Sì, forse dalie.
E astri, anche, li ho visti in una busta all'Esselunga tempo fa.
Mia nonna ne aveva una tonnellata di astri, dalie e gladioli, fiori desueti nei giardini di adesso, nessuno ha più il tempo di passarci giornate a curarli, i giardini.
Mia nonna invece sì.
Lei ci passava i pomeriggi, e io con lei. Scolpiva aiuole perfette, strappava erbacce, sfoltiva rose e cespugli di ligustro. Io avevo un retino per le farfalle, un innaffiatoio rosso e i capelli lunghissimi. Mi piaceva, quel giardino, dove al centro campeggiava un pino trapiantato dopo il primo Natale passato in quella casa. Era il 1972.
In questa mattina che è venerdì, e che me la prendo comoda dopo una settimana passata in tournèe che nemmeno Shakira, penso al giardino che farò in questa casa di adesso, quali colori e quali fiori, voglio i fiori di mia nonna, e distese di lavanda a perdita d'occhio, come se questo giardino fosse una landa sconfinata e invece è solo un giardino semplice, qualche alberino e un pratino, parlo come mia mamma, lei mette sempre i diminutivi alle parole.
Sembra da qui una mattina di pace.
Questa notte, i letti dei miei figli erano tutti occupati, come da tempo non succedeva, forse qualche mese, e questo ha fatto di me ieri sera la donna più felice e serena al mondo, appena prima di svenire nel letto, sfatta dopo un'infilata di giorni pienissimi di cose belle, di preparativi e progetti e soddisfazioni personali. E lussi, anche.
Ieri, un pranzo con Afef e la mia Amica della Moda, che ambo secco sulla ruota di Alba.
Chiacchiere e cose belle, alternando confessioni e paure, preoccupazioni e piccole vittorie. Che bello è uscire a pranzo con le Amiche, è un rito diverso dal caffè al volo, in centro, veloce. A pranzo ci si racconta di più, si ha più tempo per dire le cose, anche le più tremende, anche quelle che ti pesano e fanno male. E poi, si sorride e si va avanti, Assaggia Questo, è Una Delizia.
Il giardino che vorrei ha tutti i colori del mondo, i profumi che nemmeno riesco ad immaginare, e insetti e farfalle e ronzii e battiti di ali colorate, le cicale. E il sole.
Comprerò bulbi e vasi e fioriere, financo una piccola staccionata, alla difesa.
Troverò anche un retino e un innaffiatoio rosso, mia nonna sarà felice.
Quel pino piantato è ancora lì, nella vecchia casa sul bivio, dove passo ogni tanto.
L'inverno è dimenticato, la tempesta sembrerà passata e il giorno sarà perfetto, se pensi al giardino.
4 commenti:
un progetto così ha molto più che dei contorni, è già un insieme vivido di colori e profumi, consistenze e pienezze. Come le foglie che non sono tutte uguali, come i petali che hanno una morbidezza ciascuno diversa, come le nuvole che se ne staranno in disparte quando tu sei nel pratino e fra le tue aiuole, con l'annaffiatoio rosso.
E tanti bulbi e sementi da interrare, poi da cosa nasce cosa. Arriveranno le farfalle. E io sarò col pensiero sul pratino, il viso al sole.
Questo è davvero un bel post.
se chiudo gli occhi lo posso vedere,lo respiro, sento i ronzii e i cinguettii. sento persino il sole sulla pelle...
Mi sembra di vederlo il pratino non più solo pratino ,ma splendido giardino,con i fiori della tua nonna e con i fiori solo tuoi!Sarà pieno di figli che verranno non solo a riempire le stanze ,ma a ridere e scherzare sotto il sole!Che bella cosa far progetti per la prossima primavera!Baci Alda.
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