09 aprile, 2020

Al Tempo.

E' il tempo a dilatarsi.
Col passare dei giorni, l'isolamento assume dei contorni netti, tali da rasentare la normalità.

Andare a letto più tardi, fermarsi a leggere un pò di più, a ricamare di più, a fare la maglia di più, a vedere un'altra puntata di quella serie che non è che ci entusiasmi ma i figli lontani han detto Guardala, è Bellissima, e allora se ne parlerà, alla prossima videochiamata dove siamo millecinquecento, che è un gran casino ma nessuno si stupisce, non è forse lo stesso a Natale, quando siamo tutti e parliamo tutti insieme, come nei peggiori bar di Caracas?

E' il tempo a offrirsi.
A dire, Sono Qui, fai di me le cose che vuoi fare, sistema una volta per tutte quell'armadio, e quelle scatole che dal trasloco non hai toccato, e stira la montagna di panni che hai chiuso da qualche parte e che ogni tanto guardi di sottecchi, richiudendo con cura dopo un istante.

E' il tempo a volerci.
Vieni qui. Puoi stare sul balcone a guardare la strada vuota, o a parlare col vicino, hai scoperto un pò della sua vita e lui un pò della tua. Puoi sederti accanto al gelsomino e raccontarti che va tutto bene perchè sarà così, ma a volte un pò di paura ce l'hai anche tu, si rassicurano sempre gli altri, vedrai, vedrai, ma alla fine leggi le notizie e speri di trovarci altro e invece no.

E' il tempo a dirci le cose preziose, è il tempo a colorale o a sbiadirle, è il tempo infine che ci darà ragione, è il tempo che vince, sempre, anche quello che non c'è mai stato.

Ho preso il mio tempo e ne ho fatto dei fiori.
Ho cercato di farne il meglio che posso, il meglio che so fare. 
Ho fatto mascherine di cotone e ne ho regalate a manciate, non servono a niente, se non a coprire quella vera, ma i sorrisi che mi hanno dato in cambio e quegli occhi lucidi di sconosciute mi hanno scaldato l'anima.
Ho fatto maglie, ricami e ho cucinato l'impossibile, pulito l'impensabile, lavato persino il frigo, un giorno che era particolarmente vuoto.

Poi, ho pensato a me.
E mi sono collocata nel mio tempo di ora, nei giorni strani di ora, nelle liste della spesa, nei bucati infiniti, nei vasi che non hanno fiori ma solo piantine prese da altre piantine e sono bellissimi anche così.

Si fa con quello che si ha.
Si fa con le piccole conquiste, ho imparato a stendere ordinato ed essere, forse, più ordinata anche io.
Imparerò anche il punto brioche maledetto e tirare la sfoglia sottilissima, col mattarello che con l'Imperia son capaci tutti.

Imparo che questa vita è meravigliosa e fragilissima, e ringrazio, ringrazio il tempo che mi insegna e mi dà, che mi toglie ansia e mi dà capacità e libri nuovi e nuove cose, e grazie anche di questi fiori e dei pensieri, davvero non dovevi, Tempo, mi piace un sacco stare con te, abbiamo un sacco di cose da fare, e di ore da impiegare,  che strane lo sembrano soltanto e invece stanno diventando normali.

Grazie di questi giorni intatti e per tutto quello che grazie a te ancora imparerò.

Compreso a distinguere le cose preziose da quelle no.





2 commenti:

MARY ha detto...

Complimenti per il tuo blog!
Ti seguo ♡

Vivì ha detto...

Le piccole cose racchiudono sempre gradi gesti, quelli spontanei e sinceri che sorgono dal cuore e per questo sono impagabili. Però a volte basta anche un sorriso o un luccichio che balena nello sguardo altrui per intuire l'effettivo valore di quel piccolo gesto. Un saluto e l'augurio di buon proseguimento.

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