30 luglio, 2008
Knit Therapy.
29 luglio, 2008
Prego.

Sottovoce. Di sbieco. Prego che non so. Prego veloce, sgrano quel rosario che porto sempre con me, quello per cui le mie amiche mi prendono in giro, ma come, giri col rosario nella borsa, sei scema? Prego e basta. Prego coi lucciconi. Prego con un nodo qui che è da ieri sera. Prego senza smettere nemmeno per soffiarmi il naso. Prego. Perchè è l'unica cosa che posso fare. Ma tu, non mollare. Andrea, non mollare.
Quiete.
24 luglio, 2008
Il mercato di San Pantaleo.
Merita un giro. Di sera o di mattina, sotto il sole cocente o con le stelle, shopping o aperitivo, case di pietra e oleandri, vetrai, antiquari, pittori, collanine perle e corda, t-shirt, gonnine, borse di stoffa, vecchi copriletti tricot provenienti da chissà quale corredo, scatole giapponesi, coltelli di Pattada, formaggi e verdure dell'orto. Fateci un pensiero, il prossimo giovedì.
La Lotteria della Mutanda.
18 luglio, 2008
Luna di Luglio.
Non ti acccorgi quando arriva. Ti giri un attimo e poi, voilà, la Regina. Già salita al suo posto, e salirà ancora tra un pò, ma è così bello vederla lì, che se ti alzi in punta di piedi e tendi la mano, forse riesci anche a toccarla, bambina. Tonda e perfetta, luminosa e altera. Ho spesso parlato di lei. Mi piace guardarla. Dà un senso di infinito, di speciale, di lontano, di set cinematografico, così bella, magari qualcuno l'ha dipinta su un pannello e messa lì. E' una luna tranquilla, in queste sere. Tranquilla, come i giorni che passano sull'Isola. Di una serenità calda e sicura, di niente, in fondo, e di tutte le cose che ci piacciono di più, a noi di casa. Amici, per cominciare, cene per mille e chiacchiere discrete. E mare a mille per finire, posti deserti e semisconosciuti, vicinissimi alla Costa eppure così lontani, col silenzio, le cicale il mare di cristallo che ti sembra di toccare il fondo e invece no. E la sera, questa luna magica sorveglia, dal suo posto in balconata. Che tutto sia calmo e regolare, che non si abbiano scosse di pensieri, che le ansie siano lontane miliardi di miliardi di, e che si viva in pace, una lettura, qualche ricamo qua e là, una vacanza semplice di semplici cose. La luna sparirà, con la luce del giorno, col vento del mattino che lucida il cielo turchese: riapparirà stasera, un'impercettibile fettina già mancante, regale e maestosa. Misteriosa e affascinante. All'improvviso, come sua abitudine.17 luglio, 2008
14 luglio, 2008
La porta in faccia.
E non è affatto un modo di dire. Non in senso figurato, proprio no. So che qualcuno sorriderà, o riderà di gusto e improvviserà una danza nel cortile di casa in preda ad un'incontenibile contentezza, massì, in fondo non avrebbero neppure tutti i torti. Mi sono presa una portata in faccia. Oh, yes. Mi sono stampata in una notte ventosa e stellata, nella porta a vetri del salone. Che avevo sceso le scale, vedendo dal mio lindo lettino il bagliore della tv, ma come, ancora svegli a quest'ora che sono le 4? Oppure il sonno li avrà colti sul divano e allora bisognerà accompagnarli sottovoce nella camerata, nel posto che si sono scelti per queste notti di vacanza? Così ragionav'io, mentre scalpicciando in camicia da notte andavo incontro al mio mesto destino. SBAMM! Non so come abbia potuto accadere. Ero sveglia e vigile, potrei giurarlo davanti alla Corte Suprema, avrei potuto recitare una poesia o la tabellina del 7 senza intralci. Eppure, SBAMM! Modello cartone animato, Gatto Silvestro che rincorre Titti, và a sbattere e un concertino di uccellini fa cip cip intorno alla sua testa di gatto buontempone. Ma io, che non sono nè gatta nè buontempona, ho solo sentito un male feroce, dal sopracciglio sinistro alla mandibola, e mi sono sentita il pavimento di budino e il cielo stellato sparire all'improvviso. Mi ha risvegliato il Giovane Innamorato Holden, con una confezione di petti di pollo surgelati direttamente sulla parte dolorante. Ohi ohi. Che male, signora mia, che male fottuto, mi aiuti a dire. E a distanza di qualche ora, al dolore, al rintronamento e al leggero risciacquamento dei pensieri, accentuato vieppiù, si è aggiunta, subdola, una bella rigaccia violacea, proprio lì, sulla povera palpebra, una specie di eyeliner che nemmeno ho sognato di tracciare e che mi fa sembrare un incorocio tra Moira degli Elefanti ed Amy Whinehouse. Ed essendo per l'appunto, viola melanzana, direi che è l'aspetto più trendy di tutta la dolorosa vicenda. E oggi, a pranzo, petti di pollo. Ovvio.12 luglio, 2008
La quiete prima del delirio.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
-
Sarà il periodo. O la mia proverbiale e assoluta frivolezza cosmica. Ma a me, scartare i pacchi, galvanizza. Elettrizza. Mi piace, insomma....
-
Da poco, abito accanto a una palestra. Alla palestra di una scuola. Ho spesso la finestra aperta, non mi arrendo ai temporali alle piog...
