25 maggio, 2009

La Leggenda dei Pastelli Dimenticati.

Erano tanti. Diversi. Di ogni marca, colore e lunghezza. Qualcuno temperato, altri senza punta, altri ancora mangiucchiati in cima. Alcuni avevano ancora scritto il nome del legittimo proprietario, e da questo si capiva che erano stati i primi pastelli, di un primo astuccio, di un bambino in prima elementare. Vivevano tutti insieme in una scatola di latta viola, di quelle per i documenti, una specie di cassaforte che negli anni aveva contenuto nell'ordine bollette, carte, libretti delle vaccinazioni, contratti, macchinine, vestitini delle bambole, carte dei Pokémon e che adesso era diventata ufficialmente la loro casa. I legittimi proprietari erano dei chiassosi, adorabili bimbetti che bimbetti non erano più e li avevano perciò relegati nella parte più alta della casa, una specie di solaio, dove finivano le cose che non si aveva cuore di buttare. Nessuno li adoperava più. Difficile usare i pastelli all'università, o al liceo. Così, stavano lì, insieme, a farsi buona compagnia. Un giorno, qualcuno volle vederli, parlare con loro, usarne qualcuno, così, giusto perchè non si sentissero inutili. Dopotutto, erano stati comprati con grande solennità, all'inizio di ogni anno scolastico, scelti con cura, regalati a Natale, magari, di quelle scatole complete con dieci rossi e venti blù, di ogni gradazione e tonalità. Aprendo la scatola, si sentiva già profumo di legno, di colla, di temperato, non so, di punte spezzate, di carta assorbente, di cartella, di merendina spiaccicata. Ogni pastello aveva una storia da raccontare, ognuno di un bambino diverso. E quanti disegni, treni, pesci, foglioline e alberi di Natale, e aerei e mari e lune e soli e famiglia, è nata mia sorella, disegna la tua famiglia, e poi hanno fatto il loro padre con le scarpe grosse e me sollevata da terra, come a volare. E poi i cieli, che meraviglia è il cielo disegnato da un bambino e quanti colori, sia il tramonto o le nuvole e il vento perchè sì, i bambini disegnano anche il vento, che i grandi non sanno nemmeno da che parte si inizia. Che grande scoperta i pastelli del solaio. Conservano nei loro ricordi le manine distratte che li hanno usati, temperati, dimenticati e persi. Sono un segno del tempo che passa, dell'asilo che diventa Giurisprudenza, della prima elementare che diventa liceo, dalla festa in terza materna al Conservatorio. Sono passi perduti, fotografie di legno e colore, tutti insieme, che non sai più quale era di chi, ma che non butteresti per niente al mondo e che tieni lì, nella scatola di latta viola. Ascolterò tutte le storie che avrete da raccontare dei miei bambini che bambini non sono più, e che vorrei qualche volta ancora allacciare loro il grembiulino e fare il fiocco nella treccia, e cucire un vestito di carnevale, e aspettarli fuori dalla scuola che arrivino a me con il lavoretto della festa della mamma o di Natale. I Pastelli Dimenticati hanno tenerezza per le mamme nostalgiche e le aspettano, ogni tanto, nei solai di tutte le case del mondo dove c'è stato un bambino, per raccontare e raccontarsi le storie più meravigliose, i disegni e le avventure che li hanno accompagnati e stanno lì, compunti e ordinati, nella scatola di latta, in un'allegra, colorata confusione che profuma di scuola di legno e di tenera, leggera malinconia. Un pochino, soltanto.

9 commenti:

Knitaly ha detto...

Bellissimo!

Io i pastelli li calpesto continuamente, me li ritrovo nei letti e dietro i mobili ... ma penserò a quello che hai scritto e li raccoglierò più volentieri per riportli nella loro scatola. Lo prometto!

giardigno65 ha detto...

tenerezza colorata

Stephanella ha detto...

Laura, non lasciarli nella scatola di latta! Io ho messo tutti i miei in un portamatite rosso (ok, bugia, era una scatola rossa cilindrica di biscotti) e li ho messi sul mio comodino super-appuntiti, un bouquet of sharpened pencils, come Katheleen dice in You've Got Mail. Sono tutti miei, mi fanno nostalgia ma loro soffrono di meno all'aperto piuttosto che in soffitta. Ne sono sicura! E che profumo....!

santin ha detto...

Adorata siamo nostalgiche....quando torno a casa, dai miei, anch'io riapro la scatola dei colori...che profumi indimenticabili..adoravo disegnare. Guardandomi indietro, già all'epoca ero un bambina vintage.. che delirio...buona giornata

Anonimo ha detto...

leggo sempre il tuo blog e apprezzo la tua sensibilita', il tuo spirito, il tuo sense of humor cosi' piemontese--sono piemontese anch'io :)
Ma fino ad ora non avevo mai commentato. Questo post mi ha commosso, mi ritrovo in quello che descrivi, nella gioia di vedere i nostri bambini crescere si mescola inevitabilmente un po' di tristezza per il tempo che non torna mai piu'.
Grazie
Anna

emmafassio ha detto...

Meraviglioso:)
Le mie sono ancora cucciole e i pastelli sono ovunque (come dice Knitaly, li trovo anche nel letto:))...anch'io inizierò a cercare una scatola idonea.....un abbraccio:)

ursula ha detto...

che ci sia 1 reincarnato di chagall tra i tuoi figli (tu che svolazzi)?

brionytallis ha detto...

Ne ho una scatola identica di cioccolatini un po' "vintage"... Non dispondendo però di un solaio vengono spostati da un cassetto a uno scaffale, ancora in un altro cassetto.. Nel frattempo il figlio - liceale e maturando - se ne è appropriato e in questi mesi ha cambiato pure idea per l'università: da ingegneria ad architettura. Che siano stati i pastelli ?

Anonimo ha detto...

Io li ho in piccolo casetto di un mobiletto antico in anticamera in allegra compagnia con qualche biro, spesso dall'inchiostro secco, qualche maatita, qualche pennarello ...Soprra al mobiletto c'è un telefono e quando capita di prendere un appunto un po' in fretta e cerco nervosamente qualcosa che scriva..Basta , basta mi dico,devo buttare via tutta questa roba, per lasciarci solo qualcosa che scriva davvero!!!! Poi.. richiudo il cassetto... troppi ricordi tra un cappuccio di biro e un pennarello, tra un pastello ancor nuovo e un altro piccino piccino. Richiudo in fretta il cassetto, fino alla prossima volta.

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