18 gennaio, 2011

A grandissssssima richiesta.

Considerando le centinaia di clic che ha avuto il post qui sotto, le mail che ho ricevuto, persino messaggi su FB, ecco che mi accingo a dare spiegazioni non riguardanti che so, presunte storie torbide o intrattenimenti non leciti con chicchessia, quanto dare ragguagli e indicazioni il più possibili precise, su come fare il Moebius Cowl. E tutto ciò cade veramente a fagiuolo, nel senso che il prossimo week end ci sarà un sacco di neve e non la voglio gufare ma l'ho proprio letto sul Corriere della Sera on line e che devo dire è stata la notizia più bella che ci ho letto stamattina.
Ciò detto, mi appropinquo senza meno a dare le spiegazioni, o, come dicono Adelina e Guendalina BlaBla, il pattern.
Diciamocelo, innanzitutto, che il Fragola Moebius Cowl, che il nome l'ho inventato adesso, in questo istante preciso,  si fa coi circolari, e qui non ci piove.
Ma se qualcuno lo vuole fare coi ferri dritti, straight needles, lo può fare uguale, basta che lo cucia storto. Cioè incrociato.
Per il Fragola Moebius Cowl occorrono.
2 gomitoli di lana grossa, o lana bulky, che si lavori col 10. Io ho usato la Debbie Bliss Como, mohair e cashmere, e t'ho detto tutto.
Ferri n.10 circular o straight, va bene lo stesso
1 ago da lana di quelli spessissimi che ci puoi cucire pure il materasso, alla bisogna.
Procedimento.
Si mettono 58 punti. Cast on 58 stitches.
Dopodichè, si procede con il Magic Loop, che è anche su You Tube.
Ma, mentre nella descrizione normale si raccomanda DON'T TWIST, qui invece, il twist si deve fare eccome.
Cioè, si fa finta di sbagliare, si girano un pò i punti e si comincia a lavorare normalmente.
Cioè, è un Magic Loop che si arròta.
E' nel twist il segreto.
Quando il collo sarà finito, avrete un bel girarlo e rigirarlo, è tutto arrotolato su se stesso e indossato fa la sua bella e scintillante figura. E senza cuciture, ovvio.
Se invece si opera coi ferri dritti, si fa un bel rettangolo, si cuciono le due parti diritto con rovescio e buonanotte ai suonatori.
Ecco, non si capisce una beata, io ho fatto del mio meglio.
Lo sapevo che ci volevano Adelina e Guendalina.

povera me.


Moebius Mood.

E per giunta, on demand. E' il mio figliolone Giurisprudente, che adesso non so nemmeno più come chiamare, che mi ha commissionato un neckwarmer rosso. Pronti via, in poco più di un'ora, il suo Moebius Cowl era bell'e pronto, caldo, morbidissimo, un pò mohair e un pò cashmere, fatto strano, storto e sghembo come solo i Moebius Cowl sanno essere. La cosa che mi strabilia è infatti come, da quello che può sembrare un erroraccio, cioè il fatto di andar storte col Magic Loop, esca fuori una tale meraviglia. Raffinatezze, lo so, cose da chi se ne intende, so anche questo, ma insomma, eccolo qua. Noi qui non si va tanto per il sottile e si sfornano colli caldissimi in pochi minuti, lo vuoi verde? ecco qui. Grigio e con la treccia? che problema c'è, sanno tutti in questa casa che la tv mi annoia a morte, ultimamente, a meno che non mi soffermi a guardare film che mi fanno commuovere e piagnucolare, La Mamma Ha Pianto, Vuol Dire che Questo Film è una Ca@ata pazzesca. Che dire. A guardar fuori ti verrebbe un AH, BELLO, ma qui dentro c'è un caldo tranquillo, una torta di mele nel forno, una serie di cose e progetti gestite via mail o al telefono, forse una passeggiata più tardi, fino al negozietto sullo stradone, per il latte che scarseggia e nessuna voglia di mangiar nebbia per scendere in città. Certo, a piedi farà freddino ma mi avvoltolerò alla bell'e meglio in qualche sciarpa che raccatterò nell'armadio. Come? No, rispose arrossendo e volgendo altrove lo sguardo intristito, Io di Neckwarmer Non Ne Ho Nessuno. Son cose.

17 gennaio, 2011

Cuori di Cristallo.



Era da molto,troppo tempo che non succedeva. A parte le feste dei miei figli, le cresime e le comunioni, ma oramai i miei figli sono tutti grandi, cioè no, grandi non lo sono, ma le feste di quel tipo si sono esaurite, mica si fa la cresima tutti gli anni, così, giusto per avere la scusa per avere tutti vicino. E' stata una bella festa, una specie di Natale, non so dire, il compleanno di mio fratello, una tavola lunghissima, i tovaglioli ben piegati, un ristorante di delizie appena fuori Torino. Noi tutti. La mia famiglia di ora, tutti i miei figli e il mio Sposo,  la mia Cugina dai Capelli Rossi, quella delle estati lunghissime al mare, e la mia famiglia di prima, quella sparsa, disintegrata, noi tre che il destino ci ha fatto un brutto tiro, ci ha sparpagliati e divisi per un pò, ci ha preso di mira una mattina d'ottobre, vedete, da adesso niente sarà più come prima, lui viene con me, al resto pensateci voi. Ci abbiamo pensato sì, ognuno a suo modo, ognuno nel suo pensiero, e qualche volta siamo stati così lontani che non sembrava nemmeno vero. Com'è stato possibile, mi sono chiesta tante volte, perchè. Non c'è risposta al destino, non c'è risposta a un dolore troppo grande, alla mancanza che si fa disperazione e deve essere di quelle forti se nemmeno l'amore riesce a calmarla, almeno un pò. Ieri, il mio cuore era vicino a quei due cuori che sono la mia storia, che sono la mia vita prima di questa, che sono mia madre e mio fratello, che siamo stati sì sparpagliati e disintegrati, che abbiamo preso sì delle strade così diverse, che siamo stati sì lontani e opposti, ma che siamo sempre noi, cuori trasparenti di un cristallo lucente, cuori vicini di gesti e racconti, cuori, di storie e legame fortissimo, di cose che sappiamo solo noi e noi soltanto, di infiniti rimpianti e ricordi laceranti, ancora adesso, che è passato tanto tempo. Che bella festa la festa di ieri. Mio fratello ha cinquant'anni e il sorriso di un ragazzino, lo stesso che mi portava in giro col go-kart e raccoglieva le figurine, artista e sognatore, ora come allora, che la vita anche a lui ha tolto le cose che ha tolto a me, e qualche volta me lo dimentico. Mia madre non ha ancora settant'anni ed è così bella,  e ha ancora quel suo amore bellissimo nel cuore, nonostante il tempo e la vita, e ne parla con un rimpianto che si tocca. Eravamo tutti lì, ancora, come nella cucina di via Emilia, o sul terrazzo a Varigotti, la mia vita bellissima, di prima e di adesso, cuori lucenti di cristallo purissimo, che non si spaccano, che non si incrinano  e che messi vicini luccicano un pò di più.

14 gennaio, 2011


Dietro la nebbia c’è un bosco incantato, un sonno beato, un quadro rubato. Dietro la nebbia c’è la collina, una rosa e una spina, è un tranello, bambina. Dietro la nebbia c’è il sole che scotta, se hai perso la rotta ,mi sa, sei nei guai. La nebbia non ride, né piange o respira, la nebbia è lì, ferma, e se prendi la mira, il bersaglio è lì, vedi? non lo sbaglierai. Dietro la nebbia c’è una fata sgarbata, una mela fatata, una foto strappata. C’è la spiaggia al mattino, una fetta di torta, se è viva o se è morta non lo saprai mai. La nebbia è il mistero di questo giardino, è un opaco destino, tu prova a scacciarla, non ci riuscirai.. La nebbia solleva, nasconde e riluce, se canti più forte o se accendi la luce, lo sai che non cambia, rimane com’è. Tu guardala  e pensa, tra poco scompare ,  tra poco va via,ma è falso e lo sai. Allora sorridi, che tanto è lo stesso, ma dove l’ho messo, che prima era qui. La nebbia sta lì, attaccata di fuori, e mangia i colori, le stelle, e il giardino. Tu stalla a guardare, andrà via quando vuole, nasconde le aiuole, ti ci abituerai.

E' stato un piacioro.



Seratona, ier sera, verso l'ora di cena, quella presto, che di solito a cena si va intorno alle 8, anche 8 e mezza. Noi no. Noi si va presto. Si è knittato e chiacchierato e knittato, giaggià, perchè ieri era il primo del 2011, e allora e perciò la mia Amica delle Perle s'è detta, e allora perchè non stiamo fuori fino a tardi? Anfatti, ci siamo state, fuori, intendo, non già fino a tardi. Organizzate le figliolanze, voilà, non ci siamo spinte dove di solito, ma siamo rimaste in loco medesimo stesso, nella City, che ad arrivare a casa poi, c'abbiamo avuto il nostro bel dire e il nostro bel fare, che alla Lisa che guidava a un certo punto le ho detto, Accosta, Lisa, Che Guido Io, e per forza, c'era una nebbia da farcisi un vestito, ma di quelli complicati, mica un tubino e via, e lei che vien da Genova proprio non c'è abituata ai nebbioni di qua. Ancorchè alla cena, che bella cena che è stata, Biancaneve, L'Amica delle Provette, la Lisa, e quella della Perle, ovviamente  col suo tablet in mano che c'è da giurarci che anche all'Esselunga, mentre sceglie il riso se Carnaroli o Arborio si chiede guardinga se c'è il wi-fi. Bellabella sera. Le mie Amiche sono belle perchè non ci scappa niente, perchè ridono sempre, perchè se hanno qualcosa lo dicono e non stanno tanto lì a cinquantarla, perchè fanno le equilibriste per trovarsi due ore al giovedì, perchè mi seguono nei miei scelleratissimi progetti e anche quando vado a comprare un vestito di pizzo, come, di pizzo? ma poi dicono che è bello e alla fine sono contente.

E poi, le mie amiche, come me, sanno a memoria, ma dico a memoria, i cartoni animati Disney con i quali i nostri figlioli sono diventati grandi, altro che Gormiti e Mostri.
E infatti mentre scrivo, la vicina del 12 su Facebook c'ha messo del suo, e ha detto Sì Sì, Io Lo So, è La Sirenetta, e anche Ursula, che ha un debole per l'arricciaspiccia. E allora, per la Patti che ieri sera non se lo ricordava, e che è strano perchè lei si ricorda sempre tutto e non le sfugge niente,  le dò questo da ripassare, e le dico che sì, stare con lei, con tutte loro, sapere che sono lì e sono lì così vicine, è stato, davvero, un grande piacere. Un grande piacioro.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...