Piatto e fermo. E bellissimo. Le cicale, l'afa, l'immobilità di una tarda mattinata di luglio inoltrato. Strano luglio questo qua. Di una tranquillità pacata e silenziosa, ci sono pochi rumori in questa casa disabitata o quasi. I gesti sono un pò diversi di quando si è a pieno regime, si fa tutto con una flemma antica, tempo ce n'è, si stendono le tonnellate di cose lavate, delle cento lavatrici fatte ieri, che buonissimo profumo di sole hanno i panni stesi fuori d'estate, puoi indovinare se sono asciutti oppure o no, ci sono macchie di acqua ancora sulla camiciola turchese, si vede da qui. Altre valigie da fare dacchè la partenza è stata anticipata, dopoquesto fuori programma, di passare da qui proprio non si era pensato, abbiamo fatto e disdetto più biglietti noi che la Grandi Viaggi, uno doveva partire e invece torna, doveva tornare e invece parte, un pò prima, un pò dopo, così. Poi, si cucina qualcosa di poco impegnativo, ho i fagiolini che costano nulla al supermercato, ne ho comprati a sacchi, immaginando torte salate e insalate fantasiose, magari qualche amico da invitare a una cena improvvisata, è estate, spignattare non è permesso. Senza contare la famosa terapia della Pulitura Fagiolini, ho un'amica a Bologna che la sa lunga sull'argomento. In piedi, accanto al lavandino, è il luogo deputato a tale operazione. Si riempie un pentolone e si aggiunge così calore al calore, odore di verdura al profumo di ammorbidente che arriva dal terrazzo. I pensieri sgradevoli si allontanano nel gorgoglìo dell'acqua che va giù, l'ansia sottile la si getta nel secchio dell'umido con gli scarti, tutto senza far rumore, in punta di piedi, a non disturbare questo sole immobile e silente, questo fine luglio rivoluzionario e apparentemente uguale a mille altri, questa pace monastica, severa e serena, nonostante, questo modo contadino di affrontare la vita, il mondo, le cose.20 luglio, 2009
Il sole immobile.
Piatto e fermo. E bellissimo. Le cicale, l'afa, l'immobilità di una tarda mattinata di luglio inoltrato. Strano luglio questo qua. Di una tranquillità pacata e silenziosa, ci sono pochi rumori in questa casa disabitata o quasi. I gesti sono un pò diversi di quando si è a pieno regime, si fa tutto con una flemma antica, tempo ce n'è, si stendono le tonnellate di cose lavate, delle cento lavatrici fatte ieri, che buonissimo profumo di sole hanno i panni stesi fuori d'estate, puoi indovinare se sono asciutti oppure o no, ci sono macchie di acqua ancora sulla camiciola turchese, si vede da qui. Altre valigie da fare dacchè la partenza è stata anticipata, dopoquesto fuori programma, di passare da qui proprio non si era pensato, abbiamo fatto e disdetto più biglietti noi che la Grandi Viaggi, uno doveva partire e invece torna, doveva tornare e invece parte, un pò prima, un pò dopo, così. Poi, si cucina qualcosa di poco impegnativo, ho i fagiolini che costano nulla al supermercato, ne ho comprati a sacchi, immaginando torte salate e insalate fantasiose, magari qualche amico da invitare a una cena improvvisata, è estate, spignattare non è permesso. Senza contare la famosa terapia della Pulitura Fagiolini, ho un'amica a Bologna che la sa lunga sull'argomento. In piedi, accanto al lavandino, è il luogo deputato a tale operazione. Si riempie un pentolone e si aggiunge così calore al calore, odore di verdura al profumo di ammorbidente che arriva dal terrazzo. I pensieri sgradevoli si allontanano nel gorgoglìo dell'acqua che va giù, l'ansia sottile la si getta nel secchio dell'umido con gli scarti, tutto senza far rumore, in punta di piedi, a non disturbare questo sole immobile e silente, questo fine luglio rivoluzionario e apparentemente uguale a mille altri, questa pace monastica, severa e serena, nonostante, questo modo contadino di affrontare la vita, il mondo, le cose.18 luglio, 2009
Già oltre.

Massì, dai. Si fa un uso improprio,qualche volta, di questo intercalare. Come Stai? Bene, Dai. Ma dai che cosa. Stavolta va bene. Beh, proprio bene benissimo ottimo superlativo diciamo di no, ma insomma, ce la si fa bastare. Meglio. GIà un pò meglio, e anche se si sa bene che meglio non vuol dire bene, ma è un passo verso. Pensieri obnubilati di un mattino vinto, in fondo, a casa propria. Una sosta, un pit-stop, una cosa bella. Ci si è svegliati prestissimo, è bello alzarsi presto d'estate e poi scoprire che ha piovuto tanto questa notte e che tu hai dormito come un sasso e non ti sei accorta di nulla, e il bucato dimenticato fuori è fradicio ma che importa in fondo. Quando si viene dal sole a picco per giorni e giorni, non sarà un pò di pioggia a farmi male, anzi. C'è un cielo variegato come solo d'estate e solo qui, si è impegnati in una strana operazione, di disfacimento-rifacimento valigie, e ci si concentra su questo. I pensieri ci sono ancora, tutti lì in fila compatta e ordinata, a volte, e solo un minuto dopo sparpagliati e disordinati. La cosa importante è non farsi prendere dall'ansia, essere sul pezzo, come si dice, trovarne l'inizo e vederne la fine, mantenere un certo controllo di tutta la vicenda. Ci si può riuscire. O almeno ci si deve provare. Qualcuno mi ha detto che ho uno scudo fortissimo di energia positiva che respinge le cose brutte via da me. Io non so se questo sia vero, ma so che intanto prendo il Sidol e lo vado a lucidare. Combattere con lo scudo che brilla è tutta un'altra cosa. Mooooolto più chic.17 luglio, 2009
Vengo dal cielo.
15 luglio, 2009
L'avaria.
Cronaca di un'avaria annunciata. Funziona sì, funziona no, non si gioca con questi orpelli, soprattutto in mezzo al mare, per bello che sia, per calmo che sia, per blu dei blu che sia. L'avaria arriva che sai che arriva, non è mica una sorpresa, e ingloba tante, troppe cose, meccaniche e non, che si aggiustano e non, dove c'è rimedio e dove invece no. Ho collezionato momenti lucidi e perfetti da pensare in momenti così, dove sono calma, di una calma preoccupante, e dove a tratti divento disperata, a tratti angosciata, a tratti invece penso che andrà tutto come dovrà andare e che non mi spertico in pensieri filosofici sulla vita e sul destino e sull'ordine delle cose e quel che sarà, sarà alla fine. Quel che so è che non è proprio tutto a posto ma stiamo lavorando per mettercelo e che certamente, chi sibilava anonimo nei commenti Ma Come Sei Fortunata, adesso certo si fregherà le mani. Magra, magrissima soddisfazione.14 luglio, 2009
Joe, il Tonno.
Kalamàta.
12 luglio, 2009
Ode al Freddoccino.
E' si sicuro la colonna portante di questa scombinata vacanza. Un rito. Di più, un'icona. Irrinunciabile scoperta freschissima di queste isole greche. Prima, nessuno di noi ne conosceva l'esistenza. Non è un frullato, nemmeno un frappè. Non è il caffè shakerato, non è un gelato, non è una granita, e non è neppure uno shake. E' solo e soltanto il Freddoccino. Ghiacciatissimo, lo puoi gustare in ogni taverna all'aperto, in ogni caffè lungo la spiaggia. Sa di caffè, che scoperta. Ma anche un pochino di cappuccino e di caramello. E' dissetante, rinfresca anche il più torrido dei pomeriggi, verso le tre quando in giro non c'è un cavolo di nessuno, e allora che c'è di meglio che sceglersi il bar più colorato e buttarsi lì, sparsi fra i cuscini, un freddoccino, please, e alla modica cifra di euro 3 ti portano un bicchierone stracolmo di ambrosia e di pura libidine. Da sorseggiare con golosa voluttà, avendo cura di fare il verso sscrscsrscsscsrssc alla fine, con la doppia cannuccia. Maleducata? No, beata, è diverso.Il mercato di Potamòs.
E un qualche cosa bisogna pur fare, signora mia, dacchè il mare di ieri, che Dio l'abbia il Gloria, ci costringe a stare fermi, beh, fermi è una parola grossa. Riassunto delle puntate precedenti. Il mare è troppo mosso per mettersi in viaggio verso Kalamàta, perciò si sta ancorati in banchina e si organizzano eventi ricreativi. Fine del riassunto. Ieri sera seratona coi vicini di barca, ci siamo impossessati delle sedie del bar aperto soltanto 3 ore al giorno e abbiamo fatto tardi a bere ouzo e a chiacchierare. Oggi, domenica, il mercato di Potamòs, così diverso dall'altro mercato dell'estate, così semplice, così antico. Olive, lavanda, olio venduto nelle bottiglie dell'acqua private dell'etichetta, basilico, fiorellini gialli e piantine grasse. Nient'altro. Ho comprato del pane rotondo e una specie di crema di formaggio da una vecchina simpatica, le dita nodose a indicarmi vasetti di vetro pieni di origano. E' stato il nostro pranzo, più tardi. E' una vacanza lenta, da assaporare, dove anche l'annoiarsi non è male, dove è bello anche aspettare in porto il momento propizio per continuare il viaggio. Dove anche un mercato da dopoguerra, affascinante nel suo niente che c'è, bellissimo nei suoi colori passati, nei visi che ci incontri, nella straordinaria rudezza dei banchetti e delle tende scolorite, dove anche il sentirsi fuori dal mondo e parte di esso fa parte del copione. Scritto da chi, non si sa. 10 luglio, 2009
Kythira.
Giunti fummo, alla fine, dopo 12 ore 12 di traversata e un'alba mozzafiato, dacchè partiti siamo alle 4 di notte, che la discoteca di Milòs era ancora in pienissima attività. In questo posto non c'è niente. Il nulla del nulla del nulla. Ma qui dobbiamo stare, primo perchè domani ci sarà un mare da paura, e secondo perchè domani un altro figliolo muoverà da qui verso l'amata patria, e pure verso l'Amata, la sua, non l'altra, com'è ovvio che sia. Insomma, il nulla. Se per nulla si intende una spiaggia finissima, case meravigliose proprio sopra di essa, abbandonate perlopiù, un baretto con una doccia e tre cabine, quelle dei bagni Nunzia di Varigotti nel 1960, credo, ma sono nata tre anni dopo, ben perciò lo posso solo immaginare. E poi c'è il relitto, una petroliera schiantatasi qui non si sa bene quando e come, che hanno lasciato lì ad imperitura memoria, inquietante per dirla giusta. Umani pochissimi, una decina, ma questo posto fra lo spettrale e l'affascinante è di una bellezza che non so dire. E adesso, scusatemi tanto, vado di fretta: mi devo apparecchiare per bene per andare a buttare il sacchetto della spazzatura, che ho avuto cura di scegliere azzurro cielo. E mentre a bordo l'equipaggio si sciala con scacchi, letture ed animatissime discussioni di calcio mercato, mi passerò un velo di gloss e mi accomoderò per bene, un vestitino scollato e un golfinetto discreto per questo vento caldo, in attesa dell'arrivo del traghetto da Atene, unica, vera attrazione della serata. Meraviglioso.
09 luglio, 2009
Amore, in greco.
08 luglio, 2009
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