01 gennaio, 2013

Nuovo.

Gennaio sa di neve e di brina. Gennaio è nuovo, per definizione. Nuovi propositi, nuove cose da mettere, avrei voluto ricevere un pigiama per Natale, ho questa fissa, non so, retaggio di quando mio fratello ed io ricevevamo da una zia ogni santo anno, due pigiamini nuovi a Natale, io rosa e lui azzurro, sempre, sempre, sempre, tranne quella volta che io l'ho ricevuto bordeaux a disegnini e mio fratello verde scuro, sempre  a disegnini, e allora da lì si è capito che eravamo diventati grandi e che non era più tempo di regalar pigiami per Natale. 
Nuove idee, si dice sempre così il primo gennaio, quest'anno farò così, quest'anno colà, e bisognerebbe scriverlo da qualche parte e poi controllare, che quasi mai le cose decise si fanno sul serio, ma è proprio questo il bello. Se i propositi te li fai da sola, che t'importa, puoi anche dire Scherzavo, Non è Vero Niente, Chi, Io?

Gennaio è un bel mese per fare delle cose, per riprendere con calma, con calmissima, le cose che hai voglia di fare anche quelle che non ne hai voglia, che pure quelle ti toccano, cosa credi.

Non farò propositi, quest'anno non so nemmeno se ne ho fatti gli altri anni, non sarebbe difficile saperlo, se li ho scritti qua basterebbe andare a vedere, ma non lo faccio, non voglio impegni, non voglio vincoli, se deciderò farò, se non deciderò non farò fine, i programmi mi fanno orrore da sempre, sono zingara, ma zingara sul serio mica per gioco, discendo da una famiglia slava che ha girato e girato e poi si è fermata in Emilia, giuro, è così, me l'ha detto il National Genographic, mica il giardiniere. Gli zingari non programmano, gli zingari sono un giorno qui e l'altro là, lavorano il rame e leggono la mano, hanno gonne colorate e orecchini grandi, e sorridono, sorridono tanto, vanno a cavallo e cantano intorno al fuoco fino a notte fonda, suonano il tamburello e leggono nel cielo i segreti delle stelle.

Io non so leggere la mano, mia nonna aveva un trucco per far sparire il mal di pancia, nessuno l'ha mai scoperto e nessuno dopo lei l'ha più imparato, ma era vero.

Voglio giorni semplici, per me e per le persone che ho vicino.
Voglio calma, poche balle, poche questioni, grane da nulla che si risolvono in fretta, voglio cose sincere, persone uguali a me, poche menate, pochissimi magoni, tanti abbracci, di quelli belli.
Voglio il meglio al mondo per i miei figli, ma non il meglio per me, il meglio per loro, che è già un bell'esercizio.
Voglio che i miei sogni rimangano così come sono, non importa che si avverino o no, sono fortunata ad averne ancora, di sogni, non è cosa da nulla.

Per il resto, va bene tutto.

L'anno che è andato via non lo degno di uno sguardo.
A questo qui preparo qualcosa, un caffelatte, magari, a dirgli Benvenuto, sii buono con me e con tutti gli abitanti della Casa in Collina, ti faccio una festa, ho una gonna colorata e una cavigliera di campanellini, ti regalo il mio sorriso migliore, benvenuto, ti canto una canzone, le parole le so a memoria, ho nastri nei capelli e occhi scurissimi, non so leggere la mano, nemmeno il cielo, ma suonerò per te il mio tamburello.


25 dicembre, 2012

Close for Christmas.

Nel tardo pomeriggio del venticinque dicembre, l'unica cosa che ti viene è la nausea.

Nausea da cibo, che le insalaterusse e i vitellitonnati e i filettuccicastelli che hai cucinato e preparato con cura escono dagli occhi di tutti i commensali, abitanti di questa casa. 
Nausea di dolci, di quelli semplici e sempre di grande effetto preparati dalla PrinciDelizia, coi pirrottini con babbonatale perchè si capisca che li ha proprio fatti per oggi, però adesso basta, nemmeno il panettone ce l'ha più fatta a ingolosire nessuno e si  stati salvati da una tisana alla menta, di una leggerezza corroborante, una carezza calda, dopo Il Talento di Mr. Ripley visto per la centesima volta, tutti insieme, perchè qualcuno si era perso un pezzo, chi l'inizio, che la metà, chi non ha aveva capito e allora massì, rivediamolo, quasi lo so a memoria.
Oggi ci si è sdilinquiti a twittare passo dopo passo il proprio Natale, la preparazione dei manicaretti, le tavole apparecchiate, rosse, bianche, oro total look, l'eccellenza della mise en place. E  poi l'apertura dei regali, le carte stracce, i nastrini strappati, 
Nausea, anche qui, di tovaglioli rossi piegati ad arte, di segnaposti a fiocco di neve, di renne e di slitte.
Ma Ci Sta, direbbero i miei figli, in un' espressione che abiuro e rinnego, e che mi fa inorridire ogni volta, ma che in questo momento non ne trovo una meglio e allora, ci sta, ci sta pure questa.
Bene.
Ora è finito o quasi.

Mi son fatta prendere dal turbine natalizio e adesso che ne siamo quasi fuori dire che non mi manca, non mi manca affatto.
Si aspetta un altro pezzo di famiglia in serata, anche io ho twittato la mia twittavola, con i piatti del servizio bello, come si faceva una volta. Mi aspettano giorni calmi e sereni, pieni delle persone che amo e di  bei pensieri, come piccoli baci leggeri.

Non che sparisca, certo che no, solo mi distacco un pochino, prendo fiato, farò tardi la notte per leggere e dormirò molto la mattina, finirò altri guantini, il vero must di questo Natale, cucinerò per reggimenti e finiremo avanzi con amici, o da soli, in cucina, a chiacchierare, a badare al camino, a guardarci dentro, i pensieri del camino sono i pensieri più belli, il fuoco è calore ed energia, e incanta e ipnotizza, mi piace da matti guardare nel fuoco, penso tremila cose e nessuna in particolare.

La Fragole, dorate per Natale, di prendono qualche giorno di lento stare, di quiete accesa e di festa sommessa, desiderata, meritata. Regalata.

Grazie per il regalo di leggermi ogni giorno, grazie dell cose bellissime che mi scrivete, grazie di essere così tanti, ma tanti davvero.

Vi regalo un buon Natale, che a quest'ora è uno degli ultimi che sentirete. Non per questo meno affettuoso, meno prezioso, meno lucente. 

Laura.


22 dicembre, 2012

La Fine del Mondo.

Alla fine la fine non c'è stata.
Il ventuno dicembre duemiladodici  verrà ricordato come quel giorno che avrebbe dovuto finire il mondo e invece un bel niente. La fine del mondo per il momento non ci sarà, a meno che qualcuno non si inventi qualche altra idea balzana, giusto per far festa o seminare il panico, a seconda.
La fine del mondo, svolgimento.
La fine del mondo per me sarebbe che arrivo a casa e non trovo più nessuno.
La fine del mondo per me è l budino al cioccolato della Lidl, quello che ne compri una vagonata e finisce subito, prima ancora di quello alla vaniglia.
La fine del mondo per me sono gli smalti che mi sono arrivati in dono stamattina dalla mia amica Cristina, che sì che era un regalo ma mi è arrivato tutto schiacciato e ciancicato perchè li ha messi in valigia sotto una tonnellata di altra roba, e lei ha cercato di sistemare il fiocchetto e la velina, ma il packaging era un delirio e il suo contenuto pure, e allora machissenefrega del pacco.
La fine del mondo per me sarebbe se un'amica mi tradisse.
Peggio che peggio mio marito.
La fine del mondo per me sarebbe scoprire che uno dei miei figli è infelice e io non me ne accorgo.
La fine del mondo è l'arrosto che preparerò a Natale, la tavola perfetta piena di stelline e bacche, i pacchettini sotto l'albero zen e la tombola, forse.

Se poi i miei inviti passano come l'acqua fresca, non è la fine del mondo.
Se poi quel che resta della mia famiglia di origine sarà un pezzo di qui e un pezzo di là, non è la fine del mondo.
Se poi gli auguri ci si fanno dopo Natale, e nessun pacchetto, nessun pensiero mai per te nè per nessuno, non è mica la fine del mondo.

Niente è finito.
E' tutto come ieri, e l'altroieri, e l'altroieri ancora.

La mia fine del mondo sarà qui, fra qualche giorno, con il mio Sposo che straluna gli occhi alla decima musica natalizia, con tutta la figliolanza e la Fidanzata Ufficiale, stavolta, come nelle famiglie di una volta, Si Sono Fidanzati In Casa. 
La mia fine del mondo è che stamattina farò un giro sul corso per gli ultimi regali, e poi mi chiuderò in casa a finire quelli che mi ostino a fare io, come ogni anno, che knitto come una pazza furiosa per quei guantini lilla che mica mi sono dimenticata, sai, Silvana?

Auguro a tutti la fine del mondo che più gli aggrada, un anello per la promessa, una coperta calda che scaldi il cuore, l'anima e i pensieri, una piantina vera da crescere, sorvegliare e innaffiare ogni giorno, magari parlandoci un pochino, le piantine si sa, amano il gossip.

Auguro momenti di tenerezza, complicità e pace.
E giochi e risate, e piccolissime sorprese, cioccolata, un libro bellissimo che non puoi non leggere, una tazza a maglia che non puoi non avere, perchè in tempi così freddi ci vuole pochissimo a bruciarsi o congelare, i Maya hanno sbagliato, ho lucidato lo scudo termico e ci ho fatto un fiocco rossissimo, niente è finito, niente finirà, semmai, inizia.

19 dicembre, 2012

La nebbia è nuvole.

Ma la nebbia sono nuvole, mamma?
Le domande dei miei figli a volte mi spiazzano, anche adesso che la Princi ha quasi sedici anni e il disincanto della sua età, e quel sorriso disarmante e luminoso, quegli occhi smeraldo ma chiaro, come l'acqua del mare che amiamo tanto. La nebbia sono nuvole? non so, non ci ho mai pensato, ma ci penso adesso grazie a te che me lo chiedi, forse sì,la nebbia sono nuvole basse, sono le stesse che buchi con l'aereo, che guardi giù e sono panna montata e ci vedi il sole dietro, come quella volta, ti ricordi, che mi hai detto Ma Il Mare è Bianco Mamma, e invece erano nuvole e cielo. Io amo la nebbia perchè ci sono nata, mi fa paura sulla strada, ma a guardarla dalla finestra mi piace, mi fa sentire protetta, avvolta, non saprei dire come, la nebbia dà mistero e sfoca i contorni e fa più belle le case, e fa le luci più larghe, ci hai fatto caso? 

Sì forse la nebbia sono nuvole, non umidità e pioggerellina, la nebbia sono nuvole davvero, scese dal cielo per far più opache le strade, per farle più belle, per far dire E' Proprio Natale, perchè si vedono le lucine che bucano piano l'ovatta che c'è, sono nuvole, bambina, è un pò di cielo anche per noi, il cielo sceso che si fa una passeggiata,  nuvole che si sono stancate di guardarci da sù e sono venute a fare un giro, per vederci da vicino. 



                                                                        *****



Le luci di Natale segneranno la strada per te, arriverai in Cielo che sarà solo Luce e Serenità. Mi avevi regalato un rosario, avevamo scritto insieme due libri per la città, e il mio con le ricette delle torte. Avevamo stilato insieme gli In e gli Out di quell'estate lontana, avevamo fatto saltare sulla sedia  il direttore del giornale, proponendo una rubrica di gossip intitolata Il Dito di Rattazzi, come la statua della Piazza, con il dito puntato verso il centro. Avevamo riso fino alle lacrime quella volta che ci eravamo perse andando all'Outlet e poi a quella festa, avevi ricominciato a fare la maglia, Sei Un Vulcano, mi dicevi sempre, mi raccontavi della tua vita di adesso, dei tuoi amici Gipsy che adoravi, del matrimonio di Lavi, eri bellissima, non mi hai mai detto il nome di quel rossetto da peccato, nè mai abbiamo fatto insieme quel viaggio a Sainte Marie de la Mer.

Ciao Rossana.
Grazie per quel pò di cielo che hai mandato giù da noi, questa mattina.


18 dicembre, 2012

Genti Strane 2. Il ritorno.

Sulle Genti Strane ho già avuto modo di dire la mia, qui.
E devo dire che tantE, ma tantI di quelle Genti là mi hanno risposto e detto che sì, anche loro si sentivano Genti Strane, in un mondo strano, ma che passata un pò la timidezza alla fine a essere Genti Strane si viveva bene, anzi meglio, e che a guardarle da qui, le Genti Normale erano così tristi, ma tristi, anzi trisssssssti, con tante s, chiuse nelle loro convinzioni di avere il Verbo, di sapere come funziona la vita, e cose così.
In realtà il trattato sulle Genti Strane non è di semplicissima comprensione e nemmeno attuazione, nel senso che lo capisci soltanto se sei strano pure tu, ma strano forte.
Le Genti Strane amano circondarsi di Genti Strane come loro stesse medesime, anzi, qualche volta compiono dei piccoli viaggi, vere e proprie tournée, dove possano incontrare altre Genti Strane e confermare vieppiù la loro stranitudine.
Ieri è stata una di quelle giornate.

Il luogo dell'efferato avvenimento, cioè l'incontro di una mezza dozzina di genti strane, era Quantobasta, che in realtà sarebbe un fior fiore di negozio di attrezzi per le torte e il cake design e cupcakes e cose da comprarne a vagonate, stampini per biscotti e muffin e cioccolatini e tovagliolini e vassoi e piatti e tazze da thè da togliere il respiro, e non sapere nemmeno dove guardare, e fare un mucchio di cose sulla cassa, questo qui e poi ancora questo qui, e questo proprio non lo posso lasciare e questi tovaglioli allora?

Si incontrano perciò diverse tipologie di genti, che vanno dalle cucitrici assatanate, alle biscottare indefesse, di quelle che ne fanno 800, e non è per dire, ne han fatti proprio 800, forse 820 per l'esattezza, contati.
Si trovano quelle che ti fanno una collana che ti scalda e che ti dicono L'Ho Fatta Coi Tuoi Colori, ed è vero, e non è che ti vede tutti i giorni, per dire.
Ci sono quelle che ti portano un vasetto con la carta riciclata e chiusa con la corda, e ti dicono Guarda Che La Carta è di Un Altro Pacchetto, ed è così bello a vedersi che nemmeno te ne saresti accorta, ma loro te lo dicono uguale, perchè riciclare la carta è un regalo anche questo, fa confidenza, fa fiducia, fa che sei avanti, non so.

Si sta bene con le Genti Strane, a chiacchierare a pranzo di mille cose, della storia e del gossip e di tutte quelle cose che ti passano per la testa e che stai bene così tanto che ti senti in vacanza, in colonia, in gita scolastica, e che peccato non poter starci anche stasera, con altre Genti Strane, ma c'è troppa nebbia e il ghiaccio e le Genti così quando arrivi ti dicono Mandami un Messaggio così sto tranquilla.

Sono fortunata.
Ho incontrato genti come me, ho comprato dei regali di Natale in uno stato confusionale e di allegria fresca, ho incontrato persone strane e meravigliose, dalle quali ho soltanto da imparare, a cucinare, a cucire, a parlare, a fare le torte con gli stampi tripli, la forza, il sorriso, la crostata con le ondine, il punto erba che sapevo fare da bambina e che forse ho dimenticato, persone che mi hanno accompagnato qui, a portare il rosso del Natale a dei bambini piccoli piccoli.
Le Genti Strane fanno anche questo.

Grazie a tutte le persone che sono state con me ieri, persone alle quali mi lega un affetto speciale, una condivisione difficile da spiegare, come un riconoscersi e dire Questo Glielo Posso Dire Perchè Lei è Uguale a Me. Genti con le quali sto bene, genti che adoro, genti che avercene.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...