Forse è più voglia di colori che di fiori in senso stretto. Non so.
Non importa di che genere.
Forse i tulipani o le rose piccole che si trovano appena prima delle case all'Esselunga, tanto poesia e bellezza imprigionate in un foglio di cellophane, dentro ai secchi di plastica. Le compro spesso, per le mie rose dell'aiuola ancora tempo c'è.
ho voglia di narcisi profumati, di quelli che mi ha regalato Cinzia nel cestino di giunco, che presto pianterò nel giardino per non perdere nemmeno un fiorellino, nemmeno un soffio di quel sapore buono e pulito.
Niente come i narcisi e i tulipani fan capire che il bello è vicino, e che anche se oggi c'è ancora la nebbia, è una nebbia buona, alla fine, accondiscendente, dice Sono Qui ma Non Per Molto.
Ho voglia di fiori eventuali, legati a caso, oppure uno per vaso, ho una vera e propria mania per i vasi vuoti delle marmellate, li uso ovunque e per qualsiasi cosa, ne regalo tanti, rivisitati, rivestiti, pieni di caramelline, con incollati piccole stoffe, perline e pizzi, ricoperti con la lana, il cotone, perfino coi bottoni vecchi. E' un modo per dare loro nuova vita, nuove situazioni, viaggi nuovi in altre case.
Qualche volta, ne trovo qualcuno sul davanzale, l'Amica del Villaggio sa quando in questa casa c'è bisogno di un pò di dolcezza e la dolcezza arriva, puntuale, sottoforma di preziosa marmellata. Mia nonna mi ha insegnato a non restituire mai vuoto nessun contenitore, piatto, ciotola o vasetto che sia. Ci si ingengna perciò.
e' una mattina lentissima.
Forse, ancora non ci si è ripresi del tutto dalla pigra settimana di simil influenza, E' Un Brutto Affare, mi hanno avvertito, sembra cosa da nulla e invece ti trascinerai per giorni, se non ti fermi un pochino.
E in effetti, hanno avuto un pò ragione.
I pensieri si affastellano confusi in un lunedì che non ne vuol sapere, in una mattina opaca e meravigliosa, un compleanno in questa casa, uno dei due di primavera, la piccola di casa oggi compie sedici anni, sedici anni che sembra ieri o ieri l'altro, sedici anni che non mi sono accorta, sedici anni di una bellezza imbarazzante per me, che sono la sua mamma e che la vedo così uguale a me, così vicina, così felice.
forse, a volte vorrei che ancora fosse una bimba col vestitino grigio e le calzine un pò scese, che mi chiedesse di gonfiarle i braccioli, comprarle le figurine, che mi riempisse il frigo di disegni di cuori, che si addomentasse in braccio a me, che mi salutasse dal finestrino della prima vera gita, che scendesse fiera sulla neve senza bastoncini, che si diplomasse in terza materna col tocco di cartone in testa, che rivedesse per la decima volta gli Aristogatti, che si togliesse da sola le ruotine alla bici.
forse invece, la vorrei esattamente com'è ora, regale quando sorride, riservata, quando si cambia 4 volte prima di uscire, quando canta a memoria le canzoni di de Andrè, quando mi cerca per parlare e parlare, quando arriva come un tifone in casa e corre per le scale e quando invece è così triste che sembra che tutto il mondo la schiacci.
Sedici anni.
voglio che oggi e per sempre tu abbia le cose più belle al mondo, figlia, le più luminose, le più lucide.
voglio che il tuo mondo sia pieno di cose che desideri, che tu le possa sognare un pò, prima, perchè solo così saranno più preziose, voglio per te gli amori più belli, sono la cosa che più conta al mondo, voglio le cose belle che ti fanno bella, intatta e felice come sei ora.
ho conservato quei disegni coi cuori appesi al frigorifero.
e oggi, sono io a regalarli a te.