19 aprile, 2007

Porcellane, chiacchiere e knit.

La location è splendida davvero. Un tripudio di piatti e tazzine, posate e copriletti e tovaglie e bicchieri e tappeti e fermaporte e teiere. Molto country, provenzale, retrò, a roselline, fiori e cuoricini, da perderci la testa. Ci siamo trovate solo in 4, chi andava e veniva, chi sbirciava, a curiosare, senza il coraggio di entrare, come spesso accade. In realtà, siamo state tutte così frullate in questi giorni, le vacanze, i rientri, i figlioli e le udienze, e le cose, che ad organizzare questo simil Knit Cafè abbiamo fatto un pò di confusione. Dove e a che ora e quando e se, ma allora si fa, no non si fa, o forse sì, ma alla fine ci siamo accordate tra di noi, chi voleva, veniva, e anche se fino all'ultimo nessuno era sicura di esserci, alla fine ce l'abbiamo fatta. Anche Flavia, alla fine, ha spinto la sua bici fino a noi. In poche, ma efficienti.


Siamo anche riuscite ad insegnare ad Eugenia, garbata e perfetta padrona di casa, i misteri del punto diritto. Così, tra un thè freddo, una maglia rasata, una chiacchiera e una confessione, ci siamo regalate due ore di scialo, così, per gioco, un regalo di Pasqua arrivato in ritardo. Una delizia. Certo, c'era anche un'infiltrata con il punto croce, ma noi, signora mia, mica ci formalizziamo, sa? E perdoniamola, questa magica Patti!

Da rifare appena si può, appena si vuole, appena ce ne torna la voglia. E, in assoluto, un giro da Blanc. A mani vuote, da lì, non si esce di sicuro.


Blanc - Alessandria
Via San Giovanni Bosco, 14
tel.0131 251213

17 aprile, 2007

L'amore che guarda.


Di alzarsi non ne avevano voglia. Ci credo, hanno assaggiato l'estate, la spiaggia e le onde e il vento, e adesso, di libri e compiti e di esami, anche, proprio non ne vorrebbero sentir parlare più. Li sveglio a baci, e poi con la musica, e loro lì, a coprirsi col lenzuolo, la testa sotto il cuscino, a masticare assonnati Ancora Cinque Minuti. E quando, miracolo, li vedo scendere dalle scale, pinti e tratti, non tanto pronti per un giorno nuovo, li guardo. Li guardo perchè al mattino hanno una luce chiara e indifesa, l'espressione imbronciata e dolcissima di chi ha ancora il sogno della notte appiccicato, lo sguardo implorante a dire Non Ne Ho Voglia. Escono, uno per volta, e io lì, incantata a guardarli. A vedere che, forse, sì, si dovrebbe tagliare un pò quei riccioli, ma gli danno un'aria così mascalzona e affascinante, e poi, l'altro ha la maglia stropicciata, ma era in ritardo, suo padre già fuori ad aspettarli, che la Princi ha preso 2 cerchietti al volo, deciderà in macchina quale mettere, per oggi. Li guardo e sorrido. Un sorriso dalla finestra, che loro non possono vedere, un sorriso che li accompagni per oggi, un sorriso che è pieno di fai attenzione e non metterti nei guai, un sorriso che li vorrebbe scaldare e proteggere e scortare e sollevare e coprire e difendere. Il sorriso del cuore. Perchè è il cuore a sorridere, se è l'amore che guarda.

16 aprile, 2007

Troppo polline.

Forse, oggi, mi ritrovavo particolarmente sensibile, o magari, nessuno mi aveva avvisato che proprio oggi ricorreva la Sagra delle Banalità. Ne ho sentite una decina, una dopo l'altra, sciorinate dal panettiere, o carpite al volo sul marciapiede, ci sono volte che non vuoi ascoltare ma che è proprio impossibile non farlo. E mai, mai , mai che ti capiti di sentire qualcosa che abbia un minimo di senso. Immani cazzate, e mi si perdoni l'inglese. Quelle di stamattina andavano dalla descrizione minuziosa di una calda notte, dove calda si intende che proprio il piumone non lo sopportavo, e allora mi scoprivo e mio marito che aveva freddo si copriva, e insomma, una notte che proprio, guardi, non la auguro a nessuno. E questo dal panettiere. Io, esterrefatta. In quale contorto animo si può mai annidare cotanta superbia da credere che possa interessare ad un piccolo capannello di persone perlopiù di fretta, l'inverecondo modo in cui ci si termoregola, nel segreto e nell'intimità del proprio nuziale talamo? Mistero. Ma il massimo l'ho raggiunto qualche minuto più tardi, in attesa alla Posta. Come Stai? Ah, non bene, di corsa, sempre e poi...c'è troppo polline. Troppo polline?!? Ma de che? Dove sta il polline, che ancora non si sono visti girare quei bei batuffoloni dei pioppi, e che siamo appena alla metà di aprile? E poi, perchè troppo? C'è forse un pollinometro, da qualche parte, è stato inventato da anni e nessuno mi ha avvisato? E va bene, cercherò di non più ascoltare le chiacchiere insulse che si acchiappano di qua e di là. Forse, meglio che giri davvero con l'iPod nelle orecchie. O che mi dedichi con mestizia a tutte le cose che devo fare, ahimè, la mia casa è un set cinematografico dove si è appena girata una scena delle Crociate, diciamo, dopo la battaglia. Ovunque, cose. E devo dire che non so, il fuso orario dalla Sardegna questa volta mi ha un pò storneggiato, faccio fatica a concentrarmi e sono svogliata e inconcludente. Ma che le devo dire, signora mia. Avrò fatto indigestione. Di polline, mi sembra chiaro.

Arrivata io, arrivati loro.

Mannò, che non me li ha mandati la Regina! Si va bene, li ho comprati nel Regno Unito, ma la Regina, povera donna, ha il suo bel daffare a corte, lo sa? E non che si metta a lucidare i pavimenti o a lavare i vetri, ma c'ha tanti pensieri, quel suo figliolo con la sua equina moglie, e poi, ora ci si mette pure il William, a sfidanzarsi dalla sua Kate! Son momenti bui per tutti, signora cara, chi per un verso, chi per un altro. Ma questi ferri li ho comprati su Ebay due settimane fa, e mi sono arrivati , nel lor bel pacchettino di cartone, con tutti i loro begli elastichini intorno, per non farli perdere, Qualcuno nel viaggio si è rotto, ma ce ne sono un paio di bambù che non avevo mai visto prima, che sono il vero masterpiece della collezione. Mi affascina sapere a chi saranno appartenuti, la quantità di lavori che hanno prodotto, insieme a fili colorati e mani sapienti. Costo dell'operazione: 13 sterline, compresa la spedizione. Un vero affare, signora cara. Chissà, però, se la Regina fa la maglia. Un pomeriggio a Buckingham Palace dev'essere di una noia, ma di una noia...

13 aprile, 2007

Serve del rosmarino?

...ma solo un ramettino, sa, che ho sù l'arrosto e il fruttivendolo l'aveva finito. Grazie tante, signora mia, e a buon rendere, se non ci si aiuta tra di noi!

Il tagliando.

Nella scatola di pastelli l'azzurro è finito. Troppo temperato, senza punta, non si sa. Un giro sugli scogli, vicinissima al mare, a toccarlo, quasi, ad aspettare le onde e poi scappare indietro, per non bagnarsi, e poi se ci si bagna un pochino ma che cosa importa in fondo. Abbiamo altri vestiti, a casa, e adesso la cerata, male non fa. Mi sento sempre come in pace, qui, sugli scogli, con la schiuma e le onde e il vento e il profumo che c'è, di sale, rosmarino e fiori sparsi che si vedono solo in primavera. In giro, nessuno. In mare, nemmeno, solo il motoscafo della Capitaneria che si fa un giro, e lascia dietro di sè una scia candida di borotalco, quasi, di panna montata, un pochino. Domani si torna. Ho avuto tanto tempo per pensare e per non pensare a niente, ogni tanto l'anima ha bisogno di un tagliando. Freni, gomme, motore. La mia anima non frena, mai, non si accorge mai in tempo quando è ora di fermarsi o di scappare, e ci sbatto secca, qualche volta. Ma mi va bene così. Mi piace come sono diventata, il percorso che ho fatto, le lezioni che ho imparato e anche quelle che non imparo mai, come le strade, come le direzioni dei venti, come a voler cambiare situazioni e cose e persone, come a riconoscere i falsi , a pensare solo a me, o a a fare le meringhe, ma cosa importa, so miliardi di altre cose, niente ci fa. Questo tagliando mi è piaciuto. Una settimana più o meno di cose semplici, di mio marito e di figli, tanto, di amici, qualcuno, di qualche lettura, di molto mare e di molto niente. Il niente che serve a ritrovarsi un pò, ad aspettare, di nuovo, quando nella scatola di pastelli ancora ci sarà il blù e l'azzurro e il turchese, e il temperino pronto a fare il suo dovere, e le lezioni non imparate lì in un angolo. Ci sarà tempo, tutto il tempo che vorrò. E se l'anima non frena, forse è proprio meglio. Mi piace così.

12 aprile, 2007

Brutte ma...

...come dire, dei tipi. Da tenere d'occhio per la prossima stagione, anzi, da accaparrarsi subito e accantonare, per infilarle poi velocemente in valigia. Sia che siate diretti ai monti che ai mari, le Crocs, che belle non sono, vi daranno subito un'aria super trendy. Viste parecchio, in questo scorcio di gelida estate, e nei colori più vivaci. Bellissime arancioni e fucsia. E poi, al modello plain, ci si possono attaccare una serie di graziosi oggettini colorati che le renderanno uniche e personali. Certo non è che fanno il piedino fatato, ma ad una prima occhiata, mi sa proprio che la moda estiva di quest'anno sarà per la comodità. E per il colore. Come dire, brutte ma buone. E chicchissime. Da avere, al più presto.



Inutile dire che le vorrei...le vorrei....così!




11 aprile, 2007

Stagione di vento.

...mentre la Luna è prossima a le soglie cerule
e par che innanzi a sè distenda un velo
ove il nostro sogno giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.

Gabriele D'Annunzio



Pillow in progress.

Non si fa molto, in realtà. Si progetta, e tanto. E ci si ispira, qualche volta. Soprattutto, si fan cose inutili, superflue, che a casa, forse, vien difficile portare a termine. Questo è un cuscinetto, per esempio. Di quelli totalmente inutili, superflui, come vuole la tradizione, di quelli che non servono a quasi niente, se non a ben augurarti un qualche cosa. Questo Bonne Chance, la dice lunghissima. Fatto in due pomeriggi di vento sulla spiaggia piena di kitesurf, pochissimi umani, perlopiù tedeschi. Un cuscino superfluo per un sogno che non lo è. Ci siamo fatti prendere un pò tutti, ognuno a modo suo, e non vediamo l'ora, in realtà, di vederlo da vicino, scoprire l'effetto che fa. Senza nessuno che ti dica, vedi, è così, te l'avevo detto, lo sapevo già. Nessun sogno è uguale a un altro. Averne pochi è una follia, averne molti un lusso vero. I sogni, signora mia, sono come i cuscini: superflui non lo sono mai. Proprio mai.

Fuori dal mondo.


Come si riesca a trovare affascinante una mattinata nebbiosetta e frescolina, è presto detto. Basta avere davanti un'immagine così, un pò verdissima e un pò celeste, il cielo un pò violetto e un pò turchese. Sono giorni un pò fuori dal mondo, senza quotidiani, nemmeno quelli on line, pochissime notizie, qualche lavoro di giardinaggio, molte passeggiate sulla spiaggia, l'acqua ghiacciata e un vento discreto. A giorni così, si può pure perdonare che il collegamento internet funzioni a singhiozzo, che domani finalmente metteranno l'ADSL, che ho fatto una quantità di fotografie che non riesco a scaricare perchè la periferica non ne vuole sapere. Rimedierò. Per il momento, mi accontento di questo niente perfetto, i progetti che ho in mente, le cose che farò. E' quasi tutto pronto per quest'estate. Ancora qualche giorno e poi, si torna a casa. Ora, lasciatemi qui. Per il delirio, c'è tempo.

07 aprile, 2007

Sally, la tartarughina.


L'abbiamo trovata ai piedi delle rocce. Era lì, immobile e tranquilla, grande come un mandarino. Probabilmente si era già accorta di noi, in fondo non poteva essere altrimenti. Un' orda non proprio silenziosa di sette persone che arriva all'alba in un villaggio semi deserto e semi addormentato non è proprio che passi inosservata, ecco. Ma siamo arrivati fin qui. Sally forse ci aspettava. Ha un musetto non proprio bellissimo, somiglia vagamente a Rosy Bindi, ma l'ho chiamata Sally come la canzone di Vasco. Perchè cammina per la sterpaglia senza avere fretta, ha il guscio ancora lucido e chiaro ed è così carina. La famiglia al super completo, come sempre a Natale e Pasqua. Lì, c'è il mare. Non ho fatto valigie. Ho cacciato alla rinfusa qualche maglia in una sacca, avevo voglia di improvvisazione, non so, e non è che le mie partenze abbiano molto da improvvisare in realtà. Anzi, sono costellate da bigliettini e promemoria, fare questo, non scordare quello e cose così. Starò qui, a guardare il mare, a ubriacarmi di questa famiglia chiassosa e invincibile, mi vestirò come capita e se, maglie a strati, jeans e occhiali Chanel. Leggerò se ne avrò voglia, a starò lì, a guardare in sù, la musica nelle orecchie e nessun pensiero a graffiarmi il cuore, nessuna ansia che mi squassi, niente di niente. Farò come Sally. Andrò lenta per la mia strada, fra i rovi e gli sterpi e quando avrò paura tirerò la testa dentro al guscio, finchè mi passa. "..forse era giusto così. Forse, ma forse, ma sì".


Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...