17 novembre, 2010

Ode ai Biscotti Sbriciolati.

Che si tratti di una biscottiera di design, di una scatola di latta dei krumiri, riciclata per l'occasione, o direttamente dal pacchetto, in cielo, in terra e in ogni luogo, in ciascuna comunità di biscotti, ce n'è qualcuno sbriciolato. E' una regola, non v'è nulla da eccepire. Solo che ci sono certe mattine che la cosa non ti sposta minimamente, che nemmeno te ne accorgi. Altre, invece, che se già sei sulla strada per essere sversa, voilà, la vista dei biscotti sbriciolati ti provoca una crisi di nervi. Beh, non esageriamo, diciamo un lieve disappunto. Dei biscotti sbriciolati invero uno non sa proprio che cosa farsene. E' ancora troppo presto per sfamare Federico il Pettirosso, e allora sì, si uscirebbe sul terrazzo e si porrebbe con tenerezza una manciatina di briciole, ho scoperto che Federico non gradisce le gocciole delle Gocciole, certamente qualcosa si perde, ma chissà. forse i pettirossi non amano il cioccolato fondente? Le briciole di questa mattina sono rimaste lì, sul fondo della biscottiera fatta a biscotto anch'essa, inutilizzabili. Si sarebbe potuto svuotarle tutte nella tazza del latte ma avrebbero finito per formare una poltiglia che sarebbe finita poi giù dal buco del lavandino. Ho cercato i meno disintegrati, quelli che davano ancora una decorosa immagine di sè, ma non ce n'era nessuno della dimensione più grande di un francobollo. Così, ho lasciato stare.

Vero. Ogni biscottiera ha i suoi biscotti sbriciolati. Che sono come i pensieri che non hai voglia di avere.
E ne compri di nuovi, quadrati e rotondi, interi e perfetti, e ce li rimetti dentro, a coprire lo sfacelo delle briciole, non frughi tanto, apri e peschi senza tante storie, sai benissimo che ci sono, i pensieri sbriciolati mica se ne vanno tanto in fretta se non sei tu a svuotarli, se non sei tu a scuoterli con forza dentro al sacchetto dell'umido o anche in giardino, non sulla neve, non ancora. e allora a tener chiusa la scatola di latta sarebbe meglio, i pensieri sono lì, tu prendi quelli tondi, quelli interi, quelli buoni che ha portato ieri l'Amica delle Provette, e lascia quelli distrutti, quelli inutili, quelli senza sapore in fondo a tutti. E spera che il pettirosso arrivi presto.

16 novembre, 2010

La Nuvola Rosa.

A guardarla sembra zucchero filato. Meglio di no, che a me lo zucchero filato mi ha fatto sempre schifo, l'odore soprattutto, misto a quello delle giostre, del tirassegno, dei bomboloni fritti, delle pallottoline finte delle pistole finte che aveva mio fratello, che facevano un rumore dannato e che alla fine sapevano di cozze bruciate, non so come dire, le vendevano in blister di plastica, mia madre non sopportava l'idea che lui giocasse con le armi ma un giorno ne vinse una alla pesca di beneficenza e per un pò sopportammo. Io alle pesche di beneficenza non vinco mai un bel niente, nemmeno quando potevo barare, nel senso che la pesca di beneficenza la organizzavo io con le mie amiche dell'oratorio, avevo l'età della mia figliola ora, andavamo di casa in casa a chiedere i regali, ci davano delle robe orrende, con lo stesso principio della Tombola degli Orrori, cose del genere. benchè fossi io ad arrotolare i bigliettini e appiccicare i numeri e fare il quadernino con scritto chi vinceva cosa, ho sempre vinto vasi di terracotta e mollette per i panni. Bella storia. Tutto questo per dire che. Un bel nulla del nulla. E' una mattina così, non è niente di speciale, tranne il fatto che mia nonna compirebbe 114 anni, ed è strano come ogni anno ce ne ricordiamo. Giro come una trottola per casa da questa mattina prestissimo, ho fatto,e disfatto, messo a soqquadro, che bello, non ho mai occasioni per scrivere soqquadro, eccone una. E riordinato subito dopo, certo, ho spostato mobili e credenze e tavoli e poltrone, potrei arredarci un'altra casa, qualora, ma io accumulo, e la stanza di sotto potrebbe davvero diventare il posto giusto per il knit settimanale, sarebbe bello, e poi ho messo più luce e si sta bene e c'è pure il camino. Questo rosa è uno dei tre progetti che ho in mente, è una novale di mohair e seta, è fluffosa è morbidosa, ha detto la Princi, no bambina, ti prego, lascia qualcosa anche ala tua povera mamma, si fa a mezzi, va bene?  Che nel frattempo ancora piove, ancora non ho finito di sistemare di sotto, ecco perchè non vinco nulla alle pesche di beneficenza, avrei la casa piena di catrìngoli, che già ce ne stanno abbastanza, farei una torta con 114 candeline, che mattina rosa è questa qua, che non c'è colore di fuori e allora uno se lo inventa di dentro, ma le pallottole in fila, le vendono ancora?

15 novembre, 2010

Impiumonarsi.

Voce del verbo impiumonare, transitivo, riflessivo, prima coniugazione, derivato da sostantivo, piumone, nella fattispecie, verbo totalmente inventato dalla scrivente, diciamo, mezz'ora fa. Delle mirabolanti proprietà terapeutiche del piumone ne avevo già parlato nientemeno che qui, ma all'epoca ancora non ero avvezza a questa pratica, ma come quale, quella dell'impiumonamento. Ma andiamo con ordine. La mattina è quel che è, si era sbirciato già alle cinque e quaranta, fuori dalla finestra, e quel che si vedeva certo non prometteva un bel niente di buono. L'inverno, quello vero, stava arrivando a grandissime falcate, la nebbia agli irti colli eccetera, pioveva a secchi ma tempo ancora ve n'era per rimanere bell'e avvoltolate nelle morbidissime coltri. E' in situazioni come queste che ci si impiumona. Ci si bea del tempo che ancora rimane per restare lì, ci si riaccomoda per bene, come a voler assorbire il calore, non so, si richiude gli occhi con un impercettibile sorrise e ci si riaddormenta secchi. Ecco, questo è l'impiumonamento. Ma attenzione. Il piumone si sa, è beffardissimo, e ancor più beffardo è il riaddormentarsi verso mattina. Pe.ri.co.lo.sis.si.mo. Si riapriranno gli occhi e con terrore si realizzerà che sono le 7 e 26 e che tra quattro minuti le Regie Autolinee dovranno partire dalla casa in collina verso le patrie scuole, ma come, nessuna sveglia è suonata, o hanno suonato tutte e nessuno, dico nessuno ha prestato loro attenzione, impiumonato com'era?  Da lì, lo choc, il delirio, la corsa. Si abbandona di malagrazia il piumone adorato, scalciando e imprecando, ci si reca a svegliare le creature beate lavandosi i denti, orsù, figlioli, piume delle mie piume, aprite gli occhietti belli che recarvi dovete a imparar le belle lettere  e a far di conto. Non proprio così. No, non proprio così per niente. Fatto sta che con un banale ritardo di tre minuti, fuori siam nella bruna mattutina, nella pioggia battente e noiosissima, nel lunedì, nella nuova settimana. Il piumone, ignaro, ci aspetta benevolo questa sera. E domattina, si cambi la suoneria della sveglia. Il gong orientale favorisce l'impiumonamento, lo sanno tutti. 

14 novembre, 2010

Ma sabato sera.

Si è dovuto togliere due coperti. Vabbè. Ma la sera è stata così bella. Era pronto tutto già dal tardo pomeriggio, faccio con calma, scelgo con cura la tovaglia e i piatti, prima ancora di pensare a quello che cucinerò. Lo so, non è mica tanto normale. E poi, quel che c'era a cena lo sapevo già, anche perchè non cucinavo io, io ho solo comprato e apparecchiato. Fine. Mi piace quando arrivano da me coi pentolini, e fanno della mia cucina la loro cucina, riscaldano il coccio di terracotta, trovano coltelli adatti dal cassetto, si muovono con quella confidenza che mi piace,  sanno dove tengo gli strofinacci, porzionano dolci che lunedì, giuro, corro per un'ora senza fermarmi, e poi forse nemmeno basta. Tutto questa mise en place, questa tavola d'autunno con le foglie raccolte nel pratino, il camino acceso e quel profumo di buono e di semplice, è piaciuta tanto anche a loro. Le amiche che passano con te il sabato sera sono un pò speciali, perchè forse la è la sera, un pò solenne, un pò festa anche se è un sabato qualunque. Che bella sera a chiacchierare, che c'era anche la partita e ognuno faceva un pò quel che voleva, gli Illustrissimi Sposi a smoccolare dal  divano e noi in cucina a chiacchierare, che bella sera calma, la tranquillità, la festa, Provette e Perle, la meraviglia.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...