Scrivo a penna.
Con la stilo, spesso. O con la Bic Cristal. Blu. Sempre blu.
Ho anche degli inchiostri, viola, arancio e turchese, ma le boccettine sono così belle che li uso pochissimo.
A volte mi è capitato di rimanere ferma e zitta davanti a un foglio bianco, soprattutto se si trattava di numeri. I numeri hanno una logica che non mi appartiene.
Mai sono stata ferma davanti a un foglio bianco, se quello che dovevo scrivere erano parole, storie, letteratura, parafrasi, cose. Le parole mi affascinano, mi trascinano, mi avvolgono, mi cullano e mi fanno giocare e ridere e suonare. Tutto insieme. I numeri, no.
Ho fogli bianchi davanti a me, qualche volta.
Quando non so cosa dire, o forse lo saprei anche dire ma ho paura.
Quando non so che cosa fare, e vorrei avere al sicurezza di tanti, quelli che sanno tutto, come funziona il mondo, Marte, il Firmamento.
Ho fogli che lascio bianchi quando le cose mi sembrano così belle che a toccarle le sgualcisci, e le sgualciresti anche se ne scrivessi, e allora, lascio il foglio così com'è.
E immagino.
Invento.
Che non è come scrivere e cancellare subito dopo, resta il buco nel foglio, e tutta quella gomma cancellata, che orrore, la mia compagna di terza elementare, la Stefania, era la nipote del cartolaio e un giorno arrivò a scuola tutta tronfia, aveva una gomma nuova con una specie di spazzolina per liberare il foglio, una volta cancellato. Chissà cosa c'entra.
Lascio i fogli bianchi nella mia vita di prima, e in quella di adesso, prima perchè ho cancellato, adesso perchè ho tante cose belle da scriverci, appena nate, sofferte, sorprese, soffuse. Che belle, le parole con la S.
lascio i fogli bianchi perchè voglio il privilegio di scriverci ogni giorno a mente quello che mi va, quello che mi piace di più, quello che più mi fa contenta. Se non so, se non sono del tutto certa, o semplicemente perchè mi dico MaNonPuòEsserePossibile, allora, non scrivo niente.
Nè in blu, nè in arancio, nè viola, nè turchese.
I miei fogli bianchi sono la parte di me che preferisco, sono la vita, la bellezza, il sole bello di oggi dopo giorni di letto e di stare male, sono il verde di un posto incredibile, sono la calma accesa di una panchina sotto gli ippocastani, sono le scritte sui muri che mi ostino a fotografare, sono le persone che ti dicono GuardaCheCielo e che fanno di un giorno qualsiasi un giorno da dire MaSìChePuòEsserePossibile.
La felicità non si ferma quasi mai.
La contentezza, quella sì.
Ed è quella che mi trovo in tasca, in giorni normali, stropicciata in fondo alla borsa della spesa, fra i biscotti e la liquirizia, che trovo nei miei passi e che si legge nei miei fogli bianchi, in controluce.
Nei fogli bianchi c'è tutto il mondo, Marte e il Firmamento.
Nei posti al sole, nelle panchine fra gli ippocastani, invece, anche.