12 settembre, 2008

Riassunto.




Si aggiunga, uno scenario da Rivoluzione Francese Dopo la Battaglia, cose e cose un pò dovunque, solari a metà, teli da spiaggia dimenticati negli zaini e perciò calcificati con stalattiti e stalagmiti che nemmeno alle grotte di Toirano, quaderni a quadretti, copertine, libri usati e libri nuovissimi, patenti da ciclomotore, un'automobilina nuova fiammante per il Giurisprudente, iscrizioni a piscine, una laurea in arrivo, carte d'identità scadute, appuntamenti, ladri di passaggio e perchè no, anche un bel temporale. Sì, non c'è male, grazie.

09 settembre, 2008

Vengo dal mare.

Vengo dal mare. E porto con me sete e broccati, tappeti pregiati e spezie e ortaggi misteriosi e sconosciuti. Vengo dal mare. Ho navigato fra le stelle e le onde e il buio, ho giocato ad indovinare la traiettoria perfetta delle stelle cadenti, e a loro ho affidato il desiderio più grande e segreto che ho. Vengo dal mare. Ho negli occhi la luce del sole che và giù. a sparire chissà dove, e quella improvvisa e dolcissima, da un'altra parte, una fetta di mandarino e poi di arancia e via via, sempre più sù, e poi tondo, superbo, maestoso, proprio là, in quel cielo d'ametista e corallo, nell'ineluttabile succedersi delle albe e dei tramonti, che solo sul mare hanno il loro senso più assoluto. Vengo dal mare. Ho piccole ciotole d'argento, per raccogliere le lacrime invisibili di chi domani piangerà con me, con me che non saprò che cosa dire se non che sono qui, ad ascoltare e a dire nulla. Ho piccoli sacchetti di lino grezzo, per conservare la speranza di una madre, piccole scatole d'avorio per i miei pensieri, i miei abbracci, le confidenze e i sorrisi e le risate del rientro, i progetti, i racconti. Felice di essere a casa. Di essere qui. E di sapere ancora un pò di vento e di sale, di avere ancora davanti quel buffo delfino che giocava con noi e di sentirmi così, frastornata e serena, ubriaca e ciondolante, una donna felice che viene dal mare.

05 settembre, 2008

Tornando a casa.



Pochissima connessione, pochissima linea del telefono, mare e mare e sole e sole e poi ancora mare e poi ancora sole. E paesini arroccati, spiagge bianchissime, rocce, fortezze, cittadelle, mura, mercatini e je vous emprie e pas du tout. Così, si riede. A centellinare ancora un pochino questa lunga estate che finirà tra brevissimo, i pensieri di casa si intrecciano con quelli di qui, si prepara, si progetta, si parla e si parla in queste sere di famiglia ristretta, si fanno congetture e programmi, si gioca, si sogna. Sogno Di Una Settimana Di Fine Estate. Qualcosa mi ricorda, ma come titolo, non c'è male.

30 agosto, 2008

Là sarò.

E mica a gironzolare fra gli stand come gli anni scorsi, a guardare i ricami, le perline, ad incantarmi davanti a quella signora che insegnava il chiacchierino, come la mia mamma mi ci faceva i collettini per la scuola. o meglio sì, magari gironzolerò anche, tra un diritto e un rovescio. Ebbene sì, il Knit Cafè di Manualmente 2008, care le mie belle signore troppo avanti, che avete passato l'estate a impratichirvi con lane e cotoni, che sapete tutto o quasi della lana Noro, che i ferri circolari per voi non hanno alcun mistero eccetera, ecco, il Knit Cafè di Manualmente, è No-stro!!!!Nostro di chi? Ma di Knitaly, per cominciare, e di Arte-à-Porter, per finire. E mio, e che ve lo dico a fare! Allora, nessunissimo impegno per quei tre giorni.

Manualmente
Lingotto Fiere Torino
dal 25 al 28 settembre


Presentissime, nei secoli fedeli, tutte le amiche degli incontri di Alessandria, forse anche le milanesi e da qualunque parte del globo terracqueo ci vorranno colà raggiungere e incontrare. Il programma è più che degno. Oltre al solito Knit Cafè di chiacchiere e di compagnia, qualche lezione, di scialli e di ponchi a cura di Ferrida Olivieri, alla quale sono già iscritta, lì, proprio nel primo banco, insieme, lo so già, alle mie Amiche, di Perle, Provette e Pastiere, e pure Biancaneve, mi sa che sarà dei nostri. Presentazione da red carpet Cuore di Maglia. E poi lezioni di maglia e uncinetto per principianti, anche per bambini, perchè no, come fare un cuoricino, per esempio, e poi ancora, per le prime della classe, le cose più complicate e macchinose, naturalmente a cura dell'Ing. Knitaly. E poi scambi di opinioni, di indirizzi segretissimi dove trovare la lana più bella, i ferri più colorati e trendy, le borse da lavoro le più fantasiose e uniche. Sù, sù, non fate le timide. Prendetevi un giorno intero, un pomeriggio, qualche ora soltanto e recatevi senza indugio, cercate il nostro stand, è voilà, il gioco è fatto. Segnare in agenda, però, e con la penna rossa. Appuntamenti di questo genere è un peccato mortale lasciarli scappare!

29 agosto, 2008

La lunga estate.


Come tutte le estati. Malinconica e lenta, un pò decadente, quest'aria di fine di qualcosa, ma che cosa poi, si mette via, si lava tutto, si piega per bene, si fa così. Si impilano le pentole, con quell'ordine perfetto che si fa soltanto quando si sa che non si useranno per un bel pò. Si piegano lenzuola pulite, parei, asciugamani, si lavano fodere di divani, strofinacci da cucina, ogni cosa. E le valigie, che prendono forma via via, giorno per giorno, questo qui lo porto a casa pulito, già, dove mai ti servirà un costumino tutto brilli se non qui? Si lasciano negli armadi solo le cose prettamente marine, gonnine minuscole, camiciole impalpabili, caftani a piccolissimi coralli. Anche la vita di mare subisce, aiutami a dire, una specie di involuzione. Tanto per cominciare il mare si vede dalla spiaggia e non viceversa. E poi, che orari dilatati, che indolenza sottile, che femminile pigrizia, che assoluta tranquillità. Si fa tesoro di questi ultimi ritagli di estate, e si prepara uno scrigno immaginario dove conservare ogni cosa: sassolini, piccole conchiglie, legnetti. E i passi sulla sabbia, da imprimere per bene in testa, quando si camminerà fra pozzanghere e nebbiolina. E il calore del sole, da immaginare ad occhi chiusi al primo brivido dell'inverno che arriverà, ossì che arriverà. E stringendoci addosso quel cappottino smilzo tanto cool sorrideremo di nascosto, alzando un pò il bavero, magari, a ricordare il profumo di cocco, la granita all'amarena, quel pareo coi pesci, e quella volta che. Un'altra stagione e un'altro capitolo, tutta da scrivere, tutto da inventare, crucci e gioie, magoni e risate. L'inverno? E che sarà mai.

27 agosto, 2008

Deserta.


E silenziosa. Senza nessuno. Senza neppure il gatto. Senza nessun rumore, fruscio, urlo, risata, parolaccia, canzone. Solo la PrinciFigliaUnicadiMammaSingle e la scrivente. Partiti tutti, riederà qualcuno tra qualche giorno per l'ultima settimana di questa non facile estate. Il Liceale Riparatore non troppo convinto delle sua preparazione, arriverà al suo banco biondino e abbronzato. Gli altri verso le loro vite cittadine, una laurea in autunno, una matricola, la patente, le cose normali. Noi due, qui, ci organizzeremo. Abbiamo a noleggio una Fiat 500 Giallo Sole, possiamo andare su è giù per la costa come e quanto ci aggrada, rosolarci al sole, mangiare anguria al chiosco della spiaggia, dormire o non dormire, leggere o chiacchierare. Far finta di nulla, insomma. Dacchè la chiassosa sarabanda di fratellipapàamicifidanzategatto ha lasciato l'Isola ci sentiamo un pò sole. E sono passate solo poche ore. Certo, non si sta male. E' tutto così in ordine, così perfetto, lindo e pulito: certo, c'è ancora qualche calzino spaiato, qualche Gazzetta dello Sport abbandonata al suo mesto destino, un costume con le farfalle che non ha trovato il suo legittimo proprietario. La Princi ed io, qui siam: possiamo metterci smalti ad ogni ora del giorno, soffiando un pò sulle dita per farlo asciugare più in fretta, farci le trecce, gli impacchi di balsamo per tutta la notte, insomma, siamo un pò più libere. Però. A questo libero silenzio, a questo libero ordine, a questa libera casa sovradimensionata per noi due soltanto, beh, più che libera preferirei essere ancora prigioniera.

24 agosto, 2008

L'incazzatura.

Del tutto inutile fare finta di niente. Arriva, eccome se arriva. Mi arrabbio poco, di solito, lo trovo tempo perso, e in genere le mie arrabbiature durano quei cinque minuti e via, già passate. Questa no. Lenta e inesorabile, o improvvisa e accecante non saprei dire. So che la sono, e molto. L'incazzatura di genere A è quella che ti fa sbattere le cose e urlare come posseduta dal demonio, di breve durata. L'incazzatura di genere B è quella sordida, che ti fa stare silenziosa e stizzita, una specie di professoressa di matematica acida, zitella e con le calze riposanti, immobile ma pronta a una deflagrazione. Basta un nonnulla, un fruscio, una parola detta storta appena appena ed ecco che esplode in tutta la sua devastante potenza, travolgendo qualsiasi cosa si venga malauguratamente a trovare sul mio cammino. Può durare anche un giorno intero. Vedrò di farmela passare. Saltellerò qua e là per il web alla ricerca di qualcosa che non so, le ultime sfilate, magari, un bel libro su Amazon, un pò di gossip vacanziero, una ricetta orientale, lo schema di qualche sciarpa da knittare nel freddo inverno che sarà. Incazzata sì, ma dalle mille risorse. E che ve lo dico a fare.

21 agosto, 2008

Riflessi.


Di solito, mi piace questo periodo dell'anno. E' ancora estate piena, certamente, ma si annusa qui e là, spruzzata a caso da un flacone invisibile, un'aria strana di fine di qualcosa. Non amo i cambiamenti, mai, ma quello che accade alla fine di agosto suppergiù è l'unico che mi piaccia un pochino. C'è un pò della vita che sarà, tra qualche tempo, le mie non è che si possan dire vacanze, piuttosto che sposto la mia vita e i miei affetti e le mie più piccole cose da un'altra parte, per un pò. Vivo qui, insomma, in una girandola di figli e amici e chiasso e silenzi, e qualche lacrima quest'anno, di quei magoni improvvisi che ti cadono addosso come sassolini, pensieri, tristezze sconfinate, malinconie feroci, che stridono con il sole che c'è qui e l'azzurro che c'è qui e la vita che c'è qui. Semplice, in fondo, senza troppi orpelli e fronzoli ed inutili corbellerie. Una cosa naturale. Settembre è capodanno, i quaderni nuovi, i cappotti nelle vetrine, il chiudere l'estate in una scatola da riaprire dopo mesi. Rifletto e penso. Organizzo e penso. Programmo e penso. E i miei pensieri confusi sono sassi in fondo a un mare trasparente, sono conchiglie troppo profonde, stelle cadenti, schiuma e sabbia, erba seccata e scogli che graffiano, alghe che scivolano e nessun rumore, e rovine e abbandono e quella luna vanesia che fa la scema col mare, riflessa, anche lei, in un nero lucido di onde minuscole, appena appena, che non si vedono quasi.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...