di mercato, inutile accende la radio perchè non si sentirebbe neppure, è tutto un via vai di zaini e di fogli e di merende e di monete per la macchinetta a scuola, e di libri e di accordi, allora li prendi tu, io torno a pranzo con, io vado a pranzo da, ci vediamo venerdì, baci baci. Il silenzio che ne segue, appena chiusa la porta, è quanto di più prezioso per riordinare le idee, per sedersi un attimo e dire Da Dove Comincio, la settimana che inizia oggi sarà una specie di corsa a ostacoli, c'è bisogno di raccoglimento e di organizzazione, di logistica perfetta e di un notevole cul@, non so se rendo l'idea, per far filare tutto come deve. Si farà, ce la si è fatta ogni volta, ogni volta che si è guardato con orrore il calendario con tutte le caselline occupate, scritte a pennarello rosso per non scordare nulla, oggi di qui, domani di là, dopodomani chissà, alla fine ce la si è sempre cavata. Fresca la mattina lassù nella casa in collina, siamo già alla seconda metà di marzo, era Natale due giorni fa, lavori pesanti e tonnellate di cose da riordinare, piegare, stirare. Mi piace il disordine allegro che fanno i  miei figli al mattino, le loro facce assonnate e bellissime, il loro profumo che riconoscerei fra milioni, anche adesso che sono grandissimi. Li bacio sulla porta come se avessero ancora cinque anni e lo zaino dei Pokèmon e le treccine bionde col nastrino di raso. Oggi, anni fa, avrebbero portato a casa un lavoretto, l'impronta di una manina nel gesso che ancora il loro padre conserva, nel cassetto di mezzo della scrivania di castagno, disegni sghembi colorati coi pastelli, scritture incerte.  Troppo grandi per un lavoretto, impegnàti, pensierosi, il lavoro, l'università, la maturità, l'interrogazione su Leopardi alla seconda ora. Ma  oggi, un bacio per la festa del papà si può mandare in tanti modi. Anche con un tweet.

15 marzo, 2012

Si capisce.

Si capisce eccome. Da piccolissime cose, quei piccolissimi particolari che fanno di un giorno qualunque un giorno speciale, di un momento senza scosse in un momento se non beato, almeno calmo, come il mare calmo che adoro, quello vellutato che non si muove quasi, che a passarci sopra ti sembra di rovinarlo un pò, come sul pavimento appena lavato, hai voglia a urlare E' Bagnato! ci passano sopra in mille e ci lasciano le impronte che non è mica tanto bello se ci pensi, non solo perchè ci devi ripassare e lavare il pavimento non è il massimo, anche se nella mia cucina, da qualche giorno c'è la sindone di un piatto di pasta volato sul soffitto e piombato per terra, sissignori, a Villa Villacolle ogni tanto si hanno gli scleri e per non frantumare il piatto sulla testa di uno o dell'altro figliolo, a rotazione, ecco che il piatto volavolavola, insomma, bei momenti. Si capisce che è primavera perchè si iniziano a compare i fiori. Nulla di ricercato, si fa la fila alla cassa e nei secchi bianchi dell'Esselunga è tutto un fiorire di tulipani e roselline, il tavolo della mia cucina è più bello se ci sono i fiori freschi, e mi piace averli lì. Quelli che ho comprato ieri non sono fiori recisi ma una bella pianta di calle viola, io non sono brava con le piante ma mi ci voglio impegnare, qualche settimana fa è stata la volta di Brigida, una pianta di orchidee fucsia che resiste e resiste, con la quale chiacchiero ogni mattina mentre le spruzzo l'acqua con lo spruzzino, così mi han detto, e mentre le racconto meraviglie, e le dico che è proprio in buona compagnia con tutti quei piccoli cactus e quella pianta strana che ho portato dalla Sicilia avvolta nel tovagliolino e che è bella rigogliosa e sta benissimo a guardar fuori dalla mia finestra. Ieri ho comprato Domitilla, che è un pò più spocchiosa di Brigida, nel senso che ho letto bene il bigliettino e non vuole tanta acqua, forse nemmeno con lo spruzzino, ma oggi chiederò all'Amica delle Perle, che ne sa, e anche a Fosca, che loro due c'hanno una foresta di orchidee e se la tirano un sacco e mi hanno fatto divieto di toccare le piante di Cuore di Maglia, che guai mai se le annaffio troppo o, peggio, me ne dimentico. In tutto ciò, stamattina ho letto un tema di mia figlia. Si intitolava Un Cassetto Che Non Apro Mai. Quanta bellezza, quanto spessore, quanta meravigliosa innocenza. Certo, non mi serve un tema per sapere il cuore bello della mia figliola, ma leggerlo lì è stato come guardarlo, il suo cuore, tenerlo in mano per un pò e sentirne il profumo. Una mattina come tante, dei fiori nuovi cui badare, la fotocopia di un tema da conservare e  fuori, il sole. Tutto regolare, almeno fino al prossimo piatto che volerà. Molto American Beauty, mi hanno detto. E allora, ok.

12 marzo, 2012

Spot.

Considerando che due dei miei figli si chiamano proprio così, direi che è una bella coincidenza.
Ma che la mia Amica Biancaneve mi abbia pensato quando l'ha vista e mi abbia telefonato per dirmelo, no, non è una coincidenza per niente. 
E' molto, molto di più.
Grazie Biancaneve, precisa, preziosa, perfetta.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...