27 aprile, 2007

La scatola dei bottoni.

Una specie di terapia. Un gioco rilassante. Un quarto d'ora di assenza, per così dire, dal reale. Sistemare la scatola del cucito, sì, quella che si tiene in lavanderia, con le forbici, gli aghi, il filo, i bottoni delle camicie e il centimetro, è come passare in rassegna un tempo non troppo recente e non troppo passato. Si sgranano, uno per uno, si fruga col dito indice alla ricerca di un bottoncino rosso, e un pò si indugia su tutti gli altri, come, certo che mi ricordo di voi! Tu sei quello di un tailleur nero, quello d'ordinanza, per intenderci, e tu sei l'automatico scappato dai primi jeans della Princi, taglia 18 mesi. Qui invece, un alamaro di un montgomery, che carini i miei figlioli maschi col cappotto uguale, a tre e sei anni! E il cursore di una cerniera staccatosi da una tuta da sci e conservato, chissà perchè. E' incredibile come uno scrigno tanto prezioso possa racchiudere in sè tanti piccoli segreti e storie, tante feste di compleanno, tanti regali, tante occasioni da ricordare attraverso un piccolo dischetto, di osso o di plastica, di madreperla o di legno. E i rocchetti di filo, le cartine dei bottoni ancora intonse, possibile che nessuna camicia abbia mai i bottoni uguali-uguali ad un'altra? E poi stringhe, toppe, pannini adesivi da stirare sugli squarci nei calzoni, dall'interno e con sapienza, se no viene un pasticcio, non lo sapeva? Quel che manca, nella mia scatola da cucito firmata Seletti, recente acquisto del quale vado molto fiera, è l'uovo di legno. Sì, quello per rammendare i calzini. La risposta è ovvia, io non so rammendare e le calze coi buchini le faccio volare. Però, a ben pensarci, una vera scatola da cucito non può dirsi tale senza questo aggeggio. Provvederò al più presto. Non me ne farò nulla, ma mi sentirò tutt'altro che desperate, al prossimo giro in questo scatola. Efficiente, organizzata e sognatrice. Ma questo, che ve lo dico a fare.

3 commenti:

fux ha detto...

ho curiosato Seletti. Ma che belle cose! Non conoscevo.
Chissà che bella la tua scatola del cucito!
Baci.
Franci

Anonimo ha detto...

Diamante, è sempre un piacere leggerti: da un bottone sei capace di tirare fuori un romanzo.
La mia povera mamma, quando se ne è andata, mi ha lasciato in eredità scatole, scatoline e borse varie piene di tutto. Tutte le lane (dalle matasse ancora intonse ai piccoli gomitoli di qualche decimetro di lunghezza) li abbiamo buttati, ma bottoni e simili sono rimasti, sistemati poi dal sottoscritto nelle scatoline delle diapositive.
Per tua invidia ho anche l'uovo di legno. Neanch'io ero capace di rammendare i calzini, ma si impara tutto! Prova.
Un bacio.

Anonimo ha detto...

Bell'argomento, spunto interessante.
Ho una scatola assai piccina del cucito: sarà per questo che non mi rilassa abbastanza ;-)

Ho sempre saputo ricamare a punto croce, ma con i calzini ho un pessimo rapporto: al primo buco finiscono nella spazzatura. Senza appello.

Gli scrigni racchiudono sempre storie e segreti, io ne custodisco diversi.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...