25 maggio, 2006

Profumo di rosa.


Basta poco, qualche volta. Per vedere le cose più chiare e forse meno gravi di quelle che sono in realtà. Ci vuole coraggio, una buona dose di autocontrollo che qualche volta mi manca, un pò di ottimismo. E credo proprio che, per dirla giusta, Leopardi avrebbe potuto fidanzarsi con me. Pessimista? Mannò, che vuoi che sia. Vedo solo tragedie immani, interpreto come segni del destino le cose quotidiane, percepisco come terrificanti episodi che sono di una banalità disgustosa. La cosa bella è che non sembra. Come dire, camuffo bene. Ma rendersene conto è già, un bel passo avanti. Così, oggi, in quell'ora di ozio puro che sta fra il pranzo e l'inizio del rutilante pomeriggio, ecco che mi sono fatta un regalo. Un bel mazzo di rose. Non già rose qualunque, e come se no. Ma le MIE rose, quelle inglesi, che stanno proprio lì davanti alla mia porta e che fanno salire il loro profumo fino alle finestre della mia camera, nei mattini di maggio. Hanno nomi sognanti: Diamond Jubilee, Blue Moon, Glamis Castle, Ametista. Mi piacciono perchè sembrano sempre un pò sfiorite, stropicciate, ecco. Non hanno affatto quell'aria aristocratica delle rose vere e proprie, quelle del fioraio, troppo stirate, così perfette da sembrare un pò finte. Le mie sembrano dire, eccoci qui, siamo qui per caso, ma nessuno può fare a meno di guardarci, passando di qua. Hanno invaso la cucina coi loro colori tenui di caramella. Nessuno farà a meno di guardarle. E di stare meglio, mi sa. Profumo di rosa, aroma semplice per anime semplici. Non male.

24 maggio, 2006

Regia salvia.

Bella è bella. Credo che sia l'unico esemplare di erba aromatica che amo, incondizionatamente, insieme al basilico. E' bella agli occhi, con i suoi fiori lillini, bella al tatto, vellutata e morbidissima. Bella al naso, col suo profumo delicato e persistente. Non si fa dimenticare facilmente. Rimane sulle dita per mezz'ora e più e se ne può beneficiare sulla strada di casa, dopo la personale sagra della ciliegia. La salvia rende regale anche i tortellini surgelati, i fusilli tristanzuoli al burro e basta, un pesciolino al forno che ha bisogno di un piccolo optional. Ne ho colto un rametto. Un mazzo di gladioli in un vaso di cristallo non farebbe lo stesso, incredibile effetto di questo semplice rametto in un bicchiere della Nutella col mio nome. Un passo avanti, verso il meglio.

Elisir alla ciliegia.

Niente di meglio dopo una giornata sulle montagne russe. Non quelle vere, ma quelle più sottili e striscianti, quelle che ti fanno lo stomaco a pezzettini e poi lo ricompongono e via così. Un verso sera sotto un albero di ciliegie stracolmo ha i suoi bei vantaggi. Prima di tutto devono piacere le ciliegie. E fin qui ci siamo. Dopodichè ci si avvicinerà con circospezione all'albero suddetto. Per ottenere il massimo dalla terapia le ciliegie andrebbero rubate, sissignori, sottratte mentre il contadino non vede, ma pazienza. Abbiamo libero accesso a questo prato dietro casa e siamo assolutamente nella legge. Ma tant'è. Esistono due scuole di pensiero. La ciliegia và colta con o senza picciòlo? Io appartengo alla corrente del con: adoro infatti il sordo impercettibile rumore che fà il picciolo quando si separa dal frutto. Stac! Sublime. Un capitolo a parte merita il nocciolino. I più lo sputano, usiamo i verbi giusti, con grazia all'interno del pugno chiuso nei pressi del mento. A chi, come me, ha avuto una giornata di penitenza, viene concesso, d'ufficio, il lancio con la bocca. Si possono eventualmente organizzare tornei di Sputo di Nocciolino, avendo cura di non includere dei veri fuoriclasse come la scrivente. Assolutamente outsider. Dopo aver consumato una congrua quantità che farà come minimo saltare la cena, ci si potrà accoccolare sotto l'albero, ascoltando i ronzii, i cinguettii e altre amenità. Gli occhi chiusi, il profumo della salvia che sta proprio lì, allontanerà per un pò i pensieri ingombranti che hanno fatto di oggi una giornata da cancellare. La ciliegia aiuta, lo sanno tutti. Si organizzano tour guidati con degustazione gratuita.

L'affitto del sole.




Si paga in anticipo.
Le cose belle si scontano, è una regola aurea, credo. Quando ad un certo punto hai davanti a te una strada in salita e all'improvviso le cose perdono forma, e se guardi dietro te tutto era lucido e sapeva di nuovo e di bello e di pace e di perfetto. E poi, d'un tratto, tutto sbiadisce e diventa pesante e difficile e dici ma no, non può essere che di colpo sia cambiato tutto così, e cerchi in te la forza di trovare una soluzione e uscire da una strada che sapevi difficile ma che così proprio no. Non sai cosa fare, non sai da che parte cominciare e dove si finirà. Hai un peso sullo stomaco e se ti guardi persino la tua faccia ha cambiato espressione e ti senti come se avessi un carico di mattoni sulle spalle che ti fanno sprofondare giù e ancora e ancora e dici ma no per favore, non così, non tutto insieme, sono io, sono la stessa di ieri, per piacere, non potete semplicemente farmi questo, ero lì, ero via e tutto sembrava andare nel modo migliore in assoluto, che cosa ho fatto, che cosa è cambiato, che cosa devo pagare...Troverò una strada, come sempre, troverò il modo, lo so, lo sento, ma adesso, per piacere, basta così. Non è molto, mi pare.


23 maggio, 2006

Sob!


Finito l'incantesimo. Rientrati. A Genova ci aspettava un cielo di pentola e un'aria bassa e pesante. Niente vento, niente profumo di fiori e di macchia, mare, certo, ma insomma, vogliamo paragonarlo? Comunque, la ripresa da una vacanza seppur breve. ha sempre un che di traumatico, in un certo qual senso. I ragazzi sono stati accuditi da un esercito, anche se esercito erano loro stessi medesimi, vieppiù. Hanno infatti invitato amici e amici degli amici, con l'allettante promessa di tornei diurni di calcetto, serali di Playstation, cibo buono e abbondante. Direi che è andata bene. Adesso, si riprende, per qualche settimana, o meglio, si inizia la fine d'anno scolastico, le recite, le feste di arrivederci. Malinconiche, appena appena. Con un accenno di pensiero alla sabbia, alla vela, ai surf, al sole, quello vero, caldissimo, reso frizzante da qualche nodo di maestrale. C'è di meglio? ci si chiede. Forse no.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...