11 novembre, 2009

Non ho cuore.

Non è che tutte le albe sono uguali, hanno lo stesso colore, e lo stesso fascino, e la stessa magia, O forse, dipende solo dal modo in cui le si guardano, come ogni cosa, del resto. Uno può guardare fuori, la pioggia a scrosci, il vento, le grandine e dire, Chemmeraviglia, mentre poi, un giorno perfetto di brezza e fiorellini ti innervosisce, o ti fa schifo, a piacer vostro. Stamattina l'alba era meravigliosa, rosa e basta, colorata a pastelli, leggerissima, luminosa, regale. Ma è un'alba strana, nella casa in collina. E' un'alba strana per me, che sì, ho visto, era bellissima. Ma che non ho il cuore adatto per guardarla bene, stamattina. E' da un pò che non l'avevo, questo peso sull'anima, questa pugno che stringe e stringe, questo cuscino a soffocarmi, questa paura. E' da un pò. E i motivi sono mille e nessuno, uno sì, nello specifico, ma aspetterò che sia passato per raccontarlo anche a me. E sarebbero giorni così belli e preziosi, giorni di una felicità semplice, di quelle che compri dal droghiere, con le caramelle gommose dentro ai vasi di vetro, la carta oleata, lo spago giallino per avvolgere la torta. Giorni, normali e bellissimi, uguali e diversi, non so come dire, il sole che c'è, le foglie colorate, la nebbia, ogni tanto. I pensieri si affastellano in disordine, non ce n'è uno che si lasci pensare con calma, sono tutti lì, ammucchiati, a sgomitare, per farsi pensare prima, c'ero prima io, no io, e qualcuno si accantona, si scarta, si rimanda indietro, si mette sotto, come le camicie quando stiri, questa la stiro dopo. Poi il mucchio finisce e la camicia ti tocca, così come il pensiero che hai rimandato e rimandato, adesso ce l'hai lì. Sospiro e sospiro, a darmi forza, a cercare coraggio, a battere veloce le mani insieme, una sola volta, come faccio quando sono in difficoltà, piacevole o meno, gradevole o meno. Sù, domani sarà già passato, avrò pensieri morbidi e caldi come un gomitolo di cashmere, e mi si perdonerà se stamattina ho questo peso, se non mi riesce proprio di pensare a cose belle e colorate. A far le cose, le più semplici, ci vuol cuore. E io, stamattina, non ce l'ho.

09 novembre, 2009

Alta gioielleria.

Non è quel che si dice una giornata da incorniciare. Aria strana, nella casa in collina, strano clima atmosferico e non, una specie di sabato, dacchè domani è festa grande del Santissimo Patrono, perciò tutti a casa da scuola. Ho urlato piuttosto, mi sono girate piuttosto, contrariata piuttosto. Succede, mi pare ovvio. Unica nota leggiadra in tutto questo polpettone di guai e vicende e questioni e tritamenti, un giro in città con la Princi, di quei giri veloci e improvvisati, Mi Serve Un Quaderno, e poi si gira e si gira, per vetrine e negozi, così. E per l'appunto così ho pensato di gratificarmi, acquistando in tutta scioltezza un preziosissimo paio di orecchini, molto kitch ma molto chic, la Tour Eiffel, madame, voilà, per lei che c'ha la fissa di Parigi, mi sembra il minimo. Ora sono miei. Costo dell'operazione : 3 euro e novantacinque, direi che è un bello spendere. La Princi guarda e approva, Facciamo Uno Ciascuno? Essia. Sperimento così la terapia dello shopping compulsivo per attutire incazzature e affini. Speriamo funzioni. Una maglia con la Gioconda? La prossima volta.

08 novembre, 2009

Di Noro e castagne.

Ora, la lana Noro è il piano attico. Il top dei top dei top. Il massimo. Cinque stelle Lusso Relais & Chateaux. Una lampada di Ingo Maurer. Un macaron di Ladurée. La Kelly di Hermés. Il piegaciglia di Shu Uemura. Un profumo di Creed. Bene, ho finito. La lana Noro io l'adoro. E anche se certe mie Amiche dicono che lascia i pelucchi (bestioline, è l'angora, no? ma tutto vi devo insegnare?) a me essa, la Noro, fa impazzire nel vero senso. Per quella sua morbidezza cosmica, per quei suoi colori polverosi, degradanti, avvolgenti, meravigliosi. Oggi, domenica di sciallo totale, tutto dedicato alle attività che ciascheduno più gradisce in assoluto, ho messo sù in cinque e tre otto Marianna una sciarpa preziosissima con due trecciolone di questa ambrosia di lana, la Kochoran, per intenderci meglio, un sapientissimo mix di lana purissima, angora e seta. Il modello di Ravelry, due ferri che sono armi improprie, tra una mezz'ora sarà pronta. Giusto in tempo per le castagne. Che c'azzecca la Noro con le castagne? Un bel niente, ma la castagna và come il pane, lo sanno tutti. E costa molto, molto meno della Noro. Ragionamento complicato, ma in una domenica di pioggia vale tutto. Al resto, ci si pensa poi.

Per Eloise.

I bambini li porta il Cielo. Scendono piano dalle nuvole, galleggiano e si posano leggeri nelle case, nei lettini di pizzo, nelle capanne di fango e paglia, su strade di sassi e ghiaia. I bambini li porta il Mare. Li accarezzano le onde, li cullano appena e li adagiano lì, tra la schiuma e le stelle marine, i pesci e le conchiglie. I bambini li porta il Vento. Soffia dolce su di loro, li protegge e li avvolge, arrivando da chissaddove. I bambini sono schegge di luce, mondi sommersi e sconosciuti, diamanti purissimi, stelle comete. I bambini li porta la Luna. Li illumina d'argento, li veste di polvere magica per renderli invincibili, li nutre di desideri e promesse, di albe e di futuro. I bambini li porta la Pioggia. Li lava e li rinfresca, e regala loro goccioline invisibili di forza e saggezza, bellezza e fortuna. I bambini li porta il Sole. A scaldarli con i raggi più preziosi, scelti apposta per loro, sul suo carro fantastico per un viaggio attraverso il mondo, fra galassie e universi sconosciuti, fra missili e pianeti. I bambini sono alchimie perfette, equilibri irripetibili, storie magiche raccontate una sola e milioni di volte, nessuna uguale a un'altra, luminose, antiche e sconosciute. I bambini sono il regalo del mondo al mondo, il respiro della Vita, una scommessa del destino con il cuore, il miracolo più bello.
A Eloise arrivata ieri, su quel carro del Sole che per un attimo ha illuminato Parigi, fra le nuvole e la pioggia, i ponti e le foglie del lungoSenna.

07 novembre, 2009

Di sabato sera.


E tanti ce ne saranno, di sabati come questo. La partita di sabato sera alla tv è quanto di più deprimente, da un lato, e meraviglioso dall'altro, possa mai verificarsi lassù, nella casa in collina. Ognuno si sceglie un posto sul divano, ognuno inteso come maschio adulto e poichè in grazia di Dio, di maschi adulti ne ho una discreta somma, la Princi ed io non siamo invitate a tale evento. Nè ci terremmo in modo particolare, s'intenda bene. Così, la scrivente si inventa una sera del tutto nuova, del tutto libera, del tutto sua, dacchè la Princi, a cena da una compagna, riederà alla casa paterna verso le ore 21. Le sere d'inverno, anche se inverno ancora non è, hanno una magia tutta speciale. Spesso si condividono con gli amici, e spesso hanno questo sapore di vacanza regalata, di libertà assoluta, di solitudine compiaciuta e gradevolissima, che farò nelle prossime 3 ore, dal prepartita al durantepartita, al dopopartita e al buonanottepartita? La scelta risulta ardua, e si comincia a rifugiarsi lassù, nello studio in piccionaia, si gironzola sul web, si legge a tratti, si sceglie una bella musica e ci si inventa qualcosa. Che belli i pensieri del sabato sera, sono diversi da quelli delle altre sere, non ci avevo pensato. Sono così leggeri, così maleducati, anche, escono fuori a dozzine come le rose, di idee se ne hanno sempre un mucchio, si pensano una quantità di cose che le altre sere, ma nemmeno per l'anticamera. I pensieri del sabato sono gomitoli nuovi, morbidissimi, hai tutto il tempo di guardarne per bene la composizione, esaminarli con la massima cura, rigirarteli tra le mani, passarteli sulla guancia, per vedere che effetto fa. I pensieri del sabato, di quei sabati che nessuna amico e nessun figliolo e nemmeno lo Sposo, sono bottoni mischiati, non ce n'è uno uguale a un altro, e ognuno racconta di sè, ognuno ha il suo corso, la sua storia, e la sua strada. I pensieri del sabato sono lettere che non spedisci, sono progetti ambiziosi e complicati che mai e poi mai riusciresti a fare davvero, ma in sere come questa è così facile dire, Ecco, Farei Così. Si può fare tardi, stasera, si può decidere di leggere fino alle 2 con la lucina piccola, si può fare la maglia sul letto, a gambe incrociate e l'iPod, si può guardare fuori dalla finestra e chiedersi pigramente, chissà domani che tempo farà. Per le grane e le questioni, per le ansie dei prossimi giorni che non è che non ce ne saranno, anzi, di più, tempo ci sarà. Ma non ancora, non adesso, non di sabato sera.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...