01 ottobre, 2012

Quattroggiorni.

Sono stata in vacanza.
Sono stata fuori.
Sono stata via.
Lontano.

L'edizione 2012 di Manualmente, la fiera della creatività di Torino, si è conclusa ieri sera, sotto un cielo bellissimo a onde scure, con una luce già autunnale e un pò decadente, ma che sussurrava promesse di cose belle e giorni chiari.
E' stata una festa vera.
Eravamo lì per la quinta volta e nemmeno ci sembrava vero, Cinque Anni? Ma Davvero? Essì, davvero, Cuore di Maglia è presente lì, sempre allo stesso posto, con le panche scomode, il tavolo in disordine, i gomitoli e le fotografie, e la gente, quante gente che è passata da noi. Ma non davanti, proprio da noi.
Delegazioni di amiche con vassoi di leccornie e di sorrisi e di abbracci che "manco un parente"  come dice Anna, e poi tante chiacchiere e ridere, ma ridere davvero, così contente di essere lì, un pò in gita, un pò in vacanza, la fatica e la stanchezza ma cosa sono, fuori e lontane da tutte le questioni, da tutti i pensieri, da tutto davvero. E' stato come avere il pass per un pò di sereno, ecco, io ce l'ho ed entro a stare bene, a rivedere persone che non vedo mai, magari e che vedo solo qui, e a twittare immagini e cose e sorrisi e sorprese e regali impossibili e lucciconi a leggere il biglietto. 
Così grazie.

Quattro giorni non sono nulla e sono tantissimo, quattro giorni sono un week end lungo, una gita, una fuga da chissachè. A smontare tutto c'è sempre un pò di malinconia, tutto si riduce a scatole vuote, a scatoloni e nastri buttati via, a carta stropicciata e dentro niente. Rimane e la certezza di avere fatto il pieno di cose belle ed energia, di positivo, di carezze e di anime speciali, di genti strane come te che come te son spaesate e un pò stranite, ma che non perdono tempo a farsi schiacciare.  Le cose di fuori sono rimaste uguali, ma forse si avrà il buon gusto di guardarle in un altro senso, girarle un pò, guardarle in obliquo e poi di sbieco, finchè non perdono tutto il loro significato e della loro pesantezza non resta che una carta stropicciata e dentro niente.

Grazie a chi c'era.

27 settembre, 2012

Manualmente 2012.

E' uno degli appuntamenti irrinunciabili per tutte, irrinunciabile per Cuore di Maglia.
Per il quinto anno consecutivo saremo a Manualmente, e colà vi aspettiamo.
Fra pochi minuti partirà una diligenza carica di gomitoli e cose e idee e corsi e progetti nuovissimi.
Siamo là, nello stand enorme, il più grande di tutti, davanti al bar.
Seguite il Cuore.
Come sempre.

Manualmente
Lingotto Fiere - Torino
Dal 27 al 30 settembre 2012.

24 settembre, 2012

Le Genti Strane.

Che son strana me lo sento dire da un bel pò. Forse non ho ancora capito bene se è un'offesa o un complimento. Diciamo però che esser strana mi piace. Che poi, cosa voglia dire non so. Stamattina, ho avuto modo di pensarci, o meglio, me ne hanno dato modo. E che bello è stato pensarci un pò. Le genti che son stranI sono quelli che parlano anche coi muri, che sorridono anche ai cani, che guardano con nostalgia i bambini nei passeggini e fanno loro le smorfie e puoi capire se la loro madre è strana o meno dal modo in cui ti guarda: se ti strafulmina non è strana per niente, se invece sorride è un pò strana anche lei. Le genti che son strane hanno sempre un momento per te, non rispondono mai Vado di Corsa, ma si fermano anche a costo di correre e correre, dopo. Le genti che son strane le puoi vedere la mattina presto, vestite metà di pigiama, spesso la parte di sopra, qualche volta la parte di sotto, quasi mai tutt'e due. Oppure vestite di puntissimo per il compleanno di un'Amica. Le genti che son strane hanno il cuore colorato, questo non è sempre un bene, anzi non lo è mai: esse si prendono certe lorde in piena faccia, figurate, s'intenda bene, ma che fanno male come e più di quelle vere. Le Genti Strane leggono molto, imparano a memoria canzoni e poesie, conservano dei fiori seccati fra le pagine dei libri, ascoltano molto, parlano molto, sorridono molto. Le Genti Strane saccheggiano le bancarelle dei gioielli del mercato, e quel ciondolo che può sembrare un cuore preziosissimo è in realtà un cuore farlocco di latta purissima, il cui valore non supera i 4 euro. Ma luccica tanto, è un cuore che sa, è un cuore che riflette il sorriso di chi lo guarda e che dice Ma Che Bello. Le Genti Strane non piacciono a tutti, piacciono solo ad altre Genti Strane, che capiscono, che comprendono benissimo e sanno, sanno già tutto. Le Genti Strane trovano raramente altre Genti Strane, circondate come sono da Genti Normali, di quelle un pò finte, che se la credono e che te la spiegano. Quando una Gente Strana incontra un'altra Gente Strana è proprio bello, perchè ti dicono Ma Sei Tu Quella Delle Fragole e tu ti illumini e dici Massì che Sono Io, e forse come le fragole diventi rossa ma è una sensazione così perfetta anche se dura pochissimo che ti fa dire che forse tanto strana non sei se le cose che pensi e che scrivi gli altri ti dicono Uguale a Me. Quando una Gente Strana incontra un'altra Gente Strana, la giornata è diversa e più morbida, e allora sei contenta di così poco che però è tantissimo, e allora corri a lucidare quel ciondolo a cuore di latta farlocca, perchè la prossima volta, luccichi di più.
Grazie, Raffaella, per il tuo saluto di stamattina. 

23 settembre, 2012

Aspetterò.

Aspetterò l'autunno. Mi sono accorta di averlo cercato, stamattina, guardando fuori, il prato è ancora verdissimo e nessuna foglia, l'acero non è ancora rosso come vorrei, e fuori le rose stanno ancora fiorendo e fiorendo, non so bene come, le ho potate io non sapendo da che parte cominciare, il giardiniere mi ha spiegato mille volte, Deve Contare, ma come si fa a contare, non si fanno i conti con le meraviglie, non è possibile contare per tagliare bene le rose, non mi sta in testa. Ho tagliato a muzzo, come viene viene, e devo averci preso, se oggi ho raccolto delle rose così belle. Aspetterò. La nebbia arriverà prima o poi, non che ne senta la mancanza ma mi piace, è come una protezione da tutto il resto, una coperta che ti separa dalle cose che non vuoi vedere, dai rumori che non vuoi sentire, e se ti avvolge dentro ancora meglio, vuol dire che hai cose che non vuoi vedere nemmeno lì. Aspetterò il freddo, ancora ci si ostina a stare leggeri, infatti si sta bene, al massimo un golfino, uno scialle avvolto bene per non prendersi il mal di gola, zero calze, ovvio, è un bel clima, questo qua, Aspetterò che faccia autunno secco, quello bello, quello romantico e un pò decadente, con le foglie che fanno rumore e il respiro che si vede, quando non si potrà più andare in Vespa perchè dal freddo ti lacrimano gli occhi, ed è una sensazione che mi è sempre piaciuta, in moto ci sono andata tanto e l'ho riscoperta quest'estate, e ricordo sempre benissimo quando ci andavo in questo periodo dell'anno perchè fra poco è il mio compleanno e so per certo che tempo fa e faceva e cosa ho fatto in tutti o quasi i compleanni della mia vita, e chi c'era e chi non c'era, e chi c'è stato e adesso non c'è più, e chi invece non ci ha mai voluto essere, peccato. L'inizio dell'autunno ha un fascino che pochi comprendono, di solito i più scentrati, che provano soddisfazioni e piccolissime gioie quotidiane, che studiano antidoti contro il male che c'è, contro il triste che c'è, i pensieri e le menate e allora che bello la coperta sottile in fondo al letto, gli amici da vedere per la festa di inizio autunno, inventata un'ora fa, il buio che scende piano, i figlioli e tanti progetti e tante cose da fare,  molte da desiderare, difficili magari ma che arriveranno, lo so, e se non arrivano subito non è importante, aspetterò.

18 settembre, 2012

Nel cuore no.

Nasco disordinata. Approssimativa. Sparsa. Ho cose dovunque, siano esse vestiti, matite, trucchi, orecchini, ricevute, medicine. Trovo cose che credevo perse da anni in posti che mai avrei immaginato e che certamente sono stata io a mettere lì, ad appoggiare un attimo, magari a nascondere, l'anello di mia nonna con l'ametista non lo trovo da 5 anni ma so che è qui e che prima o poi salterà fuori, l'ho nascosto così bene. Ora, mi è venuta voglia di ordine. Di pulizia, non nel senso detergente della parola, ma di essenziale, chiaro, sgombro. E' cosa ben difficile in una casa come questa, dove si è sempre un numero imprecisato, almeno 3, qualche volta 11, al completo 7, una volta 19. E non parlo di feste o pranzi speciali, era un giorno qualunque, amici di amici, così. Oggi, ho deciso di dedicarmi all'ordine, di togliere finalmente la pila di libri accanto al divano, e sul comodino e la fila di scarpe davanti allo specchio, a me le scarpe piace vederle, non ne ho nessuna nelle scatole, sarò malata, chissà. E metto in ordine l'armadio delle lenzuola e quello delle coperte, dividendo quelle che ho fatto io da quelle di pile dell'Ikea, quelle natalizie da quelle comuni, per così dire. Sgombro la poltrona dal mucchio di vestiti che ci butto distratta, prendo un cestino e ci raccolgo  le collane e tutti quei braccialetti e gli anelli per niente preziosi ma che fanno così scena, e le monetine e le chiavi al loro posto, ma che posto hanno le chiavi non si sa. Stamattina è la mattina dell'ordine, delle cose pulite, ci ho provato tante volte, ed è preoccupante quanta meticolosità ci metta a riordinare e in quanto tempo tutto ritorni come prima o quasi, un giorno e mezzo, forse due. Vale la pena di provare. Devo aver letto da qualche parte che si mette ordine fuori per aver ordine dentro di sè, e chissà quanto ci metterò con la baraonda assoluta che mi trovo ad avere da qualche tempo in qua, in testa, addosso. Nel cuore no. Nel cuore non ho confusione e disordine. Nel mio cuore tutto è allineato e perfetto, ognuno ha il suo posto, il letto ben rifatto, gli scaffali spolverati, c'è perfino una musica di sottofondo, un buon profumo. Il mio cuore, nonostante il rumore di ferraglia e traffico che c'è fuori, nonostante il buio e i tuoni e gli uragani, e la gente  che urla e si incattivisce, se ne sta tranquillo, lindo e pulito, con tutte le persone e le cose ben al sicuro al suo interno. Fuori, succeda quel che vuole succedere, ci sia pure ogni tipo di rivoluzione e di casino, ci sia polvere e confusione, spine e fuoco. Nel cuore, nel mio cuore, no.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...