14 settembre, 2007

Ode alla Gocciola.


Che la Gocciola fosse un bel tipino, si era già scoperto da un pezzo. Non passa certo inosservata con tutti quei gioielli di cioccolato da far invidia e quelle curve, che già ravanando nella biscottiera, anche senza guardare, ti accorgi che non può essere nè un Pan Di Stelle , nè un Savoiardo, men che meno una Fetta Biscottata. E' sinuosa, accattivante, melliflua. Seducente, direi. E lui, quell'ingenuo del latte, c'è cascato in pieno. La adora. Si è lasciato abbindolare, innamorandosi perdutamente di lei. La accarezza, nell'intimità della tazza, appena tiepido e giammai bollente. La coccola. E lei, la sfrontata, ci gioca, si fa intingere e girare col cucchiaino, si immerge un pò e riaffiora, nel candore, con i suoi monili al cioccolato appena un pochino sciolti. Dicono sia un pò vezzosa e che si dia un sacco di arie, e che non lo confessi a nessuno ma che anche lei straveda per il latte. Si amano così, nel silenzio della cucina, a colazione, principalmente, ma anche in quei momenti di pace perfetta e solitudine gradevolissima, di calma apparente, in cui si vogliono coccole e dolcezze. La tenera, segreta storia tra Latte e Gocciole vi conquisterà e sarà amore al primo assaggio. Anche la Gocciola ci è cascata: nel latte, intendo.

13 settembre, 2007

Dormi.


Da sempre, niente al mondo mi dà più pace di guardare i miei figli dormire. Sono momenti in cui ti senti un pò artista, un pò prescelta, bravissima e perfetta. In queste sere, la Princi ha trasferito il suo pigiamino a pois sotto il cuscino del mio Sposo, ed è lei la sostituta ufficiale. Mi piace che sia lì. Mi piace sentire il suo profumo della sera, un misto di sapone e dentifricio, mi piace che salti sul letto già assonnata, Però Parliamo, Vero Mamma? e si copra fin sulle orecchie e si rannicchi strofinandosi, e chiamando il gatto, salvo poi addormentarsi di stecca, così, bam! alle mie parole sussurrate risponde solo a mugolii e poi, silenzio. La sento respirare dolce, e poi profondo, e guardandola, penso a lei, alla sua giornata di scuola appena iniziata, alle amiche, lo zaino e la gomma da cancellare, le sue paure, la sua tazza di latte, e le sue prove davanti allo specchio. Vorrei vedere i suoi sogni, di gnomi, elfi e folletti, lustrini e paillettes. Attraverso i suoi occhi chiusi, le ciglia appena un pò più bionde sulle punte, vorrei dormire il suo sonno, tenermela vicino e guardarla e guardarla, e vedere le cose che vede, sognare i sogni suoi, dormire col suo sonno di nuvole e neve e di questo respiro, così regolare e profondo, che sa di beatitudine infinita, Sono al Sicuro, Il Mio Mondo è Questo Qua. Niente dà più pace e niente è così difficile da descrivere, di un bimbo che ti dorme accanto. E tu dormi, bambina felice, dormi. Domattina sul cuscino accanto a te, un lustrino, una paillettes, la piccola impronta di uno gnomo burlone.

12 settembre, 2007

Jarabe De Palo - Mi piace come sei

L'inca@@atura.



A mille. Di quelle che così te ne vengono una ogni 2 anni, forse. Devastante, assoluta, sconvolgente. Piena di imprecazioni e vaffan, che non è più l'8 settembre e nemmeno Grillo mi sta tanto simpatico. Che ti fa bruciare gli occhi, stringere i denti, furente. E lucidare la cucina come fossero i gioielli della Corona, che ti fa scaraventare fuori il gatto, ecco, vai fuori, mi hai rotto anche tu. Quando è così, niente e nessuno te la farà passare prima di un paio di giorni, pensi, e anche se arriva la Princi e ti fa una carezzina e un sorriso pieno di zucchero, è solo per un attimo, e poi, la stizza riaffiora, come i palloni da calcio nel mare e ti ci siedi sopra ma loro no, schizzano fuori dall'acqua. E così, mescoli il budino alla menta come i muratori del tuo Amico quando preparano il cemento, e sbatti e sbatti che in un attimo è pronto, ma quale frusta, ma quale Kitchen Aid, basti tu. Inviperita, imbestialita, che non è irritata o alterata, men che meno arrabbiata o contrariata. Inca @@ata, ecco. Altro nome non c'è.

11 settembre, 2007

Un tuffo.

E nemmeno dove l'acqua è più blu, niente di piùùùùùùù. Il tuffo c'è stato, eccome, direttamente dalla sabbia bianca alla Coccoina, dal mare d'inchiostro all'inchiostro per la stilografica della Princi. Si riede, signora mia carissima, alle cose terrene, passando dritti dritti dalla fantasia del pareo a quella delle copertine dei quaderni, dalla stuoia al dizionario. E' tutto un fiorire di ri. Si ri-prende il tacabanda, si ri-comincia a svegliarsi all'alba o quasi, dovendosi ri-abituare al bit bit della sveglia, si ri-prende a stazionare, nei secoli dei secoli e volesse il Cielo per l'ultimo anno, davanti alla scuola. Ed è qui che si ri-trovano le donne di sempre, amiche e non già, abbronzate e palliducce, ingrassate e dimagrite, simpatiche e Che Dio Me Ne Liberi, è qui che si sfoggiano le mises più eleganti per il rito mondanissimo del primo giorno di scuola. E' qui che si indossa l'ultima Christian Louboutin tacco 15, qui che si fa sfoggio della collezione autunno inverno Prada Sport, esattamente qui che la messimpiega deve per forza di cose essere superimpeccabile, senza un capello fuori posto, a costo di avere l'ultimo bigodino occultato sotto il sedile dell'automobile. Che diranno di me, allora, presentata in jeans e camiciola, capello lungo e un pò arrostito da vento e sole, ma col suo bel perchè, ça va sans dire, munita di sacchettone per la Princi stracolmo di Rotoloni Regina per la Scorta Armadietto, sonnolenta perchè il Nuovo Liceale ha avuto la bizzarra idea di trovarsi alle ore 7,30 con i nuovi compagni. Ma insomma, non ci si ha da lamentà. Le sciagure son ben altre, già lo dissi in più d'un'occasione. Così, continuo coi tuffi. E non piangere salame dai capelli verderame. Verderame? Ho detto arrostiti.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...