Voleva essere una fotografia artistica, avente per sfondo il tronco recuperato a Spargi, che aveva viaggiato nel mare di dentro e nel mare di fuori, e chissà quale tempesta, buriana, mareggiata o burrasca aveva portato fin lì, ma ben si sa, nessuna foto è artistica se il soggetto son mutande, con licenza parlando. Sissignori, di mutande si tratta, ben piegate, ben appiattite con le mani, dacchè il ferro da stiro, signora mia, ma glielo devo spiegare, si usa solo in casi estremi, da queste parti. Niente di straordinario, dunque, una pila di mutande variegate, maschili, modello boxer che va con tutto. La cosa che le rende speciali è che questo lotto è stato oggetto di una specie di asta, una vendita all'incanto, e non ve lo dò per dieci e non ve lo dò per nove. Sempre più la mia casa si và trasformando in un ostello della gioventù, un luogo ameno dove ogni giovane errabondo, amico dei miei figli, può trovare un piatto di minestra calda e un giaciglio dove far riposare le stanche membra. Ben perciò, datosi che l'ostello offre anche il servizio di lavanderia e in grazia di Dio non ho ancora avuto la malsana idea di apporrre a ciascuna mutanda le cifre rosse con le iniziali, tipiche delle colonie elioterapiche del Ventennio, come diavolo posso fare a risalire al legittimo proprietario di tale pila di indumenti? Così, improvviso. Rastrellati tutti i figlioli e presentati al mio cospetto, affido la mutanda al figliolo giusto. Di chi è mai questa rosa coi conigli e le carote? E questa di Superman? E questa a tuoni e fulmini? e quest'altra con le fragole (sfacciati!)? e questa a melanzane? E le fatine? e chi è questo insolente che ha sulla patta una medaglia d'oro? Detto, fatto. Ogni mutanda al posto giusto, sul sedere giusto, nel cassetto giusto. Diabolica imbonitrice.
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2 commenti:
mi fai morire...!
franci
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