25 marzo, 2007

Illegal.


Poteva andare meglio, decisamente. mai passaggio dall'ora solare a quella legale fu più sfigato di così. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Beh, certo, siamo stati ad una bella festa di compleanno sabato sera, e già questo avrebbe dovuto tirarci sù. Ma il cambio dell'ora di solito è accompagnato da un bel tramonto, dalle finestre aperte, dalle maniche corte, dalla frittata coi pomodori, e via così. Invece un bel niente. Cielo color totano crudo, perchè fritto, lo sanno tutti, è doratino, domenica sera passata ad assistere il liceale che stanotte (!) parte per Berlino, e quindi via di stiraggio. Che di stirare, signora mia, questa volta proprio glielo giuro, non ne avevo voglia alcuna. E lo sa anche lei, che se si stira senza voglia, è più il danno che si fa. Si appiattisce tutto con le mani, si fa finta di non vedere le piegoline che si formano, si spruzzano tonnellate di appretto, quello ecologico, per carità, che io al buco dell'ozono ci penso eccome, mica solo lei che fa tanto la maestrina e non si perde una sola puntata di Superquark. Anzi, glielo dica lei al quel suo amico Piero Angela, che la prossima volta si informi per bene e che l'ora legale si fa in un week end di sole. Se no, di legale, non ha proprio un bel niente. Lo sa anche Shakira.

23 marzo, 2007

Venerdì.


Alla fine, direi. Inizia un fine settimana, stranamente , con la giornata più impegnativa, quella che mi costringerà a sorbirmi il traffico del venerdì sera meneghino in uscita dalla città. Ma fa niente. A casa mi aspetterà una cena improvvisata, del tipo che si infila a turno la testa nel frigo e si guarda che cosa c'è, per poi consumarlo chiacchierando sul divano, a gambe incrociate modello yoga, pensando alla festa di domani sera, e alle passeggiate di domenica. Una settimana, quella passata, all'insegna del gossip più sfrenato. Ridicolo, anche. Insomma, uno non è nemmeno più libero di farsi un giro dove, come e con chi gli aggrada. E chiedere un'informazione a chi passa di lì, a chi lì aspetta l'autobus, a chi lì ci lavora. Ah, signora mia, di questo passo, dove andremo a finire! Glielo dico tosto, andremo a finire che si perderà tutti la trebisonda, e che si confonderanno fresche per frasche, e magari, arriveremo anche a conservare, che ne so, i calendari di Anna Falchi con dei documenti scottantissimi, in una valigia con combinazione, murata, sotterrata, ma ahimè, testè ritrovata. Come dice? E' successo ieri? Maddai!!!!!

22 marzo, 2007

Bello.

Grazie. A chi c'era, a chi ha preso 3 ore di permesso dal lavoro per esserci, a chi è venuta senza aver mai visto un ferro da vicino, nè un gomitolo, a chi si è stupito che tutta quella lana fosse in regalo, lì, da prendere, a chi ha iniziato il suo primo maglione, a chi ha sfogliato i miei libri pensando, Ma Davvero Si Possono Fare Queste Cose?, a chi non ha commentato la location, a chi non si è lamentato dell'ora, a chi ha chiesto, già da subito Ma Quando Ne Facciamo Un Altro?, a chi ha portato i fiori per me, a chi è passata per un salutino, a chi è venuta solo a curiosare, a chi guardava da fuori, a chi arricciava il naso, a chi voleva sapere ma era timido, a chi ha fatto delle foto strepitose, a chi ha detto Sono Stata Benissimo, a chi si è offerta volantaria di tradurre i Sacri Testi dall'inglese, con abbreviazioni e termini tecnici, a chi ha chiacchierato, a chi è stata zitta, a chi voleva stare ma non poteva.
A tutte voi, indistintamente, grazie davvero. Occorre tempo ed entusiasmo per fare queste cose, sembra da ridere ma in fondo non lo è, c'è molto altro dietro a tutto questo, organizzare, far sapere, prendersi la briga di fare un minimo di pubblicità. Grazie anche a chi ha detto Ma Chi Te Lo Fa Fare, e soprattutto Perchè Lì. Il sorriso delle persone che c'erano ed erano contente mi ripaga di tutto.

Tutto il resto, signora mia, machissenefrega!

Arrivederci al prossimo Knit Cafè.


Grazie a Laura per le splendide fotografie.

Cambiare l'aria.

E' un gesto che si fa in automatico, di solito. Sono usciti tutti, si rimane con le tazze sul tavolo, il pc lì vicino dove si sono già lette mail e notizie, cose sparse, appunti sulla lavagna, con le cose da fare. Si aprono le finestre, spalancate, in realtà. Entra un'aria gelida e a bollicine, c'è già il sole, e odore di erba bagnata e di umidità, la notte ha lasciato il suo profumo, come le donne sugli ascensori. Si apre e si scoprono i letti, si mettono i cuscini sul davanzale, l'ho visto fare mille volte, non so a che cosa serva ma lo faccio anche io, che mi costa, in fondo, fuori ho campagna e fiori e alberi da frutto e vigne e colline, mica tram, automobili, scooter e automobili. Spero che serva. A scuotere dal cuscino i pensieri che hanno reso la mia notte non proprio una delizia, un sogno tremendo dal quale mi sono svegliata con un salto, uno scatto, come certi bambini, quando sognano l'orco, ma che le scrivono a fare le favole con l'orco. Ho sognato male, di quei sogni che sono così veri che ci pensi ancora alla mattina, non vi capita mai? e ci si sente miracolati, sopravvissuti, e anche un pò scemi, era solo un sogno, sì lo so. Ma che paura ho avuto, e che reali mi sembravano persone e situazioni e piangevo, sono sicura, mi sentivo anche dormendo, mi sembrava tutto di gelatina ma io c'ero, e parlavo, anche, e mi faceva male il cuore, come adesso, a pensarci. Spalanco le finestre, tutte, fa freddo, lo so, ma sono sola, adesso e nessuno mi urlerà Mamma fa Freddooooo, sprimaccio per bene il mio cuscino, lo scuoto, cambio anche le lenzuola, già che ci sono, scaccio i pensieri che ci sono rimasti impigliati dentro, e quelli che rimangono, li infilo svelta in lavatrice. I sogni si dividono in due categorie. Quelli che tieni lì, e che non vorresti mai svegliarti per non farli andare via, quelli caldi che ti fanno alzare sorridendo. E quelli orrendi, da dimenticare in fretta, da berci tonnellate di acqua per farti passare la paura, quelli da lavare a 80 gradi per scolorirli, per farli perdere nei tubi dello scarico, centrifugandoli due volte. E senza ammorbidente.

21 marzo, 2007

Svegliatevi, bambine!


C'è da darsi una mossa, care le mie belle signore. C'è da portarsi avanti, da stare molto attente e con le antenne ben dritte, prontissime a non farsi scappare nemmeno il primo barlume di novità, per stare al passo e non rimanere indietro, incartapecorirsi, accartocciarsi su se stesse medesime, stare lì, immobli, a vedere le cose passare e non fare il benchè minimo sforzo per acchiapparle. Entusiasmo, signore, en-tu-sia-smo! Lo so, che non ne avete voglia, ma guardatevi in giro. E' vero che fa freddo, ma Cielo Benedetto, avete staccato il fogliettino dal calendario? Avete visto che giorno è? Allora, svegliatevi, e fatevi una bella doccia frescolina, uscite fuori nel sole, niente smorfie, stamattina, sono vietate. E fatevi un regalo. No, non sono diventata la moglie di Crepet (senza baffo, in realtà, è grazioso, ma non usciamo dal seminario), trovate del tempo per voi, e non dico parrucchiere e non dico lampada, e non dico nemmeno MaxMara. Dico solo Knit Cafè, ne parliamo da giorni, Un'ora o mezz'ora non è importante, basta che ci facciate un salto. Ci riconoscerete, siamo qui, abbiamo tonnellate di lana colorata e ferri di ogni foggia, è tutto gratis, si viene lì, si beve un thè, si fa una chiacchiera e qualche punto. Salutare, corroborante e rigenerante. Vi si aspetta, bambine. La primavera è già qua. Vorrete mica essere sfrontate e non salutarla nemmeno?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...