09 settembre, 2008

Vengo dal mare.

Vengo dal mare. E porto con me sete e broccati, tappeti pregiati e spezie e ortaggi misteriosi e sconosciuti. Vengo dal mare. Ho navigato fra le stelle e le onde e il buio, ho giocato ad indovinare la traiettoria perfetta delle stelle cadenti, e a loro ho affidato il desiderio più grande e segreto che ho. Vengo dal mare. Ho negli occhi la luce del sole che và giù. a sparire chissà dove, e quella improvvisa e dolcissima, da un'altra parte, una fetta di mandarino e poi di arancia e via via, sempre più sù, e poi tondo, superbo, maestoso, proprio là, in quel cielo d'ametista e corallo, nell'ineluttabile succedersi delle albe e dei tramonti, che solo sul mare hanno il loro senso più assoluto. Vengo dal mare. Ho piccole ciotole d'argento, per raccogliere le lacrime invisibili di chi domani piangerà con me, con me che non saprò che cosa dire se non che sono qui, ad ascoltare e a dire nulla. Ho piccoli sacchetti di lino grezzo, per conservare la speranza di una madre, piccole scatole d'avorio per i miei pensieri, i miei abbracci, le confidenze e i sorrisi e le risate del rientro, i progetti, i racconti. Felice di essere a casa. Di essere qui. E di sapere ancora un pò di vento e di sale, di avere ancora davanti quel buffo delfino che giocava con noi e di sentirmi così, frastornata e serena, ubriaca e ciondolante, una donna felice che viene dal mare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' quell' "ineluttabile susseguirsi di albe e tramonti" sul mare, che ben conosco, a darmi la forza di affrontare questi giorni, la speranza di annientare questi perfidi cani rabbiosi che mi divorano...
Godremo di altre albe e tramonti insieme...accovacciate sul nostro muretto
buon rientro
Bea

Gallinavecchia ha detto...

Le tue parole sono sempre più belle.
Bentornata a casa :-)

Unknown ha detto...

Che poesia! Ben tornata. Erica

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