19 gennaio, 2009

Dentro l'ostrica.

Ci si trova dentro all'ostrica all'improvviso. Appena lasciati gli ultimi palazzi della città e imboccato il ponte. Dove siamo, mi chiedo. La strada che si compie ogni giorno quattrovolte almeno, e sù e giù, ad un tratto sparisce e si viene ighiottiti da una specie di enorme, inimmaginabile ostrica gigante. Il fiume è scomparso, eppure era lì anche stamattina, com'era quella storia delle anatre, che andavano al fiume a nuotare e poi una notte il fiume è gelato e loro sono volate via, portando il fiume con sè, e adesso quel fiume è da qualche parte in Arkansas. Insomma, non c'è. Al suo posto, una strana caligine grigiastra, non bella soffice come la nebbia, di un colore di seppia, indefinito, biancogrigio, grigiobianco, chi lo sa. Color ostrica, ecco, mi sembra calzante. Ci si infila in quel tunnel di sfumature, non si vede un bel nulla, e la strada la fai perchè la sai a memoria. Dentro l'ostrica si cammina, non si guardano neppure le vetrine, anche i rumori arrivano come da lontano, e in macchina è pure peggio, ci si sente atronauti, marziani improvvisati, extraterrestri di un mondo conosciuto. Non bella a vedersi, non bella a viversi,dentro l'ostrica si sta come rattrappiti, prigionieri, relegati: il grigio che c'è qui è pesante e difficile, e devi andare in fretta a casa, rintanarti al caldo delle cose tue, chiudere la neve sporca e la nebbia e le pozzanghere fuori dalla porta a doppia mandata e farti un thè al mandarino per scaldarti un pò, e non darla vinta allo sporco e all'opaco, al nero e alla fuliggine, e mai sia che intacchi il lucido perfetto di un cuore semplice che sogna.

18 gennaio, 2009

Sunday dishcloths.

L'avevo detto, mi è presa secca. Sono così colorati, così nuovi, così belli, così strani, così veloci da fare, così assolutamente innovativi, così particolari, così morbidi, così, così, così, che è una vera delizia farli. Anche perchè, della tonnellata che avevo fatto le scorse settimane non me ne è rimasto nemmeno uno. E regàlane uno a questo, e andiamo a cena e ne porto uno a Palazzo, e che bello, ne voglio uno anche io, e io allora? e anche io, insomma, questi due sono miei, anzi, stasera li uso pure, così nessuno avrà il coraggio di chiedermeli in dono. Prossimamente, il disegno di stella e di farfalla e di mela, quest'ultimo già con successo sperimentato dalla mia Amica delle Perle. E, ancor più prossimamente, la faccia di Obama. Finalmente, dopo tanto knittare, anche io possiedo i miei due bravi dishcloth. Ma ben so che ho amiche così sfacciate, ma così sfacciate, che avranno anche il coraggio di chiedermi questi due, sebbene usati, sebbene bagnati, sebbene consunti. Fedifraghe. Fotografe. Sciagurate. Non vi conoscessi.

Pigra domenica.

Già l'immagine la dice lunga. Nessun rumore, da tempo ormai, lassù nella casa in collina. Che si è fatto tardi, la notte scorsa, che non si ha voglia di uscire al freddo e al gelo, anche se nessuno è ancora uscito di qua, si guarda fuori e si pensa "farà un freddo..." ma nessuno che vuole saperlo conn precisione. Silente è tutto qui intorno, i figlioli dormono, i più grandi rientrati alla casa paterna che era giorno fatto o giù di lì, gli altri svegli, che svegli è una parola grossa, leggono, si rinfilano sotto le coperte, che grande lusso è svegliarsi e poi tornare a dormire, che grande, grandissima ricchezza poter dire Dormo Fin Quando Mi Pare, sto in pigiama fino a domani, che m'importerà mai. La scrivente ancora non ha la poesia necessaria di pensare al pranzo domenicale, dacchè il desco è ancora ingombro di tazze e biscotti e di quella torta straordinaria che ha fatto ieri la felicità del suo Sposo Amatissimo. Si dipana così, una domenica d'inverno, coperte a mucchio sui divani, che cosa fai, colazione o pranzo, oggi mi guardo un bel film, si sente da sopra un friccicolio di doccia, significa allora che qualcuno si è svegliato.

14 gennaio, 2009

Fatti a cuore?

Non me lo dovevano fare. Pure fatti a cuore. Adoro questa forma, e proprio oggi, gironzolando peril sito di Susan B. Anderson, li ho trovati. Questi dishcloths, che tolgono il sonno a parecchie delle mie Amiche, sono a mio parere,meravigliosi. Perciò, a parte la seratona che m'attende questa sera, ossì, esco, signora mia, e non faccia la sua faccia da vongola curiosa, esco con la mia bambina e raggiungiamo in calesse nientemeno che Milano, essì, Mi-la-no! ben dicevo, a parte questa sera, che sarò impegnata in altre vicende, da domani sera mi ci dedico con grande enfasi. Devo altresì aggiungere che le mie ricerche del cotone più adatto si sono così concluse: se proprio non si può o non si vuole acquistare dal sito, il famigerato Peaches & Creme Kitchen Cotton lo si può agevolente sostituire con un altro tipo di cotone italianissimo, della Filatura di Crosa, per esempio, a nome Porto Cervo, spesso il giusto e di ottima resa, lavorato, lo ben si badi, con il ferro n.5. Più stretto è il lavoro, maggiore sarà la magnificenza di tale orpello. E adesso, mi scusi tanto sa, ma devo prepararmi per la serata, nessun aperitivo ai Navigli, nessuna cena da Nobu, nessunissimo after hour. Io mi becco il Musical. Per la PrincidelleNuvole, ma cosa non si fa.

13 gennaio, 2009

Ode al Mikado.

Me lo hanno fatto scoprire i miei figli. O meglio, riscoprire. Ci sono da tempo immemore, è vero, cambiano la scatola ogni tanto ma il concetto rimane sempre lo stesso: piccolo peccato, grande soddisfazione, così dice il saggio. Loro ne fanno un uso scellerato, io ne compro a tonnellate, com'è ovvio che sia. E' per loro la merenda del mattino, a scuola, non tanto per questioni di calorie e di golosità, piuttosto perchè, con la loro scatola snella, riescono anche ad essere lanciati dalla finestra, nelle gelide mattine di gennaio, qualora si fossero dimenticati di prenderla, eppure gliel'avevo messa lì sul tavolo, e baci e baci, sono usciti belli e imbambolati e l'hanno lasciata qui, e dire che hanno il tema alle prime due ore, che farà il Liceale, riuscirà ad inanellare la sequenza soggetto-predicato-complemento, o si addormenterà di stecco sul foglio? I Mikado hanno la leadership per ciò che concerne il settore Peccati Veniali. Se ne possono assaggiare due, quattro o sei, sempre in numero pari, chè mai sia che si gusta un Mikado solingo e attonito, che allora sì che si sconfina nel settore Peccato Mortale e direi che, coi tempi che corrono, proprio non è il caso. Si addenta con delicatezza, sorreggendone la fine con l'indice, piccoli morsi di purissimo fondente, che appena appena si sente il sottofondo il crickk crikk del bastoncino di biscotto, esile ed elegante nella sua indispensabile funzione di rimandare alla memoria il primitivo gusto di pane e cioccolata. Con un quindicesimo delle calorie, però. Grandissimi protagonisti del caffè in cucina al pomeriggio, due soltanto, da usare come cucchiaino per al massimo due giri, appena appena, per dare il tempo di sciogliersi un'impercettibile quantità di cioccolato. Qualcuno narra di aver veduto baffi di cioccolata fusa ai bordi della tazza: SACRILEGIO! Essi si leveranno con disinvoltura, con abile e furtiva mossa, da lingua di formichiere, per intenderci, che una signora non sta mica bene, lì, a ripulire con la lingua il bordo della tazza, anche se tutto ciò si compie nella tranquillità della sua umile magione. I Mikado, dalla scatola, ammiccano e comprendono. Soddisfano l'improvvisa voglia di cioccolata senza far danni, che già se ne sono compiuti più d'uno nelle ultime festività, ottemperano al desiderio di trasgressione innocentissima, con il benestare di Chiappe & Affini. Così dice il saggio.

12 gennaio, 2009

La neve colorata.

E' un disegno lieve. Di quelli che i bambini fanno quando un pò si annoiano, eppure era un compito delle vacanze, disegna il Natale, la neve, l'inverno. Non è mica tanto facile. Io avrei fatto un albero verde, un pino gigante, senza disegnarlo prima, solo col pastello, così. E sotto, tanti pacchetti coi nastri d'oro, un orsacchiotto seduto di sghimbescio, col fiocco al collo, forse un monopattino. Lei, no. Lei ha disegnato la neve. Lei ha fatto una stella grande al centro. Una stella di ghiaccio, sembra, e bianca e un pò azzurrina, perfetta nella sua imprecisione, mai vista una stella con 8 punte, esiste solo per Lei. E poi fiocchi, tanti, fiocchi e stelline vere, di quelle che fai senza mai togliere la matita dal foglio, gliel'ho insegnato io, era piccolissima, un pomeriggio di pioggia, mentre i suoi fratelli alle elementari facevano i compiti e così anche Lei. Com'è il tuo mondo, bambina di zucchero, dove si mescolano senza ordine Piccole Donne e Msn, l'astuccio all'uncinetto e la ricerca su Wikipedia, mica con l'enciclopedia a volumi grossi, da prendere con la sedia sullo scaffale più alto del salone, da sfogliare con religiosa attenziosa, che guai a rovinarla. Come sono i tuoi pensieri, che ieri sera piangevi un pochino sul divano, Non So Perchè Mamma, e io lì a cercare le parole giuste, succede, bambina, che da bambina diventi grande, ogni giorno un pezzettino, ogni giorno un pò di più. Io non so che cose vedono i tuoi occhi di bosco e di lago, ma so le cose che ti racconto, le canzoni che ti insegno e le poesie, so quello che vorrei per te e che è così inutile, perchè sarai tu che sceglierai, ogni volta. Io non so che cosa senti in questi giorni di cammino verso un mondo più grande e complicato, ma forse, si capisce dai disegni e da quello che ci scrivi accanto, vicino alla firma : Nel mio mondo cade neve colorata. Adesso, io so, bambina.

10 gennaio, 2009

Ma cos'è questo Feisbuc.


Opinioni contrastanti a riguardo. Proprio ieri a disquisirne, lassù, nella Casa in Canavese, dagli amiciamici, quelli dei secoli, dove anche la sabbietta del gatto sarebbe di design, qualora possedessero un gatto, dove si chiacchiera fino a tardi e non si vorrebbe mai venire via, dove si parla di immane sciocchezze e delle cose più intime, così, mescolati con noncuranza. In realtà ieri, la figliolanza mia al completo, che è già un bel contare, la figliolanza loro al completo, laddove per figliolanza si intenda pure la Promessa al Principe della Tuta, si aveva più l'aria di un pub, o di una mensa scolastica, o di un collegio, una colonia, una roba così. Il Giurisprudente senza la sua Biondina LisciaLiscia, che i boccoli ahimè, se li piastra che è un piacere, il Liceale con ancora il dubbio che Donna Prassede sia una rockstar, la Princi felice e beata com'è nel suo stile di fanciulla d'oro e d'argento. Un bel quadretto. Pure di Fb si parlò. Troppo grandi per entrarvici? Ci si entra per il solo scopo del rimorchio ad oltranza? Alla ricerca di vecchi fidanzati, amanti perduti, figliole sedotte e abbandonate? Mannò, signori miei, mannò,e quanta malizia! Noi, che abbiamo intorno ai 40, ci si entra perchè si è curiosi, ci divertiamo con poco, sa? Cerchiamo i vecchi compagni di scuola, gli amici del mare mai dimenticati, ci siamo per non perdere di vista gli amici di adesso, perchè è un pò come scendere al bar e vedere chi c'è, e dire che fai, ci vediamo, stai bene, una pizza sabato, ti va? Beh, certo, ci si potrebbe chiamare al telefono, ma si và avanti, signora mia, il mondo và avanti, è solo lei che resta indietro, che ancora chiama la Telecom Stipel, che ancora suona i citofoni e chiede "C'è Maria?", che ancora và alla posta col bollettino e i contanti e già si agita sul numerino da prendere per la fila, che per lei taggare vuol dire mescolare piano la polenta! Essù, si iscriva anche lei! Noi, intanto, ci siamo. E ci divertiamo, aspetta che cerco questo, e quell'altro, vediamo se c'è. Non vuol dire nulla, non ha nessun significato, senza sforzarsi a cercarne uno nascosto che non c'è, roba da ragazzini, ma chi se ne importa, in fondo, che male c'è. However, in questo sabato mattina tutto chiacchiere e distintivo, appena aggiunta a Fb la Vicina del 12, mi appresto con solerzia a metter sù un pane e pensare un pò alla giornata che mi attende. Però, a pensarci bene, quel mio fidanzato parigino mica l'ho trovato. I'm only jokin', Ing.!

08 gennaio, 2009

Il vespaio.

Ossì, stavolta l'ho proprio combinata grossa, mi sa. E' bastato un nonnulla per stuzzicare con grazia invisibile le curiosità più nascoste, il brusio più sommesso, ma cosa saranno mai, ma che belli, ma come, ma dove, ma con che cosa. Orbene, a qualcuna di voi ho risposto in privato, a qualcun'altra direttamente nei commenti (ebbene sì, col 2009 qualche commento ai commenti lo farò anche io, promesso). Insomma, questi dishcloths hanno spopolato. In realtà hanno catturato anche me, sono così belli nella loro semplicità e così nuovinuovissmi da proporre e da regalare e da mettere in bella mostra sul ripiano della cucina, o del bagno, appenderli o lasciarli in giro con noncuranza, ben sapendo di fare breccia nei cuori di chi, si sa, ben sensibile è a queste cose. Bene. Ciò detto, è davvero tutto quello che so a riguardo. Domani, scenderò a valle col calesse e raccoglierò informazioni sul cotone più adatto ad usarsi. Dopodichè, renderò edotto il mondo intero su quanto ho scoperto e farò un dettagliatissimo rapporto qui, sulle Fragole. E vista la mia misericordia e la mia assoluta benevolenza al popolo del web, segnalo con grande giubilo un sito dove si potrà imparare a confezionare un dishcloths di base, semplicissimo, in poco meno di un'ora. Trovate soltanto del cotone piuttosto spesso, del colore che più vi piace, o che più piace alla vostra amica: da lasciare di stucco, nel regalarglielo. Troppo avanti.. La Maga dei Dishcloths qui si trova a disposizione per ogni eventualità, felice di aver trovato una cosa che piace davvero a tantissime, felice di questo inizio d'anno e di questo brusio. Mai vespaio fu più gradito.

06 gennaio, 2009

Millenovecentosettantasette



Miracoli di Facebook.

Chissà.

Se fuori ancora nevica. Alzi la mano chi vorrebbe che queste feste ancora continuassero, no, mi pare che basti, di questi obblighi di giorni, di finti sereni, di tavolate e di inviti e di cose e piatti e briciole e lustrini e brillantini e trucco pesante e glitter e compro anche questo che tanto è Natale. Fine. Chissà con quale voglia nelle case quest'oggi si sono staccate ad una ad una le palle dall'albero e i festoni alle finestre e le calze al camino e buttato finalmente il centrotavola avvizzito e le candele sparse un pò dovunque e i biglietti di auguri, i cuscini ricamati a merrychristmas e renne. Si ritira tutto, si avvolge con garbo, prenderanno il loro posto dove vivono per i restanti 11 mesi dell'anno, l'armadio in fondo al garage, si riprenderanno il prossimo ottodicembre, e fino ad allora nessuno saprà della loro esistenza e nessuno parlerà più di loro. Chissà. Con quale marcia si inizia questo nuovo anno che c'è, domani la scuola e le cose, la vita che ho riprende forma nei giorni di sempre, il suo ritmo acceso, il suo fascino, la sua elettricità. Chissà. Con quale anima inizierò, con quali sorrisi, con quali propositi, di correre qualche volta, di leggere, di riordinare lo studiolo, di risolvere questioni e fronteggiarne altre che soluzioni non ne hanno, pensa un pò. E chissà, se tutto sarà così, se resterà tutto così intatto e lucido com'è ora che non cambierei neppure una virgola, o forse sì, qualcosa appena appena, ma chissà e chissà, e dove devo firmare perchè questo anno sia come quello che è appena passato e chissà se si capisce per bene quello che ho da dire, e come e quanto, domani è un giorno nuovo di un anno nuovo , un'agenda nuova e una vita uguale, tanti giorni in fila da inventare come vuoi, chissà però, intanto sposta piano la tenda e fammi un pò vedere, chissà se ancora nevica.

04 gennaio, 2009

Wash? Dish?

Sono entrata nel tunnel. O meglio, mi sono concessa il lusso di entrarci, in questi ultimi giorni di quiete. Ho scoperto i dishcloths. E anche i washcloths. Volgarmente chiamate spugne, delle quali fanno guisa, siano esse per i piatti o per se stessi medesimi, sotto la doccia, per insaponarvisi per bene alla bisogna. Sono quadrati di cotone fatti a mano, coi disegnini più disparati, cuori, babbinatali, fiocchidineve, cuoricini, stelleestrisce, tazzine fumanti, e quel che la fantasia, anche la più scellerata, suggerisce. Sono fatte di un cotone speciale, e perciò specialmente per me acquistato in quel di Philadelphia dalla mia amica Clarissa In Fuga, che mi ha così innocentemente traviato e ha schiuso per me un mondo che credevo non potesse altresì esistere. Si fanno in un'oretta scarsa, se ne possono ragalare in quantità industriale, in nuance di colore o in coscienza di argomento, che so, con la scritta 2009, con l'iniziale della destinataria e anche de destinatario, perchè no. Sono morbidissimi, è il cotone Peaches & Cream la vera discriminante, in gran voga negli States, hanno conquistato il mio povero cuore in questi albori del nuovo anno. Domani, spedizione per trovare un cotone che si confà. E poi, via coi dishcloths, washcloths o come diavolo si vogliono chiamare. Come dice? Lei usa ancora la spugna Vileda del super? Continuiamo così. Facciamoci del male.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...