19 marzo, 2012

Frescamattina.

Ha dato una spruzzata d'acqua stamattina verso le 7. La cucina già in pieno fermento, la caffettiera quella grande, le capsule Nespresso finiscono sempre nel week end e forse è meglio fare la caffettiera viola stamattina, tutti i figlioli fan colazione la mattina del lunedì, tutti o quasi, dacchè l'Ingegnere Jr. forse s'è dimenticato che ha una casa e che la sua casa è questa qua, ma ha sempre troppe cose da fare e poi la Fidanzata quella maiuscola e tutta una serie di inghippi, meno male che ogni tanto so che sta bene perchè twitta, e allora ok. La mia cucina al lunedì mattina è una specie di mercato, inutile accende la radio perchè non si sentirebbe neppure, è tutto un via vai di zaini e di fogli e di merende e di monete per la macchinetta a scuola, e di libri e di accordi, allora li prendi tu, io torno a pranzo con, io vado a pranzo da, ci vediamo venerdì, baci baci. Il silenzio che ne segue, appena chiusa la porta, è quanto di più prezioso per riordinare le idee, per sedersi un attimo e dire Da Dove Comincio, la settimana che inizia oggi sarà una specie di corsa a ostacoli, c'è bisogno di raccoglimento e di organizzazione, di logistica perfetta e di un notevole cul@, non so se rendo l'idea, per far filare tutto come deve. Si farà, ce la si è fatta ogni volta, ogni volta che si è guardato con orrore il calendario con tutte le caselline occupate, scritte a pennarello rosso per non scordare nulla, oggi di qui, domani di là, dopodomani chissà, alla fine ce la si è sempre cavata. Fresca la mattina lassù nella casa in collina, siamo già alla seconda metà di marzo, era Natale due giorni fa, lavori pesanti e tonnellate di cose da riordinare, piegare, stirare. Mi piace il disordine allegro che fanno i  miei figli al mattino, le loro facce assonnate e bellissime, il loro profumo che riconoscerei fra milioni, anche adesso che sono grandissimi. Li bacio sulla porta come se avessero ancora cinque anni e lo zaino dei Pokèmon e le treccine bionde col nastrino di raso. Oggi, anni fa, avrebbero portato a casa un lavoretto, l'impronta di una manina nel gesso che ancora il loro padre conserva, nel cassetto di mezzo della scrivania di castagno, disegni sghembi colorati coi pastelli, scritture incerte.  Troppo grandi per un lavoretto, impegnàti, pensierosi, il lavoro, l'università, la maturità, l'interrogazione su Leopardi alla seconda ora. Ma  oggi, un bacio per la festa del papà si può mandare in tanti modi. Anche con un tweet.

1 commento:

Syssa S. ha detto...

che poi, a ben dire, sei una delle poche che valga la pena di leggere.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...