10 ottobre, 2012

La Leggenda delle Rose senza Spine.

Non è tanto vero, le rose senza spine non esistono. O, se esistono, mi sa che non sono così facili da incontrare. A me le rose non piacevano, una volta. Le trovavo saccenti e pretenziose, vuoi mettere una bella margherita, un anemone viola violissimo, un grappolo di glicine? Il mio amore per le rose è sbocciato tardi, da quando ne ho incontrate sulla mia strada di quelle bellissime, profumate di limone e di vaniglia, dai petali sottili e dalla fioritura sfacciata. Mi fermo a guardare anche quelle delle aiuole della città, ho un debole per quelle arancioni, mi sa che ne staccherò un rametto, qualche volta, non vista, per averle anche io nel mio giardino, nella mia aiuola davanti a casa, così da vederle sempre, e non solo quando scendo in città. Anche in numero esiguo, tre o cinque possono bastare, infilate con grazia in un vaso, sia esso un Lalique o un vasetto riciclato della marmellata, le rose danno il meglio di sè, rendendo regale anche il più triste dei tavoli e delle scrivanie, un centrotavola da giorno di festa, un regalino per un'amica, anche se avvolte nella stagnola, che ci fa. Ma per le rose si paga pegno. Non è raro pungersi, nel coglierle. Bisogna aver mestiere, metterci tutta la calma e tutta l'attenzione possibile, è cosa da nulla, certo, ma la puntura improvvisa di una spina di rosa non è certo un regalo.

Le Rose senza Spine crescevano selvatiche e bellissime nell'aiuola accanto al tiglio, proprio vicino a una panchina di legno scrostata, lì da chissà quanto, dove tanti amanti avevano inciso le loro iniziali per dire che sì, il loro amore sarebbe durato per sempre. Le Rose senza Spine avevano petali profumati, di quel profumo che si sente solo se socchiudi un pò gli occhi, e sorridi piano, come a non perderne nemmeno una nota, nemmeno un soffio. Crescevano, abbarbicate le una alle altre come in un lunghissimo, intricato abbraccio, boccioli e fiori, foglie e rami. Coglierle sarebbe stato uno sgarbo a tanta bellezza a tanta impareggiabile, profumatissima armonia. Ma quella mattina c'era bisogno di loro. A rendere colorato un risveglio, sistemate con cura accanto alla scatola dei biscotti, le Rose senza Spine con loro portamento regale davano alla giornata che stava iniziando il profumo dolce della vaniglia, il frizzante discreto del limone, perfino la seduzione dell'aroma della liquirizia. Coglierle, in fondo fu semplice. Le Rose senza Spine nascondevano un segreto. Le spine le avevano eccome, solo, col le loro foglioline coriacee, piccole ma robuste, facevano in modo che nessuno al mondo mai potesse pungersi, per regalare al mondo la loro bellezza senza far soffrire nessuno. Così, chi avesse voluto bearsi della loro vista e del loro profumo, doveva solo avere l'accortezza di schivare le spine, nascondendole sotto le foglie, e non si sarebbe ferito.

Spine e rose del giardino di ognuno, spine e rose nella vita di tutti.
Trovate nel vostro giardino rose profumate. Se hanno spine, e ce le avranno di sicuro, coglietele con delicatezza, avendo cura di nasconderle, ignorarle , prendendo i fiori dal verso giusto, dal gambo più in cima, vicino alla corolla.


La Rose senza Spine sorridevano dall'aiuola accanto al tiglio. 
Ancora una volta, qualcuno aveva scoperto il loro segreto.

08 ottobre, 2012

I colori della nebbia.

C'è solo al mattino presto, quando si scende in città per accompagnare la Princi a scuola. Poi si dirada, si scioglie, và via, o forse ci si abitua ad averla davanti e non la si nota nemmeno più. E' una settimana nuova lassù nella Casa in Collina, pochissimi i suoi abitanti, il minimo storico, oserei dire, ma inutile star lì a frignare, è così e basta, non facciamola tanto lunga. E' una di quelle settimane che iniziano pianissimo, lentissime, ma che poi alla fine ti centrifugano per bene, ti sbattono come polpi sullo scoglio, e ti lasciano stremata e dolorante. Non ci si perda d'animo, non ci si fermi per nessun motivo al mondo che sia uno. L'autunno è una stagione strana, la puoi amare o odiare di gusto, puoi lasciarti affascinare da quell'umidità, dallo scoprire che forse il golfino di cotone per chiacchierare un pochino sotto gli alberi della piazza con la tua Amica delle Lampadine forse non basta più. Puoi accogliere questa stagione lenta con un sorriso di benevolenza o con uno scatto d'ira, imprecare contro la nebbia e il freddino, contro un cielo di seppia, contro tutto il mondo, oppure ancora far finta di niente, seguire l'andare delle cose, plasmartici loro addosso (!), prendendo la loro forma, adeguarti senza rassegnazione, non sia mai!, ma con una specie di seducente accordo, a dire, va bene, mi prendo il mio tempo, i miei tempi, soddisfo ogni singola esigenza, non mi sbatto come un polpo sullo scoglio ma faccio le cose per bene, mi volete ansiogena, ansiosa, schizzata e angosciata? Mi dispiace, non oggi. Oggi mi coccolo con questa nebbia e queste foglie, mi godo il primo freddo umido e insidioso di questa città, mi faccio compagnia con la musica che mi piace, con i colori dei gomitoli, ho sistemato la cesta dei filati preziosi e quel che ne è uscito è un capolavoro di bellezza e di armonia, cosa diventeranno non lo so ancora, ma non è importante, la cesta dei gomitoli dà, alle squinternate come me, un piacere degli occhi che si allunga fino ad accarezzare l'anima, anche la più acciaccata. Perciò, faccio tesoro delle chiacchiere mattutine e mi sorrido, non c'è niente che mi turba, non il freddo e non la nebbia, se guardi fuori un pochino c'è, ma se guardi fra due minuti, vedrai, è già sparita.

05 ottobre, 2012

Tenersi insieme.

Un giorno o l'altro ricorderò anche chi me lo ha detto, Tieniti Insieme, che non è la Clara, di Bergamo Alta, perchè gliel'ho chiesto stamattina al telefono e no, non è lei. Chiunque sia, voglio ringraziarlo per avermi insegnato un'espressione che mi piace così tanto e che mai come stamattina mi è servita per continuare la giornate. Tenersi insieme, da sè e insieme agli altri, in un mondo che non è un bel mondo, dove le notizie cattive superano di gran lunga le cose belle, ma non è vero, in fondo, bisogna forse abbassare lo sguardo, o alzarlo del tutto, non guardare nel fango e nemmeno sulla luna, nè sassi nè diamanti. Non è un bel momento per nessuno, è un mondo che va osservato per bene per capire dove finirà e forse nemmeno ci riesci così. E' un mondo che ti ruba tutto, la bici, il computer, l'anima, se non ci stai attento, ma quella no, nemmeno per sogno. Rimango così. Mi tengo insieme con le cose che ho, e mi faccio ciclope di forza e profeta di saggezza, a dire Andrà Come Deve Andare, senza frignare come una scolaretta, sorridendo così tanto che mi fa male la faccia, ma funziona, funziona sempre.

 Mi tengo insieme con i miei di casa, i cani sul divano un pò sdrucito, il gatto malaticcio. E Loro. La mia ricchezza più grande, il mio tesoro nascosto, le mie gemme purissime. Mi tengo insieme perchè nient'altro c'è da fare, mi tengo vicino ai miei di fuori, gli amici più cari, così pochi da stare intorno a un tavolo, ma così vicini e sinceri. Mi tengo insieme con le mie amiche, e anche a loro vorrei dire di tenersi insieme, loro stesse e insieme a me, che un tablet rubato si ricompra, e che mi dispiace dei pensieri pesanti di una di loro e che vorrei alleggerirle quella gerla di ansia e tristezza che ha sulle spalle, e che già le ho detto che andrà tutto bene e che siamo tutte lì vicine a lei. Ci sono piccole cose per tenersi insieme, per guardare dalla stessa parte e dire Andrà Meglio, una pasticceria nuova di zecca dall'altra parte della piazza, un momento perfetto di chiacchiere al telefono, una coperta caldissima che è quasi finita per il mio Figliolo più grande, una sorpresa in un pacchettino bianco da parte di un'amica nuova. Ci sono momenti nella vita di ognuno di ognuno che la strada sembra piena di sassi e di spine e il fatto che sia così per tutti non è certo di conforto ma almeno, un pochino aiuta.

Continuerò a sorridere, è la cosa che so fare meglio, e anche quando la vita mi avrà rincorso, raggiunto e messo con le spalle al muro e rubato tutto, la borsa o la bici o il portafoglio, non lascerò che rubi anche la mia anima e i miei pensieri leggeri, i piccoli lussi da niente che fanno di un giorno normale un giorno speciale e  poi le cose passano, l'estate, il temporale, l'odore di fritto sulle scale, passa tutto, anche i momenti difficili come questo, e allora, tenersi insieme, e sorridere, sorridere, finchè non ti fa male la faccia.

04 ottobre, 2012

Mentre asciuga il pavimento.

Il momento è quello più atteso della mattina. Si è in pista dalle 7 scarse, quando si è stirata al volo una camicia per un figliolo che doveva per la prima volta affiancare il padre in un impegno ufficiale. In questa casa, le cose sono sancite dall'abbigliamento: e in particolare, questo Figliolo qui, quando mette la camicia, o ha un esame o ha qualcosa di importante da fare. E infatti. La mattina da casalinga s'impone dopo un bel pò di giorni passati in giro, lavatrici stese e non stirate, accumulate alla bell'e meglio in un lettino singolo che una volta fu di una collaboratrice domestica,  mai rimpianta abbastanza, non che sia morta, certo che no, ma tornata nel suo paese d'origine per sposarsi e fare figlioli.  Rimpianta, rimpiantissima perchè adesso quel che faceva lei lo deve fare la scrivente, ed è vero che non siamo più in 7 ma in 4 scarsi, e che un figliolo va di qui e uno va di là, che con le mie Amiche dico spesso che avere un aiuto in casa è troppo fuori moda, ma accidenti, quanto mi verrebbe comodo adesso. Così, vado di piumini e lavatrici e ferri da stiro e pavimenti. L'aspetto migliore del lavare un pavimento è quando esso stesso deve asciugare. Tu ti metti lì e aspetti, un pò come si fa con lo smalto. Sono 10 minuti di stop, che si possono impiegare a discrezione. In realtà si potrebbe salire al piano superiore e continuare nelle faccende, ma si fa finta di niente e  si dice, fra sè e sè, Aspetto Che Asciughi e Poi Ricomincio. Serve a rigenerarsi, magari a bere un caffè scaldato nel microonde, dacchè la caffettierona si fa al mattino presto e quasi mai si finisce tutta. Si possono rivedere i giornali, sbirciare le mail, qualche volta fare due giri di maglia, giusto così, se si ha sui ferri una cosa da finire in fretta. Aspetto Che Asciughi il Pavimento è una dichiarazione di pace, una specie di armistizio nelle faccende domestiche, che non è che siano proprio 'sta gran cosa. Ogni tanto si dà una controllatina, ecco, è quasi asciutto, e con un lieve disappunto si smette di fare quel che si sta facendo e si torna mestamente alle faccende di casa. Ecco. A chi mi chiedeva, Ma Quanto Ci Metti A Scrivere rispondo così, Mentre Asciuga il Pavimento. La prossima volta però, strizzo di meno il mio MocioVileda. Così ho più tempo.

02 ottobre, 2012

La Festa Promessa.

Il mio compleanno, da qualche tempo in qua, mi mette allegria. Non come prima, qualche anno fa portava con sè una serie di brutti ricordi, molto tristi e pesanti, i più tremendi della vita, quelli che non si dimenticano, mai, dovessi campare tremila anni. Invece, ho fatto pace con questo 2 ottobre, così vicino al giorno più triste della mia vita, la festa promessa e mai fatta,  povero compleanno,  non ne può nulla di quello che è successo,  e allora da un pò di anni in qua mi diverto e faccio di tutto per passarlo nel modo che mi piace di più, avendo l'immunità fino alla mezzanotte, e potendo fare quel che più mi aggrada, ovviamente sempre nei limiti della legalità e della decenza. Non faccio bilanci, non tiro le somme, non dico un bel nulla. Rido e basta, cerco di essere il più leggera possibile, metto da parte per un pò le cose che non mi piacciono e faccio cose semplici, le rose d'autunno al mattino presto, la colazione lussuosa, una pizza con la mia Amica d'oltreoceano e la mia figliola, dacchè tutti i maschi della mia casa son sparsi per il mondo. E poi, la festa. Anche con la festa di compleanno ci ho fatto pace da pochissimo, sembrava non ne avessi diritto, sembrava facessi peccato, sembrava che fosse una cosa proprio da non fare, non io, non in questo periodo dell'anno.

Voglio dire grazie a chi ha festeggiato con me  oggi, per telefono o di persona, nel modo più semplice che ci sia eppure il più bello, il più perfetto, certamente il più gradito, il più grande.
A chi ha condiviso una giornata normale facendola diventare un pò speciale, l'ho detto perfino al panettiere, E' Il Mio Compleanno.

Lassù, da dietro le nuvole, so che qualcuno ha sorriso.
La festa promessa la faccio ogni anno.
Lo so non è uguale, ma faccio finta che.

Perciò, buon compleanno a me, che lo è ancora fino a mezzanotte, ho l'immunità e posso fare e dire quello che voglio e saltare e ballare e ridere ridere ridere come una scema. 
Da dietro le nuvole, il sorriso si fa calore e infinita mancanza, la festa promessa si vede anche da lì.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...