05 dicembre, 2012

Il Mondo Difficile.


La mattina si prospettava calma e lucente, era bello uscir fuori la mattina presto, è come un mondo parallelo, la notte è appena andata via e ha lasciato tutto in ordine, tracce di buio certo, ma è tutto bello liscio, il prato e i suoi ricami di brina, e quel cielo, pesante ieri e oggi, ma guardalo, rosa a strisce, e uno squarcio di arancio prepotente, c'è anche del viola, evabbè, tu vedi viola dappertutto, si sa. 

Mi sono fermata e ho fatto una fotografia di questa meraviglia, di questo spettacolo impagabile che è l'alba vicino a casa mia, la Ginnasiale era in orario, non cambiava nulla fermarsi un attimo e scendere, e fare una fotografia, per fermare questo attimo di delizia e di pace, brevissima, in momenti come questo, duri per tutti, strani per tutti, aridi e stupidi e da arrabbiarsi ogni momento, e da deprimersi e da intristirsi e da cambiare le abitudini e riderci sù, come ho fatto ieri con la mia Amica delle Perle.

Che nessuno si arrenda E' un mondo difficile, è un mondo strano, pieno di insidie e dispiaceri, e di cose sgradevoli, quando non lacrime e freddo e solitudine.
Io ho il mio mondo caldo, non importa se diverso da prima, anche se tutto cambia, niente cambia per me.
Questo mondo assurdo non è roba mia, è per chi si arrende, e se qualche volta l'ho fatto anche io, piagnucolando come una scema, ora non lo voglio fare più.
Ho il mio mondo bello, fatto delle cose che piacciono a me e che sono le più importanti e preziose,
Ci provi pure, il mondo, a farmi del male, a mandarmi bollette stellari che mi fanno saltare sulla sedia, ci provi il mondo ad essere cattivo con me, a darmi contro, a provare a vedere chi vince.
Vinco io, stupido mondo che non mi appartieni, vinco io che mi sorrido, vinco io che non mi faccio prendere dalle cose che mi fanno male, vinco io scegliendo le cose più belle come i mandarini sul banco del mercato, sembrano tutti uguali e invece no, scelgo io le cose che devo fare per stare bene, le persone che piacciono a me, quelle che mi basta abbracciare strette per capire che niente cambia, che niente si logora, che niente finisce, mai. 
E avrò sempre la mia forza, quella che non mi lascerà mai, quella che non si farà spaventare da nulla, quella che mi farà sempre aver voglia, davanti ad un'alba come questa, di fermarmi a fotografarla per tenere i suoi colori sempre con me.

04 dicembre, 2012

Il Cielo Basso.

Ma come, il cielo non è sempre allo stesso posto? e poi, dopo tutto quel sole di ieri? Fatto sta ed è che il cielo stamattina è proprio basso, grigio di un grigio morbido, cielo che sembra mare, vicino, a onde lievi, il cielo basso che annuncia freddo, e neve, e ancora freddo, e che scende come fuliggine sopra di te, il cielo basso non è un bel segnale, ti fa sentire agitata senza un motivo reale, uno che sia uno, se ti allunghi lo puoi toccare, il cielo basso è una cosa strana, è infido e beffardo, fa tutto immobile, più della neve che invece è spettacolo divino di bianco e distese intatte di luccicchii, qui di luccico non c'è proprio niente, è grigio e basta, basso e basta. E' una mattina ferma, di quelle che non dovrebbero venire, ma, dacchè son qua,  che passino in fretta, che se ne vadano via  veloci così come sono venute, quanto tempo ci vuole a formare una mattina così, a mettere tutto in fila, a posto immobile, l'erba gli alberi e le cose, le rose intirizzite, ultimo sorriso colorato in una distesa di foglie un pò secche un pò umide. Quanto tempo ci vuole a preparare un cielo così, a onde continue, un cielo che pesa da quanto è vicino, non lucente, non gradevole, niente di tutto ciò, solo nuvole e niente, cielo infingardo che si insinua, che ti avvolge ma non culla, che ti sovrasta ma non protegge, che ti guarda ma non ti accompagna, se ne sta lì, scende come fuliggine che non è nera ma di nessun colore, che non luccica e non sorride, fuliggine invisibile del cielo basso di dicembre.

03 dicembre, 2012

Dicembre.

Non si sa cosa aspettarsi da questo mese di dicembre, se dar retta ai Maya o a quella trasmissione di ieri sera, Gli Apocalittici, genti che iniziano già da ora a nutrirsi di cavallette e a cercare tra i rifiuti per prepararsi alla fine del mondo. Personalmente non ho opinioni a riguardo, non temo la fine del mondo e se avverrà, pazienza, adesso non ho tempo di pensarci, nel fine settimana mi sono dedicata così tanto al nulla che stamattina i pensieri facevano fatica a svegliarsi, seduti sul bordo del letto a stiracchiarsi e a ripetersi, NonCeLaPossoFare, ma che sonno si ha tutti in questo periodo e chissà perchè poi. In realtà ho fatto un minimo progetto di albero di Natale che quest'anno si passerà a casa, non in giro e in giro come gli altri anni, e quindi tutto dovrà avere un assetto natalizio più che si può, con somma gioia degli abitanti di questa casa che si troveranno candeline e luccichii anche sotto al cuscino, per dire. Il fine settimana designato per l'albero di Natale e addobbame vario è il prossimo, ma almeno in questo ci ho pensato e quel che ne è uscito mi piace un sacco. In realtà non sono ancora stata investita dal sacro fuoco natalizio, io vado a comando e mi lascio prendere solo dopo l'Immacolata, prima non ce n'è. Il mese di dicembre porta con sè un bel modo di stare, mi piace che ci sia anche il sole, mi piace che faccia questo bel freddo pungente e che già si parli di vacanze e di regali, e di ricette e di inviti. Tutto molto semplice e tranquillo, purchessia. Tranquillo, certo. come l'uscita di casa di questa mattina, una bel momento, uno si aspetta sorrisi e dolcezze, ma come, non siete la Famiglia Felice della Collina Felice? Occerto. Forse, a raccontare i dieci minuti di questa mattina, lassù, nella Casa in Collina, più che la Famiglia Felice si sembrava la Famiglia Cupiello, urla e strepiti, le chiavi!! liti fra Fratello Matricola e Sorella Ginnasiale, sei in ritardo, no, sei in ritardo tu, no tu, no tu, e ma io devo prendere un treno, e io allora? il tutto sotto l'occhio imbufalito del Genitore, fermo sulla porta, ora tuona, dicevo fra me, ora sbotta, pensava la Princi, ora mi arriva una lorda, pensava la Matricola. La Scrivente Amorevole che abbozzava un sorriso, ferma sulla porta come nei film americani. Sono andati via borbottando, lo Sposo ringhiando, i vicini abituati son a questo genere di sceneggiate, Natale in Casa Cupiello, infatti, ma ne abbiamo soltanto 3, arrivare al 25 è durissima!

28 novembre, 2012

La Pioggia d'Oro.

Quella sera piovve molto.
Scrosci mai sentiti, che battevano sui vetri, con quel rumore sinistro ma un pò gradevole, il rumore della pioggia è un rumore amico, se sei a casa, un pò meno se sei in giro.
Piovve molto.
E capitò di svegliarsi anche nel cuore della notte, e rimanere immobili a sentire, piove o no?, sì piove, anche senza guardare sta piovendo ancora.
Si sapeva già, le previsioni lo avevano azzeccato, questa volta, pioggia e pioggia per giorni.
Quello che non si sapeva, era che anzichè acqua, dal cielo, quella sera, piovve oro.

Oro sulle foglie ai lati delle strade, oro nei viali, oro sul salice piangente della curva, che si pavoneggiava come mai in vita sua, il salice piangente ha sempre quell'aspetto triste e dimesso, il destino nel nome, ma quella mattina dorato e lucido era una delle piante più belle del villaggio.
Oro sulla vigna, oro sul pratino, che aveva preso in prestito le foglie dall'acero, un pò rosse e un pò oro, appunto.
Oro sui vasi dei davanzali, oro sul prato grande di sotto, oro sul nocciòlo, oro più carico sulla pianta di cachi,  solo i pini resistevano a quella pioggia dorata, e lucidi sì, ma verdi, ancora verdi, sempre verdi, per forza, il destino nel nome, anche qui.
La pioggia d'oro era caduta per tutta la notte, preparando uno spettacolo inconsueto da non perdere. 

Piove oro sui pensieri, oro sui dubbi e sulle grane, oro sulle mattine piene di cose, oro sulle telefonate sgradite, oro sulle malinconie.
Oro a cambiare le cose, oro a manifestare davanti alla scuola, oro sulle risate al telefono con Cristiana la mattina presto, oro sul caffè in centro con un uomo innamorato, oro alle piccolissime cose di ogni giorno, il disordine, le briciole, una calza a righe rosa dimenticata sul divano, oro sulla ricetta dei biscotti, sulla quiete accesa, sulla soddisfazione di un bel modo di stare, di sentirsi forti, o semplicemente calmi, pronti, un pò sereni.

L'oro di una mattina qualunque che la pioggia ha mandato giù dal cielo, non per caso, non per nulla.
Si cerca dentro sè e si trova sempre un bel regalo, la frase di una canzone da cantare sottovoce, una cosa da inventare, un progetto, un'amica nuova e così uguale, un libro che affascina e insegna, la voglia di fare e di non stare fermi lì a guardare la pioggia e a non dire niente, non dirsi niente, la pioggia vista da fermi è sporca e umida e fa male. Voglio pioggia che scalda, che consola, che diverte e sorride, voglio pioggia che canta per cantare con lei, scelgo pioggia frizzante, la sola che amo, non la pioggia che schiaccia e sotterra. ma la pioggia che cade anche ora, che vedo da qui, la pioggia che è oro.


26 novembre, 2012

I Piatti Rossi.

Ognuno ha le sue piccole manie, le sue fisse, piccoli riti, abitudini, tradizioni di casa. Lassù, nella Casa in Collina, ce n'è una in particolare che sembra che nessuno noti, che non gliene importi niente a nessuno, e invece poi scopri che piace a tutti, che tutti sono legati a questa o a quella piccolissima abitudine che credevi invece soltanto tua. Una di queste sono il cambio dei piatti. Ci sono i piatti dell'estate, quelli dell'inverno, quelli delle feste comandate, quelli delle cene con gli amici, quelli spaiati per fare prima, quelli a cuore quando si è romantici, quelli coi mesi, quelli jap, insomma, impossibile che non abbia mai raccontato di questa storia dei piatti, almeno una volta. E poi ci sono i Piatti Rossi. Non sono un vero e proprio servizio di piatti, perchè ne ho soltanto 15, e non è nessun servizio, o è da 12 o è da 18, in nessun negozio mai si troverà un servizio da 15. Sono molto invernali, rossi a pois, a stelle, a fiocco di neve, e si mettono la prima volta che c'è una festa importante o un pranzo speciale, più o meno verso le vacanze di Natale. Ieri, i Piatti Rossi hanno fatto la loro prima comparsa sulla tavola della mia famiglia, riunita al super completo per il fine settimana. Due giorni di arrivi e di chiacchiere, di un attimo di smarrimento della PrinciCheCresce, di confidenze, di piccoli momenti preziosi, al caldo, non solo quello che veniva dal camino, ma quello più raro, del cuore, del sentirsi al sicuro, protetti, come avvolti da una polverina sottile di cose belle, di calma, di condivisone e benessere dell'anima. I Piatti Rossi facevano bella mostra di loro stessi sulla tavola lunghissima, alla quantità inimmaginabile di penne al ragù che si sono servite a pranzo, sono stati protagonisti indiscussi del thè del pomeriggio, a pari merito con la mia famosa torta al cocco. Sono poi stati utilizzati sul divano, per un pranzo take away dalla tavola mai sparecchiata, vuoi dolce o salato, scegli tu. I Piatti Rossi sono il segnale che in questa casa si ha voglia di stare insieme e di farlo spesso, coi figlioli sparsi fra Piemonte e Liguria, presi da lavori e università, storie d'amore e esami di stato e di vite diverse del figliolo più grande, perso nel suo mondo speciale. I Piatti Rossi sanciscono l'inizio della stagione fredda, del camino e delle torte, del rallentare fino all'anno nuovo, e poi riprendere la corsa più carichi e appagati, nutriti da piccolissimi segnali, carezze, abbracci in ingresso, bacini di buongiorno, giri per casa per vedere se sono rientrati tutti, e poi chiudere la porta col chiavistello grande, clac!, siamo tutti qui dentro, proprio tutti, il mondo di fuori non può riguardarci se non in minima parte, qui dentro è un'isola, di pace e di bellezza, non si può chiedere di più, Beh, certamente qualche volta le urla le sente anche le mia vicina di 4 case più in là, volano dei vaffanculo grossi come astronavi, mai fra lo Sposo e la Scrivente, s'intenda bene, quanto fra i figlioli maschi, ma è la regola, nessuna famiglia al mondo è tutta zuccherini e cinguettii, men che meno questa, dove si è lanciato ogni tipo di oggetto contundente, dalle pere ai cavalli a dondolo, non ultimo il mio Sposo e il suo ormai leggendario lancio del piatto sul soffitto. Ma graziaddio, era marzo. I Piatti Rossi non erano in uso. Meno male.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...