16 settembre, 2009

Ossì.

Fatevi un nodo da qualche parte, segnatelo sul Blackberry, un post it, dietro alla lista della spesa, appiccicatevelo allo specchio. Domani, stesso posto, stessa ora, come si può agevolmente leggere nel calendario a fianco appositamente stilato, per vostra comodità. Domani ci si trova, si racconterà, si mostrerà, si imparerà, si insegnerà, si scambierà, si chiacchiererà. Di trecce e questioni spinose, di aumenti e faccende torbide, di magic loop e affari importanti, di cose disfatte di punti sbagliati, di misure prese male. E' incredibile come la maglia abbia affinità con la vita di sempre. Noi là saremo, al solito. Cuore di Maglia cresce e cresce. E il nostro gruppo magico, quasi come il loop, cresce insieme a lui.

15 settembre, 2009

Non passa.

Ha un esame domani. Ha studiato poco e lo sa. Me lo dice, anche. Ma non è solo questo. E' triste, da due giorni in qua, inconcludente, insofferente, silenzioso. Non è da lui. Non chiedo, giro intorno, faccio tentativi. Abbiamo aggiunto una coperta al suo letto, mi ha aiutato. Si è fermato di scatto e mi ha abbracciato forte, quasi mi fa male, con quelle braccia robuste che ho fatto proprio io. Mi abbraccia così solo quando piange. E infatti. Non chiedo. Non chiedo ma so. Io Non so Come Fare, Mamma, Ho Dei Pensieri Assurdi. E io so. So di che pensieri si tratta, che fa questo mio figlio, so di che burrasca tremenda è pieno il suo cuore, a volte meno, a volte di più. Oggi, di più. So di quel suo dolore, so di quelle lacrime ricacciate giù tante volte, o lasciate scendere quando nessuno vede, quando sono tra loro, tra amici, alle panchine. So che ne parlano tanto, ancora e sempre. Piange. Piange le sue lacrime di diamante che non vorrei vedere mai, che strazio per una madre un figlio che piange, soprattutto se da dire non c'è nulla, proprio nulla. Provo, azzardo un discorso strampalato, il senso della vita , il ricordo in chi resta, e l'amore, l'amore che è l'unica strada, l'amore che consola e scaldae accarezza e fa sentire più forti anche quando senti di non farcela più. Mi arrabatto, cerco di uscirne, in qualche modo, ma com'è difficile, e faticoso, sento le parole pesanti e senza senso. Si asciuga goffo gli occhi con la manica, lo fa sempre, e in questo gesto ritrovo il mio bambino a tre anni, eccolo qua. Come sarebbe semplice se ancora avessi tre anni, figlio, come sarebbe liscio e senza ostacoli il mio consolarti, il mio soffiare sul ginocchio, il mio fazzoletto bagnato sulla testa, il mio massaggio alla pancia. Passerebbe subito. Così no. Io non sono brava a consolare e non trovo le parole giuste, mai. Questo, poi, è un nodo tanto grande e impossibile da disfare, che nessuno al mondo sa darti la strada, la soluzione, un fazzoletto bagnato per sollevarti, accudirti e stringerti, e scolorire un pò questo dolore che non passa.

..per le mille volte che l'ho visto.

Rosa d'autunno.

I miei figli direbbero La Mamma Si è Presa Bene. Nel senso che mi sono perfettamente calata nella parte della casalinga a tempo perso, nient'affatto disperata, efficiente, bravissima, che insiste sulla macchia, che arriva presto e và via presto e di solito vabbè, che stira cantando, che si è innamorata del Folletto della Vicina, che rammenda, cucina, e fa il bucato. Insomma, provetta Cenerentola del Terzo Millennio. Ma nulla vieta di essere housewife con un pizzico di glamour e un occhio alla ricerca. Al rogo casalinghe sciatte e ciabattanti, se proprio lavare i pavimenti non è il sogno della vostra lucente vita, almeno rendete più gradevole e colorata la questione e fate quel che vi dico. Recatevi tosto al supermercato più vicino, lo adocchierete subito, ce n'era una tale catasta, ieri, di sicuro non rimarrete senza. (Comunicazione di Servizio: invece di assumere promoter che in cambio di 14 sacchetti di biscotti ti regalano sei pastelli a cera, che idea fulgida sarebbe sistemare lì accanto una signorina che spieghi alle donne che fanno la spesa che è meglio per loro se investono 3euroEsessantacinque per questo splendido secchiellino, completo di MocioVileda?). Già, dimenticavo la parte più importante dell'intera vicenda. Una parte dei vostri 3 euro e fischia verrà devoluta a Susan Komen Italia per la lotta ai tumori al seno. Compratelo e regalatelo, è un bel pensiero, trovo. Io già ce l'ho e fa bella mostra di sè sul pavimento della mia cucina. Per adesso ci ho messo le rose e sta un amore. Poi, si vedrà.

P.S. A grande richiesta : io l'ho trovato al Bennet.
P.P.S. Ma quante siete stamattina????

14 settembre, 2009

Quando non dormi.

Lo senti? E' il vento. Un vento rabbioso e fuori posto, che strano un vento così, qui. Fischia e sibila attraverso le persiane chiuse, litiga con gli alberi, maltratta il caprifoglio. Mi ha svegliato un rumore, non so. Forse stavo sognando. Non dormo, non è chiaro perchè, io dormo sempre come un sasso, di quei sonni improvvisi, di quelli che non riesci proprio a tenere gli occhi aperti, e non è che ti giri e ti rigiri, no, tocchi il letto e sei già lì, bell'e stecchita. Così, bighellono per casa, e guardo fuori quella mezzaluna velata, queste nuvole sfilacciate, quasi blu, chissà se pioverà. Non è male non dormire, qualche volta. I pensieri che fai la notte, quasi a mattina, hanno un sapore diverso da quelli del resto della giornata. Dormono tutti, e tu sei lì, sveglissima, come a sorvegliare il loro sonno, come a dire, Dormite Pure, Sono Qua Io. Non si conosce il motivo di questa insonnia inconsueta, così diversa da quelle odiose e agitate, questa mi piace, invece. E, complice questo vento mascalzone, posso fare ciò che voglio: leggere i quotidiani di domattina, che un pò mattina è già adesso, innaffiare l'orchidea nel vaso, un libro, magari. Queste raffiche scomposte mi portano solo pensieri gradevoli, che venga pure il primo giorno di scuola domani, mi troverà organizzata ed efficiente, nonostante sia qui a scrivere, adesso. E che venga pure l'autunno e i suoi rossi e arancioni e le foglie secche, ne raccoglierò qualcuna da tenere fra le pagine dei libri, lo faccio, qualche volta, ho un rametto di bouganville che ancora porta quel fucsia meraviglioso che solo il sole dell'Isola può regalare. Ogni cosa, a guardarla bene, ha un aspetto migliore di come appaia in realtà. Basta trovare le lenti giuste, o solo il momento giusto per guardarla, sia esso un pomeriggio di sole, una domenica mattina, o una notte di vento disordinato e chiacchierone, che dormono tutti, che mi ha svegliato un rumore e che mi piace star qui a scrivere, adesso che è quasi mattina.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...