04 aprile, 2013

Riso Bollito e Nòccioli di Ciliegia.



Sembra un pò Pomi d'Ottone e Manici di Scopa.
Ho un figliolo malaticcio. Quello grande, con gli occhi di bosco, di stagno limpido. Quello che studia diritti e leggi e ha le mani belle, la camminata strana e quegli sguardi profondi che non ti danno scampo, e che ti salvano, certe volte. E' uomo fatto, fifone come la gran parte degli uomini. Malaticcio di un malessere da nulla, stagionale e passeggero. Nessuno dei miei figli è  mammone nel senso letterale del termine, essendo la metà di mille non era possibile che lo diventassero, nemmeno la piccina di casa, anzi, lei meno di tutti proprio.
Ma i figlioli, si sa, benchè ingegneri o ventitreenni quasi, e fuori casa e incamminati nelle loro vite lontano da qui, sempre figlioli restano e qualche volta, diciamolo, un pò se ne approfittano.
La diagnosi di questo malessere  stata data ieri in mattinata, spossatezza, nausea e mal di stomaco han fatto sentenziare al dottor Balanzone che  regna in ogni madre del globo terracqueo, E' Influenza. 
E una madre, si sa, le cure per l'influenza le conosce molto bene.
Divano e coperta, per cominciare, un thè leggero con due fette biscottate, e se proprio si vuole esagerare una tachipirina, che male non fa. Annullati gli impegni universitari e lavorativi, me lo sono tenuto con me, già stilando la comanda per il pranzo, Riso Bollito per P., e aggiungendo alla lista delle cure Nòccioli di Ciliegia.

I nòccioli di ciliegia sono una scoperta non recentissima, ad opera della mia amica Donatella, la mia Amica del Lago, che me ne regalò un sacchettino qualche Natale fa. 
I nòccioli di ciliegia, nel loro bel vestitino di lana, sono una mano santa per il mal di pancia, per il male al collo e pure per il mal di schiena, insomma, per il male in generale, ma anche per il freddo, la malinconia, la tosse e la paura del buio.
Passati nel microonde qualche minuto, riscaldati e profumati di legno e foresta, i nòccioli di ciliegia sono coccole croccanti per un figliolo smarrito che si sente la febbre ma che non ce l'ha, che ti guarda con quegli occhioni e dice Non Ho Dormito.

Le cure di casa sono quelle migliori, un paio di giorni e il mio figliolone alto e bello sarà come nuovo.

Quanto vorrei aver la cura per tutto, figlio, quanto vorrei sapere per te esattamente le cose che vorresti sapere, quanto vorrei avere per te le cure che ti fan passare la rabbia triste che ogni tanto hai, che ho visto chiara nei tuoi occhi qualche giorno fa, in quell'anniversario che ti ha messo davanti un dolore grande e insondabile, impossibile da comprendere al mondo, figuriamoci ai tuoi anni perfetti.
Per questo dolore, per questa ferita che ti porti addosso e dalla quale nessuno può guarirti, il mio stupido riso e i miei stupidi nòccioli non servono a nulla.

Ma una madre sa, guarda, sta zitta e sa, ti abbraccia, sta zitta e sa.

1 commento:

alda ha detto...

Ricordo anch'io il dolore del tuo ragazzo ,per la morte in moto del suo amico nel 2007!Certi dolori non si dimenticano te li porti accanto per sempre e fa sempre tanto male ripensarci. Ma i loro dolori , si sa, noi mamme vorremmo caricarceli sulle spalle per poter dire:"Va' sei libero da oggi ci penso io".Purtoppo non si può noi possiamo solo curarli con thè caldo e forse da domani io pure con nòccioli di ciliegia! Baci Alda.

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