13 febbraio, 2015

Mattine Confuse.


e cose.
e cosa.
e cosa poi.
e cosa vuoi
e cosa pretendi
e cosa speri che.
e cosa ti aspetti, alla fine.

Non mi aspetto niente o quasi, non spero in nulla oramai, pretendere men che meno.

Il venerdì entra dalla finestra della cucina, quella con il buchino invisibile che hanno fatto i ladri a giugno, Entra insieme alla nebbia, all'umidità, al freddo pesante, e dire che ieri ero senza calze, l'Amica delle Perle mi ha guardato con gli occhi a dollaro Cooooosa? MaSeFaUnFreddoPorco. ma avevo voglia di sole e di niente, e delle calze, benchè a pois o a righine, non ne avevo voglia proprio.

Confusa è la mattina di questo venerdì, confusa come me, che mi arrabatto tra questioni più grandi di me e il pensiero di disfare una manica, sbagliata clamorosamente ieri sera guardando Masterchef e pensando ad altro.
Confusi i miei pensieri, il mio comodino, il mio futuro più prossimo, il ripiano della scrivania, la mia borsa, il portafoglio pieno di scontrini e ricevute che svuoto solo quando sono in fila alla posta, che è il posto adatto per fare ordine nelle borse, nelle cartelle, per scriver pensieri sul taccuino che hai sempre con te, MiPrestaUnaPenna? HoSoloUnaStilografica, NoGrazie, LaStiloMacchia.
Scusi?

Circondata da gente marziana come e più di AstroSamantha, assurda come sempre e più di sempre, inconcludente, frivola, a volte così stanca da non sapere nemmeno il mio nome, a non riconoscermi nello specchio, come, non ti ricordi la tua faccia. Compro confetti rossi e piango per un nonnulla, non voglio niente, non aspetto niente, ho disordini perfetti da gestire, so fare solo quello nella vita, gestire il mio disordine, incastrarlo col disordine degli altri, dormo con un cucciolino sul cuore, è lì che ha scelto di dormire, ed è un calore pieno di tenerezza e di abbandono, non so chi dà più sicurezza a chi.

Confusi i miei giorni da qualche tempo in qua, scanditi da cose speciali e da staffilate dritte sulla testa, missili terra aria lanciati da chissà dove, a volte pieni di fiori, a volte fatti di spine e vetri rotti, rileggo libri già letti per ritrovarli, per ritrovarmi, che a trovare me è davvero facile per tutti, è difficile solo per me.

Voglio che entri il freddo da questa finestra, cambio l'aria in questa stanza sterminata che sono tre stanze messe insieme e che a volte è una piazza e a volte un giardino, a volte un orto secco e spoglio, altre una pista di atterraggio, senza niente, solo io,  che ci metto ore a spolverare i libri, che mi fermo troppe volte a leggere un pezzo qui e un pezzo là, mi ricordo i pezzi che mi piacciono dei libri che ho amato e amo e sono così tanti che non mi stanno in testa, non è vero, li ricordo tutti perfettamente, non è mica come i numeri che sono inversi a me, ed è vero, inversi e invisi e nemici, qualche volta, che nemmeno a studiarli ci cavo niente, lascio perdere, che è meglio, ne faccio a meno.

Metto insieme capitoli diversi, personaggi diversi e situazioni, ho voglia di ridere forte, scriverò un libro bellissimo, forse lo sto scrivendo già, e di certo non lo comprerà nessuno, cambio il nome ai personaggi, e spalanco la finestra, disfo la manica, entra pure, venerdì.




2 commenti:

pinkg ha detto...

Il fatto è che certe volte (forse anche spesso...) tutta questa confusione che se la spassa tra testa, anima e cuore, serve.
A che?
A indicarci la strada, quella confusa, quella che non è mai la stessa, per arrivare all'esatto centro di noi. Che pure quello cambia sempre posizione!
Un bacio e buon viaggio dentro questo venerdì <3

alda ha detto...

Non è vero amica ,io lo comprerò! E se dormi con un cucciolino sul cuore non può essere tanto confuso questo venerdì!Baci Alda.

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